“Portate a chi soffre, a chi è nel dubbio e a chi è indifferente, la gioia dell’incontro con Cristo”: il Vescovo ai preti novelli

 
Di seguito l’omelia del Vescovo in occasione dell’ordinazione dei nuovi sacerdoti sabato 3 giugno in Cattedrale
 
Un saluto cordiale ai confratelli vescovi: mons. Francesco Sarego e mons. Alessio Saccardo.

    Carissimi fratelli e sorelle, consacrate e consacrati, presbiteri, diaconi, amici ascoltatori di Radio Oreb,

questo è un giorno di grazia per la nostra diocesi, giorno in cui il Signore ci fa dono di quattro nuovi presbiteri. Questo dono del Signore riempie di grande gioia l’intero popolo di Dio e il nostro presbiterio. Una gioia condivisa dai sacerdoti, dalle comunità di provenienza e da quelle dove stanno svolgendo il servizio pastorale questi candidati al presbiterato. Gioia vissuta e testimoniata dalla comunità del Seminario, con il suo Rettore, il Padre Spirituale, gli educatori e i docenti: a loro va la nostra stima e la nostra gratitudine.

    Desidero rivolgere un saluto affettuoso e riconoscente a voi, carissimi ordinandi presbiteri Luca, Stefano, Andrea e Davide, ai vostri genitori e familiari, e a tutti gli amici che vi accompagnano nella preghiera, con affetto e trepidazione.

    L’ordinazione presbiterale di questi nostri amici viene oggi illuminata dalla solenne liturgia della vigilia di Pentecoste.

    La lettura del profeta Gioele che abbiamo ascoltato si apre con un annuncio di grande consolazione e di grande speranza: «Così dice il Signore: “Io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni”» (Gl 3,1). Il profeta canta la nuova era della Storia della Salvezza che Pietro nel suo discorso di Pentecoste vedrà realizzarsi nella comunità dei credenti animata dallo Spirito Santo (Atti 2,17-21).
L’effusione dello Spirito di Dio non è solamente riservata ai capi carismatici ma è su tutto il popolo messianico, dai giovani agli anziani, dagli uomini alle donne, dai liberi agli schiavi. Tutto il popolo di Dio sarà pieno dello Spirito di Dio per rendere capace ciascuno di vivere secondo giustizia e santità.

    L’Apostolo Paolo, nella Seconda Lettura, presa dalla Lettera ai cristiani di Roma, afferma che lo Spirito opera, prega, accende il cuore e trasforma l’essere interiore della persona. Di grande consolazione per tutti noi e, in modo particolare, per voi ordinandi, è questa espressione: «Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza» (Rom 8,26). Per questo possiamo invocarlo come il “Consolatore perfetto, l’ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo” (dalla Sequenza).

    Nel Vangelo di Giovanni Gesù promette ai suoi il dono dello Spirito che sgorgherà dal suo costato trafitto «come fiumi di acqua viva» (Gv 7,38).

Lo Spirito Santo è il protagonista della Storia della Chiesa:
–    È lo Spirito che abita in pienezza nella persona di Gesù e ci introduce nel mistero del Dio Vivente.
–    È lo Spirito che ha animato la risposta generosa della Vergine Maria e dei Santi.
–    È lo Spirito che opera nei credenti e negli uomini di pace, e suscita la gioia dell’annuncio del Vangelo di Cristo.
–    Senza lo Spirito – lo sappiamo- non esiste possibilità di vita buona, né di rinnovamento personale ed ecclesiale.

    Carissimi Luca, Stefano, Andrea e Davide, con l’ordinazione presbiterale — mediante l’imposizione delle mani del vescovo e dei  presbiteri — voi riceverete il dono dello Spirito e sarete inseriti nella missione degli Apostoli. In forza di questo stesso Spirito e nel nome di Gesù potrete dire “questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”.
    Proprio in questo profondo e comune legame con il Signore potrete e dovrete vivere il dono e il dinamismo dello Spirito, così la missione vi metterà continuamente in movimento per portare a chi soffre, a chi è nel dubbio e anche a chi è indifferente, la gioia dell’incontro con Cristo.

    Carissimi, essere ordinati preti — in questo contesto sociale, culturale ed ecclesiale profondamente cambiato rispetto a un recente passato e sempre in continuo mutamento — appare più arduo e più complesso e richiede da parte vostra, e di tutti noi, più fede e più coraggio.


Desidero ora consegnare ai fratelli e alle sorelle qui presenti alcune riflessioni che ho proposto a voi, durante gli Esercizi Spirituali che vi hanno preparato a questo momento decisivo per la vostra vita e per la nostra Chiesa. Una riflessione, la mia, tratta dal nuovo sussidio preparato dai vescovi italiani sul “rinnovamento del clero a partire dalla formazione permanente”: «Per evitare che l’avvicendarsi delle stagioni renda il ministero alla stregua di un mestiere, al presbitero è richiesto un serio cammino spirituale di amore a Cristo e alla Chiesa