Tra i diversi appuntamenti della Settimana della Scuola si segnalano in particolare domenica 9 ottobre la celebrazione di inizio anno scolastico (scarica il sussidio) in tutte le parrocchie della diocesi (con una speciale animazione laddove sono presenti scuole dell’infanzia aderenti alla Fism); seguiranno poi due tavole rotonde di confronto tra le diverse agenzie educative (la prima lunedì 10 ottobre alle 20.30 al Centro giovanile di Lonigo; la seconda mercoledì 12 ottobre alle 20.30 a Casa Mamre di Bassano del Grappa); infine venerdì 14 ottobre al CFP San Gaetano di Vicenza a partire dalle 18.30 si terrà un seminario sull’alleanza educativa con la presenza del vescovo Pizziol e di Davide Guarneri, già presidente nazionale dell’AGE). La visone del film “Il rosso e il blu” di Giuseppe Piccioni (2012) chiuderà la serata.
Venerdì 14 ottobre, al Centro di Formazione Professionale San Gaetano di Vicenza (Stradella Mora), si conclude la settimana diocesana della scuola con una serata ricca di contenuti e proposte: alle 18.30 ci sarà il seminario di studio, aperto a tutti, con gli interventi del vescovo Pizziol e di Davide Guarneri, responsabile per la Pastorale della scuola di Brescia (già Presidente nazionale Age); quindi un semplice buffet curato dagli studenti del Cfp, e a seguire la proiezione gratuita del film “Il rosso e il blu” (di G. Piccioni, 2012) che idealmente conclude, attraverso l’immagine cinematografica, il percorso della settimana.Il seminario di studio si concentrerà sul tema di un’alleanza educativa vera, concreta, reale tra mondo della scuola, famiglia e territorio.Davide Guarneri si è speso molto nella sua professione di educatore e di genitore su questo tema, dedicandovi studi e approfondimenti che partono dalla sua esperienza concreta. Sono due le domande di fondo che accompagneranno la sua riflessione: è proprio necessario sviluppare un dialogo efficace tra la scuola la famiglia e il territorio? E soprattutto, è possibile? Se infatti è non solo utile ma necessaria la partecipazione dei genitori nella scuola, dato che i genitori sono a tutti gli effetti “componente” della comunità scolastica, è pur vero che permangono delle criticità che si incontrano quotidianamente. In un recente articolo Guarneri ha riassunto in alcuni punti alcune di queste difficoltà:Innanzitutto la diversità di linguaggio: la scuola ha un proprio vocabolario tecnico spesso incomprensibile alle famiglie, conosciuto e praticato solamente dalle circolari o dagli addetti ai lavori. Tra organici di diritto e di fatto, Pof e Pei, Bes, Fil e Pai, le parole della scuola non sono le parole dei genitori, ai quali, peraltro, nessuno ha mai fornito le “istruzioni per l’uso” dell’essere genitore a scuolaC’è poi lo smarrimento del senso di molti adempimenti scolastici, via via disertati col passare degli anni. Si tratta di “riti” come l’assemblea di classe nella quale gli insegnanti presentano le diverse programmazioni, o come il consiglio di classe nel quale, dopo che tutti i docenti hanno parlato, si chiede ai rappresentanti dei genitori se hanno qualcosa da dire (in genere “no, grazie, non abbiamo sentito nessuna lamentela”), o ancora il colloquio (individuale o generale) che inizia con l’espressione “non ci siamo proprio”. I genitori chiedono, invece, di partecipare a incontri utili, senza sentirsi giudicati.E ancora la scarsa formazione dei genitori ad essere “genitori-nella-scuola”. Non è detto che un genitore, magari con laurea e sensibilità personale, necessariamente conosca i dettagli delle norme e del funzionamento della scuola. Nessuno pensa ad introdurre i genitori eletti nel loro ruolo (difficile) di rappresentanza, eppure sono chiamati ad esprimersi e votare su progetti e bilanci.A questo si aggiunge la scarsa conoscenza e valorizzazione degli strumenti a disposizione: può benissimo succedere che Pof, Patto di Corresponsabilità educativa, Rapporto di Auto Valutazione siano percepiti, sia dagli insegnanti che dai genitori, come adempimenti burocratici più che occasioni per un processo virtuoso di confronto e miglioramento continuo della qualità.Ostacoli frapposti tra scuola e coinvolgimento dei genitori, frutto di interpretazioni delle norme restrittive ed escludenti. Privacy, sicurezza, ristrettezze di bilancio sono spesso invocate per inibire ogni spunto creativo e innovazione. Dall’impossibilità del rappresentante di classe di comunicare ai genitori, poiché sarebbe vietato fornirgli l’elenco con gli indirizzi, al divieto avanzato al genitore programmatore informatico di sistemare gratuitamente i pc del laboratorio, fermi da mesi: su questi intoppi spesso si incaglia la partecipazione.Per andare oltre queste criticità, secondo Guarneri, è importante operare un cambio di paradigma intorno alla consapevolezza che la scuola dell’autonomia è del territorio, il quale ha l’obbligo di interrogarsi su quale scuola desidera promuovere.Nel territorio vivono infatti le famiglie, le associazioni, il volontariato e lo sport. Risultano interessanti quelle esperienze (purtroppo rare) di “Patti territoriali di corresponsabilità educativa”, che coinvolgono, a partire dalla scuola, i soggetti educativi della comunità (scuola, parrocchia, associazionismo sportivo e culturale, ente locale, biblioteca, genitori…). Concettualmente l’introduzione di questi “Patti” evoca una dinamica centrata sulla reciprocità e fiducia: operazione purtroppo difficile da concretizzarsi nelle nostre scuole. L’esperienza però dimostra che, laddove l’istituzione apre le porte ai genitori, la scuola si avvantaggia di una risorsa e di collaboratori insostituibili, poiché i genitori (soprattutto se riuniti in associazione) sono uno snodo di raccordo con il territorio, con la realtà economica, socio-culturale e politica.Genitori e insegnanti, oggi, nella complessità, sono chiamati ad esprimere fiducia gli uni verso gli altri, impegnarsi a lavorare insieme senza pretendere di esautorare l’altro. Nell’educazione del XXI secolo, insiste Guarneri, è finito il tempo dell’affermazione di “poteri” e “posizioni”, è il tempo di autorevolezze e competenze che si mettono in gioco, indipendentemente dal proprio ruolo. Su questo e altro ancora ci confronteremo venerdì 14 ottobre: vi aspettiamo.Dino Caliaro