Pentecoste: una veglia di preghiera con il Vescovo per unire carismi e sensibilità diverse

Il mandato ai componenti dei nuovi gruppi ministeriali

 
L’unità nella diversità. È questo il senso che verrà espresso nella veglia di Pentecoste diocesana, in programma sabato 3 giugno, alle 20.30, in Cattedrale a Vicenza. Organizzata dalle associazioni e dai movimenti laicali, il significato di questa celebrazione sarà proprio quello di trovarsi assieme, ciascuno con le proprie peculiarità di aggregazione, per esprimere il senso di unità e comunione intorno al vescovo. La veglia sarà scandita da tre momenti: un primo che porta il titolo “Chiamati a formare l’unico popolo di Dio”, un secondo “Nell’unità e nella diversità” e un terzo che sviluppa il concetto “Per essere mandati”. Si susseguiranno momenti di riflessione accompagnati dalla Parola e dalle considerazioni del Papa riprese dalla lettera al cardinale Ouellet, presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, sul ruolo dei laici; e ulteriori parole provenienti dall’invito che il Santo Padre ha fatto all’Ac, al fine di dare una doppia visione, tra Parola e attualità. Saranno presenti tutti i gruppi che fanno parte del grande mondo associativo, da quelli più classici, come l’Ac, le Acli il Csi, ai movimenti, come i focolarini, il rinnovamento nello Spirito. «Questa veglia allarga lo sguardo alle tante realtà della Diocesi, mosse da quel soffio dello Spirito Santo capace di aprire il cuore all’incontro con il Cristo risorto. Un incontro che è sempre una novità dirompente per l’uomo di questo tempo che invoca guarigione, liberazione, salvezza» commenta padre Carlo Rossato, dell’Ordine dei Servi di Maria, consigliere spirituale diocesano del movimento ecclesiale Rinnovamento nello Spirito -. I gesti che accompagneranno la veglia saranno il mandato per i nuovi gruppi ministeriali e la consegna della riflessione sulle Unità pastorali al vescovo, mons. Beniamino Pizziol. «È una riflessione fatta a partire dalla nostra caratteristica laicale – spiega don Flavio Grendele, delegato del Vescovo per le aggregazioni laicali -, che sottolinea la necessità che queste Unità pastorali non siano solo una ristrutturazione organizzativa, ma si formino con lo scopo di avvicinarsi alla gente, dentro una corresponsabilità che prende tutte le dimensioni della Chiesa. È soltanto dentro un cammino condiviso che si può rispondere alle sfide odierne». «È un documento, quello che presenteremo al Vescovo, prodotto da tutte le associazioni. Qui vi indichiamo uno stile sinodale, con il desiderio di una comunione maggiore – aggiunge Roberto Rampazzo, delle aggregazioni laicali -. Le Unità pastorali saranno un momento fondamentale per il futuro, di riflessione generale, un modo per abitare il territorio con un impegno laicale molto forte. Ci vorranno inevitabilmente i laici, non i laici clericali». Margherita Grotto