Proclamare le meraviglie di Dio unisce l’unico popolo chiamato ad annunciare

Sabato 23 gennaio si è svolta la veglia nella Basilica dei Santi Felice e Fortunato

 
“Chiamati per annunziare a tutti le opere meravigliose di Dio” è stato il tema della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che le Chiese cristiane di tutto il mondo hanno celebrato, come ogni anno, dal 18 al 25 gennaio. Nella Diocesi di Vicenza, sabato 24 gennaio 2016 si è svolta la consueta veglia di preghiera ecumenica nella Basilica dei Santi Felice e Fortunato con la partecipazione di molti rappresentanti delle diverse confessioni cristiane presenti in Diocesi. William Jourdan, pastore della Chiesa Evangelica Metodista, ha introdotto la celebrazione ricordando ai presenti che le parole del tema di quest’anno “oltre a ricordarci la nostra comune vocazione, dovrebbero anche esprimere lo spirito del nostro stare insieme”. Il pastore ha continuato sottolineando che “non siamo chiamati per dovere d’ufficio, ma per annunciare”. “In un tempo, in cui le religioni sono spesso, di nuovo, al centro di dibattiti che sembrano voler mettere in luce il loro potenziale di “conflittualità”, – ha proseguito William Jourdan – cioè la loro capacità di mettere gli uni contro gli altri, è forse ancor più necessario che noi cristiani, con le nostre diversità e differenze, impariamo a vivere insieme questa chiamata ad annunciare le opere meravigliose di Dio”. Prendendo la parola per l’omelia, il Vescovo Beniamino ha motivato l’importanza del tema per la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani perché le prime cose da annunciare “sono la bontà e la bellezza di Dio, le qualità e le virtù di Dio, che si manifestano nella storia della famiglia umana”. Monsignor Pizziol ha continuato spiegando che “siamo noi il popolo che il Signore ha scelto di acquistarsi, di proteggere, di liberare, ma siamo un popolo che non è autoreferenziale, chiuso in se stesso”. E’ questo il motivo per cui siamo chiamati ad annunciare a tutti le opere meravigliose che il Signore ha compiuto, come dice l’apostolo Pietro nella sua prima lettera.Del miracolo delle nozze di Cana, vangelo proposto durante la veglia di preghiera, il Vescovo ha sottolineato che “rivela la qualità della presenza di Dio, nella nostra storia, nella nostra vita, a partire da una esperienza di gioia e di condivisione, come un banchetto di nozze”. L’evangelista, infatti, non scrive soffermandosi sui dettagli del miracolo, ma sottolinea la gratuità e la grandezza del dono che i commensali ricevono. L’ultima sottolineatura di Monsignor Pizziol è stata dedicata alla figura di Maria: “per la premura di Maria, la festa di nozze, invece di spegnersi, trova la sua pienezza”. Esattamente come è stato per l’esperienza della Chiesa che, a partire dal secondo millennio ha visto venir meno il “vino” della comunione e dell’unità, ma comunque “sono sorti uomini e donne ispirati” – ha detto il Vescovo Beniamino – “capaci come Maria, la donna del Vangelo, di orientare a Gesù per ascoltarlo e per ottenere dalla sua grazia il vino nuovo, il vino buono della comunione, dell’unità e della gioia”.In questo il Vescovo ha indicato la possibilità di un cammino futuro per ogni battezzato e per ogni chiesa verso l’unità di tutti i cristiani, per essere anche segno di unità dell’unico popolo chiamato ad annunciare le meraviglie di Dio. 

Naike Monique Borgo