Misericordiosi come il Padre (5): la testimonianza di una giovane coppia: i conti non tornano perché c’è un di più

 
Per la quinta intervista sulla misericordia, abbiamo incontrato una coppia di fidanzati della nostra diocesi. Alessandro Roncaglia, 34 anni, docente di religione alla scuola secondaria e Chiara Pulin, 27 anni, docente di religione alla scuola primaria. Alessandro e Chiara sono fidanzati da 4 anni e si stanno preparando al matrimonio. Abbiamo chiesto loro di rispondere personalmente, ma anche come coppia, proprio perché si sposeranno durante l’anno dedicato al giubileo straordinario della misericordia. E’ stato un valore aggiunto quello che Alessandro e Chiara ci hanno regalato come coppia, perché rispondere come futuri marito e moglie è stato un modo di ri-velarsi l’uno all’altra in un ulteriore passaggio di intimità e di fede. Sono riusciti a raccontarsi nella verità con grande delicatezza e profondità. Ecco cosa ci hanno raccontato. Che cosa significa per voi essere misericordiosi? Chiara: Se dovessi spiegare ad un bambino cosa significa, direi che è voler bene all’altro, ma se parlassi ad un adulto, aggiungerei che “l’essere misericordiosi” chiede di farsi piccoli per permettere all’altro di essere se stesso…così che cresca dando il massimo di sé.Alessandro: Insegnando alle medie, mi viene spontaneo usare un’immagine, quella del fiammifero bagnato. Essere misericordioso, per me, significa accudire quel fiammifero finché riesca a prender fuoco. Chi ha occhi di misericordia non vede un semplice fiammifero, ma una fiamma da accendere. Chiara continua: E’ importante la dimensione dello stare, del rimanere, del farsi immergere nelle situazioni, nei rapporti, non aver paura di fuggire…e non pensare di bastare a se stessi. Occorre lasciare spazio all’altro, un’apertura.Aggiunge Alessandro: Come coppia significa permettere che la misericordia dell’altro mi possa accogliere, perdonare… a volte diamo più importanza ai nostri vuoti, alle nostre mancanze… Lo spazio che lasciamo all’altro è un vero spazio di accoglienza.  Avete vissuto esperienze di misericordia nella vostra vita? Alessandro: Come coppia abbiamo vissuto la misericordia in diverse occasioni, ma ogni volta me ne rendo conto dopo. Devo continuare a camminare nella quotidianità con Chiara, poi fermarmi e guardare indietro, allora riconosco dei passaggi importanti di Dio nella nostra vita. Abbiamo vissuto la misericordia all’inizio della nostra storia, quando abbiamo scommesso il nostro stare insieme. Chiara: Poco dopo che ci siamo fidanzati, c’è stata un’esperienza particolare. Alessandro è stato ricoverato in ospedale ed io ero molto influenzata, perciò non potevo andare a trovarlo. Entrambi ci sentivamo vicini al di là del non poterci incontrare. Eravamo uniti oltre quello che pensavamo. Continua Alessandro: L’altro episodio di misericordia che stiamo ancora vivendo è iniziato quando abbiamo deciso di sposarci. Stiamo ricevendo molto di più di quanto stiamo dando. Uso un’altra immagine perché, come coppia, abbiamo lasciato una finestra aperta per sentire l’aria che tira fuori dalla nostra coppia. Ad esempio, Quelli dell’ultimo è un impegno cui contribuiamo ormai da diversi anni. Abbiamo organizzato anche un campo con i ragazzi della parrocchia… Sono impegni concreti che hanno un po’ rallentato la nostra preparazione al matrimonio, ma abbiamo fatto la scelta di non chiuderci e di avere un’attenzione all’altro. Chiara aggiunge: Abbiamo scelto di tenere l’altro dentro o di essere dentro l’altro. Ora li sentiamo presenti, anche se materialmente magari non fanno niente. Sentiamo la compagnia di tante persone in questi mesi di preparazione al matrimonio. Come coppia custodiamo le fatiche degli altri… Cerchiamo di voler bene, comunque. Questo “comunque” è un nostro modo di stare insieme. Se dipendesse da uno solo, qualche volta diremmo di no, ma stando insieme riusciamo ad accogliere. Personalmente, vivo un’esperienza di misericordia, quando sbaglio qualcosa e chiedo scusa ad Alessandro. Lui mi risponde sempre “io ti ho già perdonata” ed io sento vera questa sua affermazione. So che lui mi perdona. Non ho paura di perderlo, di litigare. Lui me lo dice, ma io lo sento e lo sperimento. Alessandro continua: Quando si inizia una cosa nuova, alcune cose non si percepiscono e non si vedono nella stessa misura… Tuttavia, più passa il tempo, e più mi rendo conto che c’è molto altro: le persone che abbiamo conosciuto certamente, ma con Chiara riesco a voler bene a persone che da solo farei fatica ad avvicinare. Una dimensione di “di più”. Dopo 4 anni che stiamo insieme, i conti non tornano perché c’è un di più… è Dio nella nostra vita.

Davanti a questa testimonianza così toccante, non è possibile non ringraziare Alessandro e Chiara, in modo particolare per aver avuto il coraggio di esporsi come coppia in un racconto tanto delicato e privato. Ci mostrano concretamente come la fede coinvolga sì la dimensione privata e personale, ma anche tutto il tessuto relazionale che ogni persona vive quotidianamente.
 
Naike Borgo