Siamo nell’era dell’Antropocene

Registrazione e sintesi della Scuola del Lunedì

 
 Il 15 febbraio al Centro Onisto si è tenuto il terzo appuntamento della Scuola del Lunedì. Relatore dell’incontro è stato il professor Andrea Pase, professore di geografia dell’Università degli Studi di Padova, specializzato nell’analisi del territorio Veneto e di quello dell’Africa sub-sahariana.

L’incontro, dal titolo “Lettura della situazione del territorio vicentino rispetto alle esigenze dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile”, ha continuato l’approfondimento sull’Enciclica Laudato Si’ di papa Francesco.“Siamo in una nuova epoca – ha esordito il professor Pase – in cui l’uomo ha radicalmente cambiato l’ecosistema della terra, ecco perché il Papa ha, a ben ragione, scritto questa enciclica sulla cura della casa comune”.Partendo da un approfondimento sulla situazione del lago Ciad, situato nella parte centro settentrionale dell’Africa, il professore ha evidenziato come l’uomo in quel territorio abbia sempre vissuto in maniera solidale con il territorio, considerandolo come dono di Dio e adattandosi ai suoi cambiamenti in modo flessibile. Dagli anni ’50 però quest’ottica è cambiata: si è iniziato a vedere il territorio come una risorsa da sfruttare economicamente, modificandola e cercando di farla rendere di più. Non sempre questo approccio ha avuto successi, risultando vittima dei cambiamenti della natura e risultando fallimentare in diversi casi, come quello, appunto, del lago Ciad.“Nell’antichità la concezione dello spazio in cui si viveva era differente – ha spiegato il relatore. La stessa conoscenza del mondo era limitata, ma con lo sviluppo tecnologico dei mezzi di comunicazione e di trasporto si è sempre più presa coscienza di quello che ci circondava. La data del cambiamento può essere fissata nel 1595, anno in cui venne realizzata la mappa di Jodocus Hondius. Da questo momento il mondo diventa sempre più piccolo, non in termini dimensionali, ma per la sempre maggiore facilità a spostarsi da un punto ad un altro”.L’intervento dell’uomo sul mondo è diventato da allora sempre più marcato, tanto che l’epoca contemporanea è stata definita da  Paul Crutzen premio Nobel per la Chimica “Antropocene”.“Questo periodo che stiamo ancora vivendo ha visto un profondo cambiamento anche nel come noi viviamo il mondo e la nostra storia – ha spiegato il professore –  e se prima si vedeva il passato come esito di quanto fatto prima ed il futuro era atteso in maniera collettiva, ora la frattura tra presente, futuro e passato e netta: il futuro è visto come una sfida del singolo, che deve farcela e cavarsela con le proprie forze. Questa nuova visione carica le nuove generazioni di una grande, forse eccessiva responsabilità. Oggi si pensa che il meglio non è più davanti, i figli per la prima volta ritengono che la loro condizione sarà peggiore di quella dei propri genitori e questo è un sentimento nuovo nella storia dell’uomo.”Andrea Cappellari Ascolta la registrazione audio dell’incontro cliccando qui sotto: