Ricordare – Le “carte tessuto” di Roberto Floreani rievocano la Grande Guerra

Fino al 25 novembre al Chiericati

Non possiamo negarlo: è un sentimento di diffidenza o quantomeno di disagio quello che in genere proviamo davanti ad un’opera d’arte astratta. Ciò che non è figurativo e dunque immediatamente riconoscibile crea disorientamento e in molti casi rifiuto. Ma se si ha la pazienza della contemplazione silenziosa e magari  la possibilità di essere guidati a comprendere questo linguaggio fluido, evocativo e libero dai normali vincoli stilistici e comunicativi, allora si dischiude, inatteso, un mondo intero, fatto di emozioni, idee,intuizioni, sentimenti e ricordi.

 Ricordare è il titolo del nuovo progetto espositivo di Roberto Floreani aperto negli Interrati palladiani di Palazzo Chiericati a Vicenza fino al prossimo 25 novembre. Oggetto (o forse anche occasione) del ricordo sono “le vestigia di quell’immane e lacerante tragedia” che fu la prima guerra mondiale. Definizione inaspettata questa della Grande Guerra sulle labbra di Floreani, cultore e quasi erede spirituale di quel  movimento futurista accusato da taluni di aver contribuito a gettare l’Italia proprio nell’inutile strage. Floreani, futurista nell’animo, è tuttavia anche cercatore appassionato di Dio e la sua produzione artistica esprime un afflato che libera l’arte contemporanea dal comune pregiudizio di aver perso, assieme all’immagine della natura e dell’uomo, anche la traccia di ciò che è divino e spirituale.

Il primo conflitto mondiale rivive così nelle opere di Floreani esposte al Chiericati grazie ai piccoli reperti bellici da lui stesso raccolti fin dall’adolescenza sull’altopiano di Asiago e ora incastonati, quali gemme preziose, in quindici carte tessuto, lavorate a mano con l’amore dell’artigiano e l’estro dell’artista. Umili pezzi di filo di ferro, piccole schegge di granata, semplici graffette arrugginite iniziano così a parlare di quanto vissero decine di migliaia di giovani soldati in fredde notti di luna piena, con il cuore scaldato dalla forza di un ideale o più spesso dal ricordo di un affetto lontano. Ogni singola carta tessuto riporta ad un istante preciso dell’esperienza della guerra e ci fa rivivere le sue emozioni: il fronte, la trincea, le notti illuminate dalla luna, l’effimera gioia di qualche vittoria, la pioggia di granate, la paura che al conflitto non vi possa essere termine. Ma vi è anche, in una fine che poi è un inizio, un “ritorno a casa” che apre alla speranza e ci riconsegna le chiavi di una pace ritrovata e che ora spetta a noi, proprio a ciascuno di noi, custodire, nel Cuore e nello Spirito.
 

Alessio Graziani