Per Cineforum su immigrazione, intercultura e conflitti culturali (Film Italia)

 
 

Film (in Italia) La prima neve, di Andrea Segre, Italia, 2013, 105’.
La prima neve è quella che tutti in valle aspettano. È quella che trasforma i colori, le forme, i contorni. Dani però non ha mai visto la neve. Dani è nato in Togo, ed è arrivato in Italia in fuga dalla guerra in Libia. é ospite di una casa accoglienza a Pergine, paesino nelle montagne del Trentino, ai piedi della Val dei Mocheni. Ha una figlia di un anno, di cui però non riesce a occuparsi. C’è qualcosa che lo blocca. Un dolore profondo. Dani viene invitato a lavorare nel laboratorio di Pietro, un vecchio falegname e apicoltore della Val dei Mocheni, che vive in un maso di montagna insieme alla nuora Elisa e al nipote Michele, un ragazzino di 10 anni la cui irrequietezza colpisce subito Dani. Dal sito www.laprimaneve.com Italy Amore Mio, di Ettore Pasculli, Italia, 2013, 110’.
Alina, colta e matura ragazza di origine rumena, vive a Milano con il fratellino e i genitori. Sebbene segua un corso di cucito, ama la danza e quasi ogni giorno spia, da dietro i vetri, gli esercizi eseguiti dagli studenti di una scuola di perfezionamento. Per una strana serie di coincidenze riesce ad entrare nel corpo di ballo, pagando la sua retta con le pulizie degli ambienti e lavorando al settore costumi. Mentre stringerà un intenso rapporto con un insegnante, i colpi bassi di una compagna di corso le ostacoleranno la strada. Girato da Ettore Pasculli con il dichiarato intento di sensibilizzare su una precisa tematica sociale, Italy amore mio racconta le problematiche che spesso sono costretti ad affrontare gli italiani di seconda generazione. Nello specifico, questa ragazza, si trova ad affrontare una profonda frattura tra le abitudini (e spesso le costrizioni) legate alla propria etnia di appartenenza e quelle di un’Italia di cui si sente cittadina a metà. Dal sito www.mymovies.it La mia classe, di Daniele Gaglianone, Italia, 2013, 92′.
Un attore impersona un maestro che dà lezioni a una classe di stranieri che mettono in scena se stessi. Sono extracomunitari che vogliono imparare l’italiano, per avere il permesso di soggiorno, per integrarsi, per vivere in Italia. Arrivano da diversi luoghi del mondo e ciascuno porta in classe il proprio mondo. Ma durante le riprese accade un fatto per cui la realtà prende il sopravvento. Il regista dà lo “stop”, ma l’intera troupe entra in campo: ora tutti diventano attori di un’unica vera storia, in un unico film di “vera finzione”: La mia classe. Dal sito www.mymovies.it Sta per piovere, di Haider Rashid, Italia-Iraq, 2013, 91′.
Dove e’ casa mia? In Italia, dove vivo da quando sono nato, o in quel Paese lontano che non conosco da dove vengono mamma e papà?”. Queste le parole di Said, nome esotico per un caparbio ragazzo di 26 anni che parla toscano ed è nato a Firenze da genitori algerini.
Quando suo padre perde improvvisamente il lavoro, Said si vedrà negato il permesso di soggiorno e sarà costretto insieme al padre e al fratello a “tornare in patria”, in Algeria, un posto che lui non ha mai neanche visto. La sua natura combattente lo spingerà dunque ad appellarsi agli avvocati e alla stampa, nel tentativo di attirare l’attenzione sul problema degli immigrati di seconda generazione, intrappolati nei meandri dall’assurda e anacronistica legislazione italiana. Dal sito www.mymovies.it Alì ha gli occhi azzurri, di Claudio Giovannesi, Italia, 2012, 100′.
