Richiedenti asilo: dalla scorsa settimana sono 36 i giovani provenienti da Cameroun, Ghana e Nigeria ospiti del Seminario Vescovile

 
Ci scherza sopra don Carlo Guidolin: «Ho 36 nuovi seminaristi». Tanti sono, infatti, i richiedenti asilo ospitati nell’ala dell’ex seminario teologico che, fino a un mese fa, era la sede della comunità vocazionale “Il Mandorlo”, trasferitasi in contrà Santa Caterina. Gli spazi rimasti vuoti sono stati messi a disposizione della Prefettura di Vicenza.
 
«Sarà un luogo di prima accoglienza – aveva spiegato la scorsa settimana il rettore del Seminario, don Carlo Guidolin, al nostro giornale -. Qui verranno accolti i profughi arrivati in città e in attesa di venire trasferiti verso altri luoghi».
 
I primi arrivi sono avvenuti domenica 6 novembre, con 9 richiedenti asilo. A questi se ne sono aggiunti 5 lunedì, e mercoledì mattina sono arrivati gli ultimi 22. Sono stati alloggiati all’ex Mandorlo dopo la registrazione in Prefettura e la visita medica. I richiedenti asilo hanno un’età che va dai 18 ai 40 anni, provengono tutti da Paesi africani quali Ghana, Cameroun e Nigeria. A seguirli, sono i volontari della Croce Rossa: in quattro si alternano durante il giorno, mentre un operatore trascorre la notte assieme ai profughi.
 
«Dopo cena ci ritroviamo in refettorio e facciamo scuola – racconta un operatore -. Intanto abbiamo insegnato a contare fino a dieci, i nomi dei mesi e dei giorni della settimana. Stiamo anche insegnando parole d’uso quotidiano, fondamentali per la convivenza, come fame, sete, freddo e caldo». Tra inglese e francese, in qualche modo ci si capisce. Il riferimento per i richidenti asilo è Francesco, 18 anni, arrivato dal Cameroun: «Parlo pochino italiano, inglese meglio e francese senza problemi». È lui che fa da tramite tra gli operatori della Croce Rossa e i suoi compagni di viaggio. Francesco, come gli altri, è arrivato a Mestre da Brindisi, dopo aver attraversato il Mediterraneo. Una volta a Mestre, è stato mandato a Vicenza. Lui e i suoi compagni sono cordiali, salutano sorridendo, anche se sono poche le parole italiane che conoscono: “Buongiorno”, certamente, e poi i numeri da 1 a 10, i giorni della settimana e i dodici mesi, scanditi ad alta voce, in coro, con una punta di orgoglio per averli imparati in fretta.
 
Nei giorni scorsi, i locali erano ancora in fase di “arredamento”. Volontari della Croce Rossa e richiedenti asilo hanno sistemato brandine e letti, materassi e coperte, fatto le pulizie e organizzato la dispensa. I profughi verranno alloggiati in 18 camere, ognuna da due posti.
«Dai primi contatti che ho potuto avere con gli operatori, ho constatato che la Croce Rossa è formata da persone in gamba, motivate e attente umanamente – commenta don Carlo -. Ora capiremo come coinvolgere i giovani del seminario. Vorremmo che la presenza dei richiedenti asilo andasse al di là del semplice mettere a disposizione degli spazi».
 
Andrea Frison