La Diocesi di Vicenza esprime viva soddisfazione per la soluzione raggiunta sulla questione legata alla “Tabernula” di Tavernelle, situazione che costituiva un vero e proprio abuso edilizio sul terreno di proprietà della parrocchia di Santa Maria Nascente.
Un pensiero grato va a tutti coloro che si sono adoperati fattivamente per risolvere la delicata questione: in primo luogo al parroco don Danilo Meneguzzo, al Consiglio Pastorale e al Consiglio Affari Economici della parrocchia, alla Pro loco di Tavernelle.
Preme sottolineare come la Parrocchia di Tavernelle, consapevole della complessità della situazione, abbia sempre agito in pieno dialogo e sintonia con il Vescovo e con gli organismi diocesani preposti a dirimere questioni di tale natura.
Prova di tale correttezza è anche il fatto che la Parrocchia di Tavernelle abbia deciso – ben oltre quelli che sarebbero i propri doveri – di farsi carico delle spese di demolizione e di riedificazione della “Tabernula”, ritenendo di dover cristianamente operare per riportare la pace e la comunione tra le persone e le diverse realtà coinvolte in questa logorante vicenda. Il bene di tutti è evidentemente più importante delle ragioni di ciascuno.
Spiace constatare, viceversa, il comportamento di alcune persone che, anche di recente, hanno continuato a non voler comprendere la buona volontà espressa dai più per superare divisioni e incomprensioni e si sono ostinate, con comportamenti al limite della legalità e soprattutto per nulla cristiani, a fomentare discordie e divisioni all’interno della comunità parrocchiale e del territorio.
Ciò che conta comunque è che, una volta ottenute tutte le autorizzazioni necessarie, la Parrocchia ripristinerà a proprie spese la “Tabernula” per affidarne poi la gestione, in modo chiaro e trasparente, alla locale Pro loco e ridando così al territorio (questa volta nel rispetto di tutte le leggi vigenti) un importante spazio di incontro e socialità.
La Diocesi di Vicenza incoraggia pertanto tutti i cristiani della Parrocchia di Tavernelle e gli uomini e le donne di buona volontà che abitano quel territorio, a ritrovare sintonia e ad adoperarsi fattivamente per ridare pace alla comunità locale. In questo Anno della Misericordia sarebbe un esempio credibile per le nuove generazioni e un apporto concreto al bene comune.