Nader ha sedici anni e una fidanzata italiana invisa ai genitori e alla legge islamica. Ma a lui, figlio della seconda generazione, non importa niente delle ‘tradizioni’, delle proibizioni, delle preghiere in Moschea, quello che desidera veramente lo prende subito, rapinando una drogheria, accoltellando un coetaneo, comprando una fedina e giurando eterno amore sulle note di Gigi d’Alessio. Dal sito www.mymovies.it Il villaggio di cartone, di Ermanno Olmi, Italia, 2011, 87′.
Una chiesa. Un parroco. Un’impresa di traslochi. La chiesa non serve più e viene svuotata di tutti gli arredi sacri, ivi compreso il grande crocifisso sopra l’altare. Restano solo le panche in uno spazio vuoto. Il vecchio prete sembra non sapersi rassegnare a questa sorte mentre il sacrestano ne prende atto. Ma, di lì a poco, un folto gruppo di clandestini in cerca di rifugio entra nella chiesa e, con panche e cartoni, vi installa un piccolo villaggio. Il sacerdote vede la sua chiesa riprendere vita ma dall’esterno gli uomini della Legge si fanno minacciosi. Dal sito www.mymovies.it Io sono Lì, Andrea Segre, Francia/Italia, 2011, 100’.
Shun Li lavora in un laboratorio tessile della periferia romana per ottenere i documenti e riuscire a far venire in Italia suo figlio di otto anni. All’improvviso viene trasferita a Chioggia, una piccola città-isola della laguna veneta per lavorare come barista in un’osteria. Bepi, pescatore di origini slave, soprannominato dagli amici “il Poeta”, da anni frequenta quella piccola osteria. Dal sito www.iosonoli.com Terraferma, di Emanuele Crialese, Italia, 2011, 88′.
Due donne, un’isolana e una straniera: l’una sconvolge la vita dell’altra. Eppure hanno uno stesso sogno, un futuro diverso per i loro figli, la loro Terraferma. Dal sito www.terrafermailfilm.it Cose dell’altro mondo, di Francesco Patierno, Italia, 2011, 90’.
Una città del Nordest d’Italia. L’immigrazione incide sul tessuto sociale. L’industriale Golfetto non la sopporta nella maniera più assoluta e scarica tutta la sua xenofobia in uno spazio a lui riservato nella tv locale che finanzia. Intanto fa ritorno a casa Ariele, un poliziotto con madre con Alzheimer e un tempo compagno della maestra Laura che ora attende un figlio da un africano. Un mattino però, dopo un fenomeno temporalesco anomalo, tutti gli extracomunitari e gli stranieri in genere scompaiono dal territorio. Bisogna arrangiarsi da soli. Dal sito www.mymovies.it Scontro di civiltà per un ascensore in Piazza Vittorio, di Isotta Toso, Italia, 2010, 96’.
In un condominio di Piazza Vittorio convive suo malgrado una comunità multietnica. L’ingresso alla palazzina è vigilato da Benedetta, portinaia intollerante e indiscreta sempre impegnata nella maldicenza e nella pulizia dell’ascensore. Asseconda la sua animosità la signora Fabiani, che adora il suo cane e disprezza Maria Cristina, domestica ecuadorena con figlia a carico e amante bengalese. Si prende comunque cura di lei e della sua bambina il professor Marini, docente universitario a cui Dandini, gestore di un bar e di appartamenti, ricorda fastidiosamente la sua milanesità. All’ultimo piano vivono invece i fratelli Manfredini: Marco, avvocato che ha smesso la toga in seguito al drammatico suicidio in carcere del padre, e Lorenzo “gladiatore” gagliardo che vive di espedienti e che morirà misteriosamente in ascensore. Amedeo, condomino modello col vizio della filantropia, verrà accusato del suo presunto omicidio. Proverà a difenderlo e a dargli voce Nurit, fuoriuscita iraniana in cerca di asilo politico e di un miracolo. Ostinata e persuasiva, la donna convincerà i litigiosi condomini ad assistere Amedeo, fino a farlo assolvere dall’incriminazione. Dal sitowww.mymovies.it Good morning Aman, di Claudio Noce, Italia, 2009, 103’.
