Scuola del Lunedì

Il professor Fumagalli spiega la struttura dell'esortazione apostolica "Amori Laetitia"

 
“Nessuna famiglia è una realtà perfetta e confezionata una volta per sempre, ma richiede un graduale sviluppo della propria capacità di amare”. Con queste parole Papa Francesco indica nella recente Esortazione Apostolica Amoris Laetitia un criterio fondamentale per la comprensione della famiglia. Proprio questa sottolineatura è stato il nucleo centrale della relazione di don Aristide Fumagalli, professore di teologia morale al Seminario Arcivescovile di Varese e alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano.
La novità del nuovo documento sulla famiglia non è dunque un nuovo modo di amare, ma riuscire a  raccontare il comandamento dell’amore dentro dinamiche umane e che comprendono anche il desiderio dell’altro. Il matrimonio cristiano porta la famiglia a diventare chiesa domestica ovvero una forma nuova di annuncio del Vangelo e, di conseguenza, il racconto vivente e concreto dell’Amore di Dio oltre che un fermento nuovo per la società. “Assumendo come regola il comandamento dell’amore, così come Gesù l’ha indicato, chi può ritenersi regolare?” – ha affermato don Fumagalli – “Allora, possiamo dire che siamo tutti in un cammino graduale e che esistono modi imperfetti di amare”, ha concluso. Questo modo imperfetto nasce dal fatto che viviamo in un tempo di crescita del grano buono e anche della zizzania. A nessuno il Signore Gesù chiede di preoccuparsi di non far crescere la zizzania, quanto piuttosto di tollerarla, ma di impegnarsi per far crescere il grano buono. Guardando alla propria vita con questa prospettiva, ciascuno potrà riconoscersi in cammino e quindi mai arrivato definitivamente. Un altro punto particolarmente rilevante in Amoris Laetitia, secondo il presbitero milanese, è il discernimento, che ha sempre una doppia sfaccettatura: quella pastorale e quella personale. Papa Francesco indica questa pratica come lo strumento per comprendere che “il grado di responsabilità non è uguale in tutti i casi”. In particolare, si fa riferimento alle situazioni di sofferenza, quelle “cosiddette irregolari”, ma all’interno di queste l’invito caldeggiato dal Pontefice è di considerare il singolo caso e di ascoltare la coscienza dei coniugi. Le indicazioni di Papa Francesco riprendono quelle già date precedentemente da Giovanni Paolo II nell’Esortazione Apostolica Familiaris consortio, tanto che don Aristide ha provocato alla riflessione chiedendo “Quante persone effettivamente vivono il sacramento del matrimonio senza sapere cosa stanno vivendo? Come possono rendersene conto se non ascoltano la Parola, non celebrano i sacramenti e non vivono in una rete di persone che sostenga il loro cammino?”. Usando uno slogan provocatorio, il relatore ha detto che dovremmo passare “dalla convenzione del matrimonio alla convinzione del sacramento”. In questo processo di maggior comprensione della propria scelta di fede, il Papa invita tutti alla formazione delle coscienze, non a sostituirsi ad esse. “La logica che attraversa tutta Amoris Laetitia” – ha concluso don Fumagalli – “è quella dell’integrazione ovvero di non lasciare fuori nessuno, favorendo il cammino che porta a vivere la misericordia dell’Amore Suo (di Dio) testimoniata dalla Chiesa laddove c’è miseria”. Il cammino indicato pare la sfida attuale per ogni cristiano, in ogni vocazione, perché solo tenendo presente il passo di ciascuno e favorendo la rete di comunione si può permettere ad ogni uomo e donna di scoprire la ricchezza della vita cristiana, in particolare nel sacramento del matrimonio. Naike Monique Borgo  Ascolta la registrazione audio: