Niente figli siamo italiani: un Paese che invecchia

Lunedì 15 febbraio la presentazione di un libro sul problema della denatalità

 

In fila ad uno sportello. Se fossimo nel 1971, 45 anni fa, intorno a noi ci sarebbero 11 over 65 ogni 100 persone; nel 2011 i cittadini con più di 65 anni sarebbero stati 21, il doppio nell’arco di soli 40 anni. Siamo sempre più vecchi, le coppie aspettano prima di concepire e nascono sempre meno figli. La natalità, in Italia, ha toccato il valore più basso, pari a 1,19 figli per donna, nel 1995. Oggi il dato si è assestato a 1,4 figli per donna. Cento anni fa il numero medio di bimbi messi al mondo era superiore a 4. Il declino della natalità si è improvvisamente arrestato negli anni Sessanta, con il fenomeno chiamato “baby boom”, per poi riprendere la picchiata negli anni Settanta, scendendo ben presto sotto il livello di rimpiazzo (il livello necessario a mantenere in equilibrio nel tempo una popolazione) di 2,1 figli. Dal 2004 in Italia i morti stanno superando i nuovi nati ed è un fenomeno valanga. In Veneto il sorpasso è avvenuto ben prima, nel 1983. Se andiamo avanti così siamo a rischio estinzione e l’italianità doc, con il suo bagaglio di cultura, usi, costumi e tradizioni piano piano evaporerà. Nella nostra regione, nel 2014 i morti hanno superato le nuove nascite di oltre 5mila unità, nel 1975 il saldo nati-morti era a quota più 20.000. Lunedì 15 febbraio, alle 18, al Centro culturale San Paolo di Vicenza, in via Carducci 22, si affronta ed analizza il problema denatalità in Italia e nel nostro territorio – con relative cause e conseguenze – con la presentazione del libro Niente figli, siamo italiani. Un paese con sempre meno bambini e un futuro sempre più incerto, in un incontro pubblico, ad ingresso gratuito, con le senatrici Erika Stefani (Lega Nord) e Rosanna Filippin (Pd), Giuliano Fabris, membro della Commissione famiglia Azione Cattolica. Introduce don Ampelio Crema presidente del Centro culturale che ospita e promuove l’evento assieme al nostro giornale, modera il direttore Lauro Paoletto. L’obiettivo del testo è riaprire nella comunità scientifica e nella società civile un dibattito serio e non strumentale sul tema della natalità e far maturare la convinzione che l’unico modo per far ripartire la società sia di riflettere concretamente sul sostegno alla natalità e alla famiglia, ponendolo al centro del dibattito politico e superando il preconcetto che queste tematiche appartengano a questa o quella parte politica. «C’è una strana mancanza di voglia di futuro – ha detto papa Ratzinger il 13 maggio 2004 (una parte del discorso è inserita nel libro ndr). I figli, che sono il futuro, sono visti come una minaccia per il presente. Ci portano via qualcosa della nostra vita, così si pensa, non vengono sentiti come una speranza, bensì come una limitazione. È come, continua papa Benedetto XVI –  che le famiglie italiane soccombessero al timore di fronte alla vita». Il dato è significativo anche a livello comunale e provinciale. Dal 2014 ai primi nove mesi del 2015, è come se un comune come Monte di Malo o Campiglia dei Berici fosse sparito; da circa 870mila abitanti siamo passati a 868mila, duemila in meno.

A Vicenza città, nel 2015 sono nati 818 bambini, l’anno prima erano 984. I neonati sono diminuiti sensibilmente a seguito di minori nascite registrate anche  tra i residenti con cittadinanza straniera, anche loro in calo.
 
Marta Randon
 
Articolo da La Voce dei Berici di questa settimana