Aman è un adolescente di origine somala, scappato da Mogadiscio e scampato alla guerra. Brillante e zelante lava le macchine in un salone d’auto, sperando di poterle presto vendere o addirittura guidare. Quando i giorni sono più bui e la Stazione Termini non è più abbastanza grande per contenere i suoi sogni, Aman sale sulle terrazze dell’Esquilino, immaginando una vita perfetta e un viaggio in Inghilterra. Concentratosi fino al sonno sulle sue aspirazioni, viene svegliato da Teodoro, un ex pugile depresso, sprofondato nel passato e incapace di combattere i suoi fantasmi. Soli e insonni, l’uomo e il ragazzo provano a loro modo a riempire l’uno la vita e la solitudine dell’altro. Dentro una notte romana troveranno con esiti diversi la soluzione al dolore e l’emancipazione dalla paura (di vivere). Dal sito www.mymovies.it. Recensione di Cristina Piccino “Good morning Aman, un doppio di clandestini” da Il manifesto dell’11 novembre 2009. Mar nero, di Federico Bondi, Italia/Francia/Romania, 2008, 95′.
Angela è appena giunta in Italia dalla Romania avendo trovato un posto come badante a Firenze. La donna anziana di cui si deve occupare è Gemma che ha un figlio sposato che vive a Trieste. Il marito le è appena morto e ha bisogno di aiuto. È però una donna dal carattere molto rigido e autoritario e fa fatica ad accettare che una sconosciuta le giri per casa. Progressivamente però si affeziona alla giovane romena che desidera mettere da parte un po’ di soldi per poi poter avere un figlio dal marito Adrian. Il quale però, durante le festività natalizie, smette di rispondere alle sue telefonate. Angela, che ha saputo che l’uomo è stato licenziato, vuole tornare in Romania per affrontare la realtà. Dal sitowww.mymovies.it. Bianco e nero, di Cristina Comencini, Italia, 2008, 100’.
Elena è devota alla sua attività come mediatrice culturale tra gli africani e le istituzioni italiane, ma inconsciamente spera che il suo impegno possa in qualche modo espiare i pregiudizi razziali dei genitori borghesi. Il marito Carlo non condivide il suo stesso entusiasmo e non ama accompagnarla alle serate benefiche promosse dall’associazione perché si sente fuori luogo. Finché non conosce Nadine, l’affascinante moglie senegalese del collega di Elena, e se ne innamora. Dal sito www.mymovies.it. La giusta distanza, di Carlo Mazzacurati, Italia, 2007, 106’.
Quando nel paesino di Concadalbero, alle foci del Po, arriva la nuova maestra elementare, la bella e cittadina Mara, la nebbia sembra diradarsi e gli occhi degli uomini tornano a guardare. È così per Giovanni, diciottenne al primo incarico di inviato per “Il Resto del Carlino” e per Hassan, meccanico tunisino stimato e rispettato, in una parola “integrato”. Sotto lo sguardo curioso del più giovane, nasce la storia d’amore tra i due adulti, dapprima sotto il segno dell’inquietudine (Hassan spia la ragazza al buio della sera), poi della passione, infine della tragedia. Solo trasgredendo alla regola della “giusta distanza” raccomandatagli dal direttore del giornale, che lo vorrebbe né indifferente né troppo coinvolto, Giovanni riuscirà a riportare la giustizia nel paese (l’Italia) dei giudizi scontati. Dal sito www.mymovies.it. Sotto la stessa luna, di Carlo Luglio, Italia, 2005, 93’.
Si dice, a volte, che siamo tutti “sotto la stessa luna”, ma bisogna vedere come ci si sta. La vita di due giovani rom, Pavel e Oliver, a Scampia, un quartiere periferico e a rischio di Napoli, non è facile: i due ragazzi, infatti, devono confrontarsi ogni giorno con una società che non accetta ancora il “diverso”, con il degrado morale e urbanistico e con il gruppo del giovane boss camorrista che imperversa su quel territorio. Poi c’è Franco che ha scontato in carcere la sua pena, ora è uscito e vuole ricominciare tutto senza più commettere errori; e Nino, il saggio barista del campo nomadi, che ricorda ai più giovani che – a differenza del modello di vita dei ragazzi affiliati alla mafia (a qualunque mafia) – una via d’uscita c’è . Dal sito www.mymovies.it Quando sei nato non puoi più nasconderti, di Marco Tullio,Giordana/Italia/Regno Unito/Francia, 2005, 105′.
