“Svegliate il mondo”: primo convegno internazionale dei giovani consacrati.

Una testimonianza diretta

 
Quando si arriva a Roma, normalmente, ci s’immerge in una caoticità che sorprende in continuazione, ma tutto sommato si tratta di un’esperienza che tocca fino ad un certo punto: ciascuno s’incammina verso la propria meta e conclude gli impegni previsti. In fondo, si accetta di avventurarsi in quella grande città per motivi ben precisi. Magari scappa una visita alla parte storico-artistica, ma…tutto rientra nella normalità già pianificata in partenza.
 
Può capitare, invece, di scegliere di partecipare ad un evento formativo intitolato “Svegliate il mondo”, che Papa Francesco stesso ha voluto per i giovani consacrati durante l’anno dedicato alla vita consacrata. Questo cambia tutto il tono dell’esperienza, per chi la vive e per chi la vede vivere.
In un clima di grande gioia e di entusiasmo contagioso, si è svolto infatti nel cuore di Roma, dal 15 al 19 settembre 2015, il primo incontro internazionale per tutti i giovani consacrati in formazione. 
Eravamo quasi seimila consacrati provenienti da circa centotrenta paesi del mondo. Gli istituti presenti oltre cinquecento. Tanti, tantissimi. 
Soprattutto per noi giovani consacrati che, abitualmente, nelle nostre realtà, ci contiamo sulle dita di due mani… Una parte della Chiesa giovane, festosa, colorata, gioiosa ha pacificamente invaso Roma per una settimana, mentre manifestava la propria fede in Gesù lasciandosi guardare da tanti turisti e romani sorpresi da questa presenza.
 
 
L’occasione è stata grande: sia per riflettere sul futuro della vita consacrata – che comprende i religiosi e le religiose, ma anche tutti i laici e le laiche consacrati negli istituti secolari – sia per confrontarsi con amici e compagni di formazione vecchi e nuovi. 
Per tre giorni abbiamo approfondito da aspetti diversi la vocazione, la fraternità e la missione. Durante le relazioni si è parlato di elementi importanti della vita consacrata: dai fondamenti biblico ed escatologico, alle esperienze dei fondatori, alla fraternità, ai voti, alla formazione…
 
L’aula Paolo VI, luogo dei nostri incontri mattutini, è diventata via via sempre più gremita, sempre più colorata e festosa. 
Quando si dice di qualcosa che “ce n’è di tutti i colori”, in questi giorni era davvero da prendere alla lettera! 
Nel pomeriggio, raggiungevamo varie località di Roma per i gruppi di condivisione: un’autentica occasione per restituire e restituirci riflessioni sul tema della giornata e per fare fraternità con nuovi compagni di sequela.  La sera abbiamo goduto di percorsi sulla bellezza visitando la Cappella Sistina; oppure di altri percorsi sulla carità (legati alla comunità di sant’Egidio, alla Caritas, alla rete anti-tratta…); mentre altri percorsi hanno proposto momenti di evangelizzazione di strada.
 
Il clima tra noi consacrati si è andato via via facendo sempre più fraterno mentre scoprivamo che le difficoltà sono le stesse per tutti, ma soprattutto che tutti abbiamo incontrato il Signore Gesù nella nostra vita e che Lui è il solo motivo che ci unisce come fratelli e sorelle.
 
Ricorderemo giovedì diciassette settembre per l’attesa udienza con il Santo Padre che ci ha spronati a continuare il cammino intrapreso, prevedendo i momenti di oscurità, ma senza temerli perché Dio ci è sempre vicino. “Il Signore ci incontra sempre definitivamente, perché non ha la cultura del provvisorio” – ha affermato con forza il successore di Pietro. 
Papa Francesco ha anche ringraziato apertamente le suore, per quanto fanno, ma soprattutto per quanto sono: ci ha definite icona della maternità della Chiesa e della maternità di Maria. A tutti i consacrati ha chiesto di essere padri e madri, di far memoria della presenza di Dio nella propria vita, di vivere la vicinanza con il popolo di Dio che ci è affidato e di essere profezia con la nostra testimonianza.
E’ stato commovente l’incontro con il Papa, che ha concluso ringraziandoci per la nostra presenza e dicendo con tenera semplicità – quasi in confidenza – che questo incontro ha fatto bene anche a lui.
 
Durante tutto il percorso sono stati presenti il Cardinal Joao Braz de Aviz, Prefetto del dicastero per la vita consacrata, e l’arcivescovo segretario José Rodriguez Carballo. Anche loro hanno certamente contribuito a creare un clima di dialogo franco e sereno esprimendo l’urgenza di alcuni cambiamenti e testimoniando apertamente la loro grande amicizia, elemento indispensabile nella vita fraterna.
 
Siamo stati ripetutamente invitati alla creatività di nuovi percorsi, di nuove strade, di nuove forme di obbedienza ed autorità, ma anche di fraternità, congregazionali ed intercongregazionali.
Si è trattato di un’esperienza unica, speriamo ripetibile, molto densa sia nelle riflessioni che negli incontri personali, il cui centro era costantemente ripetuto da tutti: seguire il Signore Gesù da vicino è bello ed è possibile…ed ora a casa per ciascuno rimane l’impegno di rendere concreto quanto ascoltato e riflettuto!
 
Naike Monique Borgo