Si è concluso il percorso diocesano “Fratelli tutti”

Molte le provocazioni dagli otto incontri

Il percorso formativo diocesano proposto per il 2021 ‘’Fratelli tutti-radici e fioriture’’ si è concluso il 24 novembre con la tavola rotonda ‘’Aprite le strade di fraternità’’.

Il Centro diocesano ‘A. Onisto’ ha fatto da sfondo a questa proposta che in otto incontri ha scandagliato il tema della fraternità e dell’amicizia sociale, nodo centrale dell’enciclica ‘’Fratelli tutti’’ di Papa Francesco. Questo cammino non voleva essere una sintesi dell’enciclica ma ha aspirato ad andare oltre. Dopo l’apertura del percorso, affidata alla veglia missionaria ‘’Testimoni e profeti’’, è stato affrontato innanzitutto il tema della barbarie globale che accomuna tutti e che tiene distanti dalla vera fraternità. Un termine forte a cui si affiancano gli altri due punti centrali della riflessione: l’amicizia e il servizio. Approfondendo la parola amicizia, elemento della vita della comunità, si volge infatti lo sguardo sia alla politica dei nostri giorni sia alla metafora della barca. Siamo tutti sulla stessa barca, dunque siamo tenuti a fare una scelta: facciamo a pugni o remiamo insieme? Il tema del servizio, invece, ci porta a domandarci quale sia il progetto di chiesa e società che intendiamo costruire. Ed è partendo dall’animazione della comunità e dalle piccole azioni dei singoli che si recuperano la fraternità e le sue radici. Alle radici bisogna dare nutrimento, partendo dal discernimento di ognuno di noi, fino a giungere ad una sinodalità. Come ci insegna la parabola del fico infruttuoso (Lc. 13, 6-9), tutti i cristiani sono contadini alle prese con un albero, che seppur infruttuoso, è ancora piantato. Così è la fraternità, che va recuperata a partire dalle radici, scongiurando il rischio di remare da soli e abbandonando l’individualismo della nostra società. Bisogna verificare di chi e di cosa si è a servizio: se del bene comune o della nostra immagine. Mancano condivisione e coinvolgimento. Non basta essere fratelli di sangue, bisogna portare la fraternità in tutti i rapporti umani e sconfinare al di fuori della cristianità, affinché le nostre comunità siano lievito per tutti.

Con questi appuntamenti è stato fatto un esercizio di vero ascolto, non un semplice sentire. Tra i partecipanti riecheggiava la parola ‘gratitudine’. Gli incontri sono stati aperti a tutti e hanno visto l’intervento di relatori con esperienze e vocazioni molto diverse. La consapevolezza della necessità di avviare una formazione continua dei laici è stata rinforzata, così come la conclusione di questo percorso è diventato un’ulteriore partenza: c’è molto da imparare ed i temi affrontati sono in costante evoluzione. Si torna a casa con molte più domande, quelle che fanno crescere nella vita e nella preghiera.

 

Lucia Dall’Asta