‘Prima che finisca maggio’ con Turoldo e Bepi De Marzi

In onda su Radio Oreb, TeleChiara e Tva gli ultimi giorni di questo mese. Il concerto è stato registrato nell'abbazia di Sant'Agostino.

Prima che finisca maggio, prima che finisca la primavera, ecco uno splendido e toccante pensiero alla Madre di Dio con gli inni composti dall’indimenticabile poeta padre David Maria Turoldo (“Servo di Maria e di nessun altro” lo definì mons. Nonis) e i canti del compositore Bepi De Marzi. A proporlo è lo stesso maestro arzignanese, che consolida qui la sua amicizia con il coro Cantamarilli, una formazione raffinata di sole voci femminili (nella foto grande) dirette da Nicoletta Tretto.

Ne è uscito un programma di una ventina di minuti, appunto “Prima che maggio finisca” con la regia di Silvio Scacco, trasmesso da Radio Oreb, da Telechiara e Tva proprio negli ultimi giorni di questo mese, registrato nella emozionante cornice dell’abbazia di sant’Agostino.

Nel dettaglio “Prima che maggio finisca” andrà in onda su Radio Oreb, sabato 29 maggio alle 20, domenica 30 maggio alle 18.30, lunedì 31 maggio alle 19.30. Su Telechiara, venerdì 28 maggio alle 22.40, domenica 30 maggio alle 17.15; su Tva, sabato 29 maggio alle 12. Si parte ovviamente con il delicato Ave Maria, che le nostre parrocchie farebbero bene a riscoprire e cantare al posto di altre pur note composizioni mariane; segue Sei la terra obbediente (“Il mio piccolo Magnificat” lo chiamava p. David) e Te Beata, sempre con i versi di padre Turoldo e l’affetto di De Marzi per i canti della tradizione che si riconosce nella struttura del brano, nella strofa con una propria melodia e una risposta che si innalza vigorosa dall’assemblea.

Petalo di rosa guarda invece alla malinconia della futura sposa, per l’ultima notte nella casa dei genitori, con il pensiero al futuro che un tempo, e forse non solo allora, avrebbe potuto riservarle non sempre piacevoli sorprese. Viene poi Laila, un nome ebraico per una ragazza che potrebbe uscire dal ghetto di Venezia: non è un canto di montagna ma sono i sentimenti di una giovane che, di fronte al monte Pelmo, desidera essere libera e forte come il vento e le nuvole.

Infine Dolinta, che prende il nome da Linta, il termine con cui in Altopiano si chiama il tiglio, il cui seme si stacca dalla pianta e va lontano col vento d’autunno per portare il profumo di maggio e dei tigli anche oltre le montagne.

È, anche quest’ultimo, un immancabile omaggio del suo sincero amico Bepi De Marzi al grande scrittore Mario Rigoni Stern, di cui ricordiamo i 100 anni dalla nascita.

Tratto dalla Voce dei Berici del 30/05/2021