Semplicità e creatività nei Calici e Pissidi dopo il Concilio Vaticano II

La mostra al Museo Diocesano fino al 28 maggio. Ingresso gratuito

 
 Il Concilio Vaticano II, “la grande grazia di cui la chiesa ha beneficiato nel secolo XX” (Giovanni Paolo, Lett. Ap. Novo millennio ineunte [6 gennaio 2001] 57), è stato un concilio “pastorale”, che aveva come finalità l’aggiornamento dei contenuti della fede e della collocazione della Chiesa nella storia e tra gli uomini.

La liturgia è stata oggetto della riflessione conciliare, con la promulgazione della Costituzione Sacrosanctum concilium. La Chiesa del Vaticano II ha dato inizio al rinnovamento di se stessa alla luce del Vangelo. E’ proprio partendo dalla rilettura del Vangelo che si è avviato il lavoro sulla riforma liturgica; secondo il Concilio i riti, così come la suppllettile sacra, devono splendere per nobile semplicità, devono essere trasparenti nella loro brevità e senza inutili ripetizioni, devono adattarsi alla capacità di comprensione dei fedeli e non devono aver bisogno di molte spiegazioni. La mostra, aperta al Museo Diocesano dal 10 marzo al 28 maggio 2017, ha lo scopo di esporre e valorizzare i calici e le pissidi -provenienti dalla Diocesi vicentina e da altre sei diocesi del Triveneto- che risentono di questa svolta della Chiesa, recuperando l’aspetto minimale voluto dal Concilio Vaticano II, aspetto sì semplice ma carico di bellezza. Nei nostri musei diocesani molto spesso si espongono calici pregevoli per fattura e preziosi per la scelta dei materiali, ma nella maggioranza dei casi riferentesi alla liturgia prima del rinnovamento conciliare. Questi oggetti, più semplici nelle forme e talvolta nella scelta del materiale usato, ci raccontano la fatica e la creatività di questa stagione nei decenni precedenti e seguenti il momento conciliare.


L’ingresso è gratuito.
 
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