Preti secondo il cuore di Gesù alla scuola del beato Charles de Foucauld

Uniti a Gesù per essere nel mondo fratelli universali

 
Ogni anno in occasione della festa del Sacro Cuore di Gesù (istituita 160 anni orsono da papa Pio IX con l’indicazione di essere celebrata il venerdì dopo il Corpus Domini) in tutte le diocesi si celebra anche la Giornata per la Santificazione del Clero. La scelta del giorno fa pensare evidentemente alle parole di Gesù che invita i suoi discepoli dicendo: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore” (Matteo 11, 29). Guardando al cuore di Gesù i preti sono così invitati a vivere un momento di intensa preghiera e fraternità per rinnovare il proprio impegno apostolico e pastorale.
 
Quest’anno l’appuntamento per i preti vicentini si è svolto venerdì 3 giugno presso il Santuario di Monte Berico, divenendo così anche celebrazione del Giubileo diocesano dei Sacerdoti.
 
La meditazione, proposta dal monaco benedettino fratel Michael David Semeraro, è stata tutta incentrata sulla figura del beato Charles de Foucauld, di cui ricorre quest’anno il centenario della morte. Padre Semeraro non ha esitato a definire il beato francese un “profeta di un modo nuovo di essere preti”. Ma come può un mistico che ha vissuto buona parte della propria esperienza spirituale e della propria vita sacerdotale nel deserto del Sahara essere un modello per i preti diocesani? “Charles de Foucauld è una figura luminosa – spiega mons. Luciano Bordignon, organizzatore della giornata – e la sua testimonianza di vita può costituire un valido antidoto tanto al pericolo dell’imborghesimento del clero quanto a quello di una Chiesa che diventa noiosa perché si appesantisce in un attivismo che ne banalizza il messaggio e la vita”.
 
Come sottolineato da padre Semeraro inoltre, pur essendoci un’oggettiva differenza tra il nostro contesto ambientale e quello in cui visse il beato Charles de Foucauld, non fatichiamo a trovare diversi punti di contatto tra la sua e la nostra esperienza spirituale. Immersi in un mondo sempre meno cristiano, anche i preti diocesani sono chiamati a coltivare un amoroso rapporto con Gesù, sentendosi sempre suoi discepoli  e trovando in questo la capacità da vivere da fratelli con tutti.
 
Sono la scoperta della vita semplice, dell’ospitalità e di relazioni veramente umane – conclude mons. Bordignon – l’eredità spirituale più preziosa di questo piccolo grande beato, alla cui scuola ritroviamo Gesù e il suo modo di stare tra la gente”.

don Alessio Graziani
Su La Voce dei Berici di questa settimana due pagine di approfondimento sul sacerdozio e le ordinazioni presbiterali in diocesi