Misericordiosi come il Padre (6): La testimonianza di Franco Santacatterina in famiglia, in parrocchia, nel lavoro

 

Per la sesta intervista sulla misericordia abbiamo incontrato Franco Santacatterina, 53 anni, tecnico nel dipartimento di prevenzione, sposato con Grazia.  Vivono a Schio, nell’unità pastorale Sacro Cuore-Poleo-Santa Cateriana, ed hanno due figli. Da circa un paio d’anni sono genitori affidatari di un altro ragazzo. Franco e Grazia hanno una sensibilità missionaria che coltivano da anni e, come famiglia, hanno potuto vivere alcune brevi esperienze in Brasile, Mozambico… In parrocchia, tra le altre cose, Franco e Grazia sono impegnati nei gruppi sposi.  Franco, che cosa significa per te essere misericordiosi? Spesso insisto nel dire che il tratto distintivo di un cristiano, non è altro, e non può essere altro, che la misericordia, quella che  dona dopo aver “goduto” dell’amore Misericordioso del Padre verso di lui. Di questo sono ancor più convinto dopo che un frére, a Taizè, ci  ha fatto notare che nelle beatitudini, l’unico “comportamento” che viene ricompensato con la stessa “moneta” è quello dei misericordiosi … che riceveranno Misericordia. Personalmente mi piace pensare che neppure Dio sa donare di più.Vi confido che, quando papa Francesco ha annunciato un intero anno “dedicato” alla Misericordia, ho pensato che mi aveva fatto un fantastico regalo!Riflettendo sulla questione mi chiedo frequentemente: noi come possiamo ri-donare misericordia, come possiamo riversare sugli altri la Misericordia che Dio riversa su di noi?Per quello che ho capito io, la misercordia si coniuga con il verbo essere. E’ questione di atteggiamento. Ma quale atteggiamento fa la differenza? Credo valga la pena di farci aiutare da Gesù.Pensiamo, ad esempio, al brano della lapidazione dell’adultera (Gv. 8).Gli scribi e i farisei pensano di aver già fregato Gesù ponendo quella subdola domanda: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?».L’adultera è disperata e pronta a morire. Gli uomini sono già con le pietre in mano pronte a tirarle. Gesù si mette a scrivere con il dito per terra! Gesù non si mette a discutere su Mosè e la Legge, ma va oltre: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». Lascia la scelta agli uomini… Le pietre cadono per terra ed a uno ad uno vanno via.E alla fine Gesù si rivolge alla donna «Neanch’io ti condanno; và e d’ora in poi non peccare più».  Lascia la scelta alla donna …Gesù, donando Misericordia, si mette nei panni dell’altro, sa attendere, fa valere la propria opinione senza alzare la voce, sa ascoltare, sa prendersi cura di…Il valore aggiunto è l’amore Misericordioso del Padre che ci permette di capire che da soli non possiamo farcela, che ci permette di affidarci a Lui e di donargli le croci che da soli non saremmo in grado di portare! Se qualcuno ha fatto quest’esperienza sa che ciò cambia la vita! Ci rende “leggeri” e ci permette, almeno di provare a mettersi nei panni dell’altro,  ad attendere, a far valere la nostra opinione senza alzare la voce, ad ascoltare, a prendersi cura di… Franco, a proposito di fare esperienza, quando hai vissuto un’esperienza della misericordia di Dio nella tua vita?E’ stato durante un viaggio in Moldavia. Nell’estate del 2010 con Grazia e i nostri figli abbiamo deciso di vivere un viaggio di circa tre settimane proposto dal Gruppo mondialità dei salesiani di Schio. Il percorso che ci ha preparati a questo viaggio ha accompagnato noi e i nostri figli alla comprensione dei problemi del mondo partendo da testimonianze dirette. Quando siamo partiti, il gruppo che si era formato era davvero eterogeneo per età, formazione scolastica, cultura, provenienza… Basta pensare che i nostri figli erano adolescenti e con noi venivano anche pensionati che non conoscevamo. Tra l’altro, avevamo fatto una scelta non indifferente all’inizio dell’organizzazione del viaggio: saremmo andati in Moldavia con quello che è conosciuto come „il pullmino delle badanti“. Abbiamo incontrato situazioni che abitano la nostra società italiana, ma che non conosciamo, come la storia di una signora che tornava dopo 5 anni per l’inserimento scolastico della figlia che, probabilmente, non l’avrebbe riconosciuta. Il viaggio di andata è durato 30 ore, ma quello di ritorno 36…esattamente le stesse ore del viaggio che avevamo vissuto fino a Boa Vista, in Brasile! Ci attendeva un’esperienza difficile anche per le condizioni climatiche estreme: 40° all’ombra e 10% di umidità… Insomma, la convivenza di questo gruppo per tre settimane in questo contesto socio-culturale ci  pareva una vera sfida. L’esperienza di misericordia divina che io ho vissuto è stata un’alchimia incredibile, non ripetibile e che, inspiegabilmente, si è creata durante questo viaggio missionario. Il legante tra noi è stata proprio la misericordia. Abbiamo vissuto la fede, la speranza, la carità in una situazione di „benessere“ perché Qualcuno provvedeva a mettere insieme i pezzi. Tanti gli aspetti che hanno aiutato la preghiera insieme, il resoconto giornaliero proposto a turno anche dai ragazzi, l’ottima ospitalità ricevuta… ma di certo c’era Altro con noi e tra noi. Quel minimo – nell’adattamento e nell’apertura del cuore – che tutti abbiamo messo ha fatto da canale per l’Amore più grande che circolava tangibilmente tra noi.  Ascoltando le parole di Franco pareva di rivivere tutte le tappe di quel viaggio…e, rileggendo la sua prima risposta, si percepisce come „la misericordia come tratto distintivo di un cristiano che la ridona, dopo aver “goduto” dell’amore Misericordioso del Padre verso di lui“ sia davvero l’esperienza che Franco ha vissuto in un momento particolare della sua vita, ma cerca di vivere quotidianamente. Verrebbe da dire che tutto ha concorso al bene… di quel viaggio, di quelle vite che si sono incrociate profondamente, di quella diffusione di un bene più grande, ma soprattutto al diventare testimoni della misericordia dell’Amore più grande. Ringraziamo Franco che ha sottolineato come le esperienze straordinarie ci aiutano poi a vivere la quotidianità della vita.  

Naike Monique Borgo