VERSO LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2013

Suor Anna Faggion, missionaria in partenza. Ai giovani dico: “Amate forte!”

La religiosa di Trissino racconta la sua vocazione

«Oggi non è facile scegliere di diventare suora. I condizionamenti sociali inducono a decidersi per altre strade, anzi, a non decidere affatto». Suor Anna Faggion, 33 anni, originaria di Trissino, non nasconde la fatica del cammino di discernimento che, giusto un mese fa, l’ha condotta alla professione solenne nella Congregazione delle Suore Missionarie Comboniane.
 
Tra pochi giorni sarà a Parigi: un mese di tempo per consolidare le conoscenze della lingua francese. Poi volerà a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, e da lì inizierà concretamente a donare la sua vita alla missione in una delle varie comunità comboniane presenti nel Paese.

Educata alla religione cristiana in famiglia e in parrocchia, suor Anna racconta di aver professato una fede fatta solo di precetti per anni. Poi, al tempo degli studi universitari, le si è presentata l’occasione di vivere un’esperienza di volontariato nella Missione dei Padri Giuseppini ad Accra, in Ghana, e quella che avrebbe dovuto essere «una vacanza alternativa», si è trasformata per lei in una sorgente di interrogativi e di domande.

«Ho cominciato ad ascoltare seriamente il Signore: mi chiedeva di prendere in mano la mia vita», racconta.

E così ha fatto. A 24 anni, fresca di laurea in Scienze dell’educazione, Anna Faggion sceglie l’Anno di Servizio civile volontario, che la porta a operare in un progetto del Coe (Centro Orientamento Educativo) a Yaoundé, capitale del Cameroun.

«In quei mesi ho iniziato a capire la presenza di Dio nella mia esistenza. Mi interrogava di fronte alle situazioni di povertà e di miseria che incontravo. Mi chiedeva di vivere in modo personale i valori di una fede a cui avevo aderito “per tradizione” e non “per convinzione”».

Suor Anna, com’è arrivata a considerare la possibilità della professione religiosa?
«Studiando a Padova, avevo conosciuto i Missionari Comboniani che lì hanno una comunità. Incontrarli mi ha aperto a una prospettiva nuova: la Missione. Così ha avuto inizio l’accompagnamento al mio cammino di discernimento vocazionale».
 
Ma non si è trattato di percorrere una strada in discesa…
«Il cammino di discernimento vocazionale non è stato facile. Oggi non è facile scegliere di diventare suora, come non è facile seguire qualsiasi vocazione religiosa. Le sollecitazioni e i condizionamenti che ci giungono dalla società sono altri. Sono un richiamo a tenere tutte le strade aperte, a restare in sospeso e non prendere una decisione netta, così da non precludersi nessuna possibilità. Anch’io sono stata tentata dalla domanda: ma vale la pena fare questa scelta definitiva in un mondo che non la apprezza?».
 
Ciò nonostante ha proseguito nella verifica della sua vocazione.
«Attraverso il discernimento ho capito che la vocazione è un dono del Signore: accoglierla è una risposta al Suo invito e viverla è un ringraziamento per il dono ricevuto. Alla fine, si tratta di restituire agli altri ciò che si riceve dal Signore.

Allora accogliere la vocazione religiosa nella propria vita è una gioia, non un sacrificio».
 
Infine ha scelto di servire il Signore attraverso il cammino indicato da San Daniele Comboni.
«Il carisma comboniano è nato in Africa. Daniele Comboni chiede ai suoi missionari di “andare incontro a chi è più necessitato e bisognoso” e di “fare causa comune” con i popoli ai quali il Signore li manda. Ciò significa abbracciare la causa dei poveri, dei diseredati, degli esclusi della terra. Inoltre, la sua convinzione di “salvare l’Africa con l’Africa” è basata sull’impegno non solo a rigenerare il popolo a cui si è inviati, ma anche ogni singola persona perché le sia restituita e riconosciuta la piena dignità e così possa vivere una vita dignitosa».
 
Negli ultimi 4 anni, Anna Faggion si è dedicata totalmente alla formazione missionaria comboniana:  a 30 anni ha iniziato il Postulato a Granada, in Spagna, e ha concluso il biennio di Noviziato a Milano con la professione solenne del 14 settembre 2013.
 
Ora si apre per lei il tempo della vita donata alle popolazioni del Sud del mondo. Ma prima di salutarla, le chiediamo se dalla sua esperienza può essere tratto un insegnamento per i nostri giovani. «A loro dico: credete nell’amore di Dio. Lui ci ama tutti così come siamo. E poi riconoscetevi il diritto di vivere nella gioia; perciò non accontentatevi delle mezze misure, ma amate forte!».
 
Luca de Marzi