“Siate sacrificio di lode per il mondo, donando tempo, forze, energie e vita”

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Sabato 6 giugno, solennità del Corpus Domini, in una cattedrale gremita di fedeli, in trepida attesa e visibilmente emozionati, il vescovo Beniamino ha ordinato sette nuovi preti.

“Si tratta di un dono grande – ha detto più volte il Vescovo durante la celebrazione – è una gioia grande per tutti, in particolare per i nostri nuovi presbiteri. La loro gioia – ha continuato mons. Pizziol – è vissuta e testimoniata anche dalla presenza di tutta la comunità del seminario”.
La gioia è stata il filo conduttore di una celebrazione toccante e commovente, fatta di gesti antichi, cui non ci si può abituare per non banalizzare un momento tanto importante per la Chiesa tutta.
E l’intera Chiesa universale era in qualche modo rappresentata grazie a don Raffaele Refosco, appartenente all’Associazione Operazione Mato Grosso, che ad ottobre partirà per la diocesi di Huari, in Perù, la Chiesa dove svolgerà il suo ministero.

Ai presbiteri diocesani si sono aggiunti, invece,  don Fabio Piva, don Simone Emanuele Bonello, don Riccardo Pincerato, don Luca Lunardon, don Daniele Pressi e don Mattero Casarotto.
Particolarmente significativi i passaggi sottolineati dal Vescovo nell’omelia: “l’ordinazione presbiterale è illuminata dalla liturgia del Corpus Domini. – ha detto mons. Pizziol – Le parole di Gesù nel Vangelo di oggi «Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue» ci riportano a quella sera, nel cenacolo, che per il Signore Gesù è stata l’accettazione e l’accoglienza della sua morte: un’alleanza più forte di tutti i peccati”.

“Cristo vi ha scelti – ha continuato il vescovo Beniamino rivolgendosi ai candidati – perché con Lui, siate un sacrificio di lode per il mondo, sacrificio che è possibile solo nell’unione con Gesù”.
Nell’omelia il Vescovo ha citato anche il papa san Leone Magno, ricordando l’adagio “diventiamo ciò che mangiamo” ad indicare che anche i nuovi presbiteri si immedesimeranno sempre più con Cristo, in modo particolare quando – in ogni Messa – diranno “Questo è il mio corpo”.
 
“I nostri amici saranno offertorio – ha spiegato mons. Pizziol – quando doneranno tempo, forze, energie, vita… soprattutto con i più poveri. Diverranno liturgia eucaristica perché, non avendo scelto di avere una famiglia propria, faranno famiglia con quanti incontreranno nei loro cammini, ma saranno anche una preghiera eucaristica perché pregheranno con e per i defunti.”

La missione dei nuovi presbiteri si può comprendere direttamente nelle parole del Signore Gesù: Vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga.
Significativo l’augurio del Vescovo ai sette ordinati, ma anche a tutti i presbiteri: “Dobbiamo essere servitori della GIOIA del Vangelo laddove ci troviamo ad operare”. Così li ha accolti nella fraternità presbiterale, raccomandando loro di costruire continuamente la comunione con gli altri sacerdoti, perché così “la fatica diventerà feconda”.

I vari momenti specifici del rito – chiamata dei candidati, le promesse, l’unzione, la prostrazione per l’invocazione dei santi, l’imposizione delle mani – hanno creato anche nell’assemblea una palpabile emozione, ma soprattutto hanno contribuito a sfiorare la grandezza di un dono che questi amici hanno ricevuto.

La gioia di tutti si è manifestata già al termine della celebrazione con lunghi applausi e poi in seminario, dove in novelli presbiteri sono stati letteralmente avvolti dal caloroso abbraccio di parenti ed amici. Un luogo che loro hanno tanto a lungo vissuto fino ad essere la loro casa è diventato per qualche ora la casa di quanti erano in festa per loro e con loro, segno anche questo di una Chiesa capace di far festa e quindi di farsi fecondo grembo materno.

Nella mattinata di domenica 7 giugno i nuovi presbiteri hanno celebrato le loro prime messe, vivendo un nuovo passaggio importante della loro vita. Nelle comunità parrocchiali di provenienza hanno spezzato non più solo la Parola nell’omelia – come da diaconi – ma hanno spezzato il Pane della Vita facendo respirare ai presenti la loro grande emozione, quella vertigine altissima che può riconoscere solo chi impara a percepire la presenza di Dio nella propria vita. E’ il dono incontenibile ed indescrivibile di chiunque si riconosca amato come figlio prediletto ed inizia con il Suo Signore un cammino per tutta la vita, ignaro di dove lo condurrà, ma fiducioso per la promessa di una vita abbondante ricevuta personalmente dal Signore Gesù.

Una festa sobria per tutti, ma ricca di quella gioia grande che viene dal Signore Gesù, quella gioia piena che Lui ha promesso a ciascuno ha riempito i cuori di tutti ed ora ripartiamo a camminare insieme, con il dono straordinario di sei nuovi presbiteri diocesani, non dimenticando, ma in qualche modo adottando don Raffaele e la Chiesa del Perù che lui servirà direttamente.
Al Signore va una preghiera particolarmente grata per il dono di ciascuno dei nuovi presbiteri e per loro portiamo nel cuore un ricordo affettuoso, pieno d’amicizia, perché siano pastori fedeli delle loro pecore, condividendone la puzza, come dice papa Francesco.

A quanti hanno intrecciato le proprie vite con loro, rimane l’impegno di continuare a camminare con gioia al loro fianco per fare Chiesa tutti insieme e far crescere ogni giorno, sempre di più, il Regno di Dio tra noi.

Naike Monique Borgo
 
 
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