Sandro è il giovane figlio di un industriale bresciano. La sua esperienza quotidiana lo mette a contatto con persone provenienti da diversi paesi extracomunitari ma la sorte che lo attende gliene farà sperimentare direttamente le profonde sofferenze. Infatti, nel corso di una vacanza in barca a vela verrà sbalzato fuoribordo, creduto morto dai genitori ma salvato e issato a bordo di una ‘carretta del mare’ che trasporta clandestini. Qui diventerà amico di due giovani romeni. Dal sito www.mymovies.it Il vento fa il suo giro, di Giorgio Diritti, Italia, 2005, 110′.
Quando si incontrano sul proprio cammino pellicole simili, vien da gridare che il cinema italiano non solo non è morto, ma si ha voglia di abbassare la testa e volgere lo sguardo altrove, vergognandosi persino di averlo pensato. Girato interamente nelle valli occitane del Piemonte, un ex professore decide di trasferirsi con tutta la sua famiglia – una moglie e tre figli – in un paesino di poche anime, sulle montagne, per poter vivere secondo natura. Nella diffidenza generale, Philippe e sua moglie vivono di pastorizia, cercando di raggiungere quel difficile equilibrio con le cose del mondo e con gli anziani abitanti del posto. Dal sito www.mymovies.it Lettere al vento, di Edmund Budina, Italia, 2002, 84′.
Niko ha cinquant’anni e vive in Albania. E’ disoccupato e, per sopravvivere, può contare solo sui soldi che gli invia il figlio Mikel, emigrato in Italia per lavoro. Anche se il denaro continua ad arrivare puntualmente, ad un certo punto il ragazzo smette di rispondere alle sue lettere e Niko perde le sua tracce. In paese qualcuno sa, ma nessuno vuol parlare. L’uomo decide di partire per Torino e scoprire da solo cosa è accaduto al figlio. Raccontare l’Albania oggi implica da un lato coraggio e dall’altra un rischio notevole: confrontarsi con l’Amelio di “Lamerica”, che già sembrava aver detto la parola definitiva sul tema. Va detto che, pur perdendo la sfida, “Lettere al vento” non sfigura. Dal sito www.mymovies.it L’ italiano, di Ennio De Dominicis, Italia, 2001, 88′.
Nel 1991 Giorgio, un giovane albanese con un po’ di sangue italiano nelle vene (il nonno faceva parte delle truppe di occupazione fascista italiane in Albania) sbarca, con migliaia di altri connazionali, sulle coste pugliesi. Ha sempre sognato di arrivare in Italia e spera che il fatto di avere un antenato italiano lo aiuti ad integrarsi meglio e più rapidamente nel nostro Paese. Ma le speranze muoiono in fretta, prima sull’Appennino abruzzese, dove continua a sentirsi un emarginato, e poi a Roma, dove entrerà a far parte di una banda di malavitosi. Il film è pervaso da una costante sensazione di ineluttabilità del destino, che sfocia in un amaro e rabbioso pessimismo. Dal sito www.mymovies.it Ospiti, di Matteo Garrone, Italia, 1998, 78′.
Gheni e Gherti, due giovani albanesi che fanno i lavapiatti a Roma vanno ad abitare in casa del fotografo Corrado che diventa presto amico del primo, mentre Gherti, più irrequieto e insofferente, lega con Lino (P. Mura), anziano immigrato sardo che ogni giorno accompagna in giro per la città la moglie, affetta da depressione e mania di persecuzione. Dal sito trovacinema.repubblica.it L’albero dei destini sospesi, di Rachid Benhadj, Italia, 1997, 106′.
