Per una nuova stagione dell’evangelizzazione e della catechesi

[aggiunte le traduzioni] La lettera del Vescovo ai catechisti e alle catechiste della diocesi


La ricorrenza dei 90 anni dell’Ufficio diocesano per l’evangelizzazione e la catechesi ha dato l’occasione al Vescovo Beniamino di indirizzare una lettera – breve, semplice, chiara – alle/ai catechiste/i vicentine/i.Probabilmente altri due fattori – citati nel testo – hanno contribuito per tale scelta: la pubblicazione del documento della CEI “Incontriamo Gesù. Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia” (2014) e la sua Nota catechistico-pastorale “Generare alla vita di fede” (2013), sempre nell’ottica della nuova evangelizzazione e nello spirito della esortazione apostolica programmatica del ministero di papa Francesco “Evangelii gaudium” (2013).Tre sono i verbi che caratterizzano la lettera agli operatori della catechesi: amare, collaborare, coltivare. Innanzitutto il Vescovo esorta le/i catechiste/i ad amare la Chiesa, di cui sono espressione e al cui servizio si pongono per far crescere il Regno di Dio. “Essere cristiani è una chiamata d’amore” (papa Francesco il 25.06.2013). Ma amare la Chiesa domanda e comporta l’amore per le persone, per gli adulti e i ragazzi, accompagnati per divenire e vivere da cristiani, discepoli di Gesù. “Essere discepolo – scrive papa Francesco – significa avere la disposizione permanente di portare agli altri l’amore di Gesù e questo avviene spontaneamente in qualsiasi luogo, nella via, nella piazza, al lavoro, in una strada” (E.G. n° 127). Si ama la Chiesa amando pure il proprio ministero, vivendolo con gioia e piena dedizione. Il Santo Curato d’Ars (1786-1859) in una sua catechesi diceva che il compito del cristiano è di pregare ed amare. Il secondo verbo che ritorna nella lettera è collaborare. Il catechista oggi non può essere un operatore chiuso, solitario e isolato, ma deve essere aperto, capace di stare con gli altri, disponibile a lavorare assieme, in équipe. È chiamato a collaborare con le famiglie e i genitori dei ragazzi, che desiderano completare l’itinerario di fede e di iniziazione alla vita cristiana. È chiamato poi a collaborare con quanti nella zona svolgono funzioni educative (insegnanti, animatori…) a favore di una formazione completa dei ragazzi. Si tratta di una strada impegnativa e faticosa, ma porterà frutti buoni e farà crescere nelle comunità la corresponsabilità. Infine c’è il coltivare la propria formazione umana, cristiana e ministeriale. Catechista non si nasce, lo si diventa per chiamata corrisposta, per esperienza e competenza che si acquisiscono con il tempo, la preparazione specifica e una profonda spiritualità. “Quando si deve dare molto agli altri – scriveva Edith Stein (1891-1942), ebrea – filosofa – carmelitana – martire ad Auschwitz – occorre alimentare la propria vita spirituale”. Non si fa il catechista, si è catechista. È sempre l’essere il fondamento, la stella del proprio operare. “Sulla bocca del catechista – annota papa Bergoglio – torna sempre a risuonare il primo annuncio: ‘Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti’”(E.G. n° 164).Ringraziamo il Vescovo Beniamino per questo scritto, diffondiamolo e leggiamolo, commentiamolo nei nostri incontri formativi di gruppo nel corso dell’anno pastorale.Mons. Antonio Bollin
direttore dell’Ufficio per l’evangelizzazione e la catechesi ►LA LETTERA DEL VESCOVO AI CATECHISTI E ALLE CATECHISTE PER UNA NUOVA STAGIONE DELL’EVANGELIZZAZIONE E DELLA CATECHESI (pdf) (word)►

LA LETTERA DEL VESCOVO TRADOTTA IN (INGLESE)  (FRANCESE)  (SPAGNOLO)
La traduzione in inglese, francese e spagnolo è della prof.ssa Nadia Masiero.

►PRESENTAZIONE DELLA LETTERA DEL VESCOVO A CURA DI MONS. ANTONIO BOLLIN (Publisher©)►SCHEDA OPERATIVA PER LAVORARE IN GRUPPO O IN FORMA LABORATORIALE SULLA LETTERA DEL VESCOVO BENIAMINO AI CATECHISTI E ALLE CATECHISTE (Publisher©)