Riapertura del ricovero notturno per senza fissa dimora nelle strutture della Caritas Diocesana

Si cercano volontari, coperte e altri generi di prima necessità


Con l’inizio di novembre è ripartito il prezioso servizio del ricovero notturno offerto dalla Caritas Diocesana. Si tratta di un servizio complesso, quello realizzato nelle due strutture di via Pasi (Casa Santa Lucia) e contrà Torretti (Casa San Martino), che però è fatto prima di tutto di volti e di storie.Anzitutto, i volti degli ospiti: volti giovani e volti pieni di rughe, volti di diverse nazionalità, che appartengono a persone di passaggio per pochi giorni, oppure a “vecchie conoscenze” che nonostante l’accompagnamento non riescono a rimettersi in carreggiata.E poi, i volti degli operatori e quelli dei volontari: quelli che gestiscono lo sportello dell’accoglienza, le cucine (insieme a quasi cinquanta gruppi provenienti da tutta la diocesi); ma anche quelli degli ospiti che sono diventati a loro volta volontari; ancora, i volti e gli sguardi dei giovani che qui fanno “volontariato di relazione”, perché chi è senza casa, oltre a un tetto e di un pasto, ha bisogno di ascolto e dialogo. E poi i volti dei volontari che coordinano i servizi di accoglienza e sorveglianza, o che fanno parte dell’unità di strada che ogni settimana gira per la città per scambiare due parole con chi vive all’addiaccio, nel tentativo di convincerli ad andare al caldo delle strutture (non solo quelle Caritas ma anche quelle del Comune di Vicenza).I pilastri dei due servizi sono sempre gli stessi: la promozione della dignità umana, il primato della relazione e la legalità. Le due Case offrono servizi diversi e complementari e sono attive tutto l’anno con percorsi individuali (il primo novembre adattano la loro attività in modalità anti-freddo, quindi accogliendo tutte le persone che ne hanno necessità e che accettano le regole-base di convivenza).Casa San Martino in contrà Torretti è il dormitorio, Casa Santa Lucia in via Pasi 8 offre invece mensa, segretariato sociale, docce, laboratori occupazionali e lavanderia. La prima, che può ospitare fino a 65 persone, nel 2016 ha offerto 16.373 pernottamenti a un totale di 364 persone (comprese 9 donne, la cui sistemazione notturna è avvenuta però presso l’albergo cittadino). Mediamente a Casa San Martino sono state ospitate 46 persone per notte, ma nei giorni più freddi dell’anno tutti i posti risultano occupati). 1600 le coperte distribuite alle persone che, pur non avendo un luogo dove dormire, non potevano o volevano dormire a Casa San Martino.Casa Santa Lucia, grazie a moltissimi volontari, ha distribuito invece nel 2016 ben 26.441 pasti caldi. Qui tre operatori e 14 volontari (spesso ex ospiti) incontrano quotidianamente i senza casa, promuovendone un percorso, se possibile, di integrazione sociale (593 le persone accompagnate l’anno scorso.10 delle persone accolte l’anno scorso hanno trovato lavoro con una prospettiva di continuità, 48 ospiti si sono spostati al Sud Italia per cercare lavoro stagionale come braccianti agricoli, almeno 34 sono andati all’estero per cercare lavoro e almeno 18 sono rientrate nei rispettivi paesi di origine, mentre sono state 3 quelle aiutate a tornare nel proprio paese per motivi di salute o di grave disagio personale. 7 gli ospiti che hanno trovato una sistemazione abitativa e 13 quelli che sono stati inseriti in programmi riabilitativi per problemi di alcolismo e dipendenze da droga. Infine, da ottobre 2014 è attivo un servizio di ascolto e consulenza medica con l’impegno di un medico volontario: gli ospiti privi di residenza – e quindi di un medico di base – hanno potuto confrontarsi con lui senza doversi rivolgere al pronto soccorso (nel 2016 sono state 105 le persone che si sono rivolte a questo servizio).Nel 2016 quella italiana è stata la nazionalità più presente al ricovero, con 76 ospiti, seguito dai cittadini marocchini (68), maliani (35) e tunisini (22). 

Caritas lancia un appello, anche nella video-intervista qui sotto: “cerchiamo volontari”!