Preghiera per il lavoro con il Vescovo

Al Mercato Ortofrutticolo di Vicenza sul tema «Dio vide... tutto era molto buono»


«La preghiera per il lavoro al Mercato Ortofrutticolo di Vicenza, in occasione della festa del 1° maggio, vuole mettere a tema la fatica di vivere da cristiani nella crisi economica: è una sfida per la mentalità diffusa nella nostra società dove, come dice Papa Francesco, “le persone vengono scartate come fossero rifiuti”. Infatti, “che alcune persone senza tetto muoiano di freddo per la strada, non fa notizia”, mentre, “al contrario, un abbassamento di dieci punti nelle borse di alcune città costituisce una tragedia”».

Così don Matteo Pasinato, direttore dell’Ufficio diocesano di  Pastorale sociale del lavoro, giustizia, pace e custodia del creato, presenta l’incontro di preghiera dal titolo “Dio vide… tutto era molto buono”, che si tiene alle ore 20.30 di mercoledì 30 aprile 2014 con la partecipazione del Vescovo Beniamino Pizziol (guarda la locandina).

«Si tratta di un appuntamento semplice – prosegue don Pasinato -, pensato per far acquisire consapevolezza sul fatto che viviamo immersi nella “cultura dello scarto”. Papa Francesco dice che “pensiamo e viviamo in modo orizzontale, ci siamo allontanati da Dio e non leggiamo i suoi segni”… e perciò “la persona umana è in pericolo”. Infatti, quando le persone stanno bene e sono prese nel vortice del consumismo, non pensano al valore della vita, hanno paura di riflettere e di cambiare. Restano schiave dei soldi e delle mode e trascurano la vita dello spirito».L’incontro di preghiera si articola in tre momenti. Innanzitutto l’ascolto della Parola di Dio con la lettura di un brano tratto dal capitolo 8 del Libro di Amos, laddove il profeta descrive una situazione comune anche al nostro tempo: la vita del povero valutata il corrispettivo di un paio di sandali.

Poi la testimonianza di chi si impegna affinché nessuno sia scartato, offerta dalla Cooperativa sociale “Primavera 85”.

Infine, l’esortazione del Vescovo Pizziol affinché si abbandoni quella “cultura dello scarto” che è diventata “mentalità comune” e che “non ci fa più sentire la persona come valore primario da rispettare e tutelare”.