Samir è un giovane marocchino che vive in Italia in una comunità di immigrati. È un ragazzo molto in gamba, intelligente, ma la vita che conduce gli va un po’ troppo stretta. Ma un giorno gli capita l’occasione di tornare in Marocco per portare al suo villaggio natìo soldi e regali che i suoi compagni sono riusciti a mettere da parte per le proprie famiglie. Appena partito, conosce una ragazza italiana, Maria, molto bella ma piena di problemi. I due diventano amici e alla fine Maria, anche per dimenticare tutte le sue preoccupazioni che la assillano, si lascia convincere ad accompagnare Samir in Marocco. Dal sito www.filmtv.it Terra Di Mezzo, di Matteo Garrone, Italia, 1997, 78′.
Tre episodi, ambientati nella cintura periferica di Roma, con immigrati (prostitute nigeriane, giovani albanesi in caccia di un lavoro qualsiasi, un egiziano che di notte si trasforma in benzinaio abusivo) che cercano di sopravvivere. 1° film di Garrone, nato, al pari di Libera di P. Corsicato, come cortometraggio (il 1° episodio, premiato al Sacher Festival di Roma) cui sono stati aggiunti gli altri due. Sono legati da una evidente coesione di un cinema dell’attesa e della sospensione, stilisticamente giocato a cavallo tra documentario e finzione, tra esterni e interni, tra luoghi pubblici e luoghi privati. Dal sitowww.mymovies.it Lamerica, di Gianni Amelio, Italia, 1994, 127’.
Un giovane va in Albania con un losco affarista che vuole aprire una fabbrica di calzature. Hanno bisogno di un prestanome e trovano un vecchio albanese. Ma questi fugge e il giovane lo insegue. Viaggiano insieme, ma nascono molti problemi. Oltre a essere dimenticato dal “socio”, scopre che il vecchio è in realtà un italiano. Intorno a loro un paese allo sbando che campa di stenti e guarda la televisione italiana. Prenderanno una nave che li riporta in Italia. Dal sito www.mymovies.it Un’anima divisa in due, di Silvio Soldini, Italia, 1993, 122’.
Pietro, separato dalla moglie e con un figlio, lavora in un grande magazzino di Milano, fa l’osservatore occulto. Controlla cioè se qualcuno commette furti. Conosce un giorno Pabe, una zingara che ha tentato di rubare, e vuole aiutarla a togliersi dall’ambiente dove l’hanno costretta a vivere. Allora fuggono lontano, ad Ancona, dove abita il suocero di Pietro e in seguito lei trova lavoro come cameriera in un albergo. La incolpano ingiustamente di furto. Se ne devono dunque andare ma ormai sono definitivamente uniti. Una storia sulle problematiche degli zingari in Italia, senza sermoni e con un “quanto” di ironia che rende tutto più credibile. Due culture completamente diverse a confronto. Dal sito www.mymovies.it L’articolo 2, di Maurizio Zaccaro, Italia, 1993, 106′.
Said Kateb, algerino, vive in un quartiere da poco sorto nelle campagne dell’hinterland milanese con la moglie Malika e i tre figli. Said è un immigrato della prima generazione con tutti i permessi in regola, quindi “diverso” rispetto ai tanti immigrati semiclandestini e disperati di oggi. Difatti, pur essendo musulmano, è decisamente integrato: ha un lavoro e con il suo stipendio può mantenere la famiglia e anche spedire, di tanto in tanto qualche risparmio a casa, in Algeria. La sua è un’esistenza fatta di fatica ma anche di grande dignità e fierezza e i suoi compagni di squadra, con i quali lavora agli scavi per una nuova linea della metropolitana, lo apprezzano e lo rispettano.Dal sito www.mymovies.it Pummarò, di Michele Placido, Italia, 1990, 100′.

Laureato in medicina parte dal Ghana per l’Italia in cerca del fratello venuto a lavorare come raccoglitore di pomodori. Onesto ed efficace film di impegno civile, didattico ed espositivo. Placido, aiutato da una robusta sceneggiatura, ha fatto un coraggioso viaggio attraverso le varie forme del razzismo quotidiano. Dal sito www.mymovies.it