Testimoni della gioia di appartenere al Signore.
2 febbraio 2014: Giornata mondiale della Vita Consacrata

Celebrazione diocesana con il Vescovo alle 17.30 del 1° febbraio nella Cattedrale di Vicenza

Diciassette congregazioni e ordini maschili, 40 quelli femminili, 3 comunità claustrali. E poi 2 Istituti secolari maschili, 15 femminili e l’Ordo Virginum. Questa è la Vita Consacrata nella diocesi di Vicenza, una presenza che conta oltre 1.900 religiose e religiosi, di cui ben  l’87 per cento è dato proprio dalla componente femminile.

Sono numeri che dicono una ricchezza di cui beneficiano in molti, e non solo tra i credenti. Sono volti amorevoli e generosi che vivono il loro servizio in una miriade di ambiti diversi, secondo il proprio carisma: educazione, istruzione, formazione, evangelizzazione, cultura, accoglienza, assistenza, promozione umana e cristiana, pastorale nella Chiesa locale, missione, preghiera…

A questi uomini e donne che sono stati chiamati a seguire il Signore in una maniera speciale, il 2 febbraio di ogni anno la Chiesa dedica la Giornata mondiale della Vita Consacrata, un momento per ringraziare il Signore della loro presenza e per meditare sul valore della vocazione. Ma è pure occasione per domandarci come le nostre comunità cristiane accolgono questo dono, seguendo l’invito di Papa Francesco a «capire che le persone consacrate non sono materiale di aiuto, ma carismi che arricchiscono le diocesi».

La Chiesa di Vicenza celebra la Giornata della Vita Consacrata la sera di sabato 1 febbraio 2014, in Cattedrale, con la Santa Messa delle ore 17.30 presieduta dal Vescovo Beniamino Pizziol.

«In sintonia con il cammino iniziato quest’anno pastorale dalla Diocesi, abbiamo pensato di dedicare l’appuntamento al tema “Generare alla Vita di Fede” – spiega suor Mariangela Bassani, dorotea, delegata diocesana dell’U.S.M.I. -.  Infatti, anche noi religiosi ci sentiamo quotidianamente sollecitati a ri-evangelizzare i tanti adulti che, in un mondo secolarizzato, si sono dimenticati del loro battesimo; anche noi avvertiamo la responsabilità di servire il Signore facendoci grembo fecondo per l’incontro con Cristo».

«E’ un tema che ci coinvolge in modo spirituale e umano al tempo stesso – prosegue suor Mariangela -, perché noi consacrati siamo chiamati a farci imitatori di Cristo non solo per rigenerare noi stessi, ma per poter a nostra volta generare alla certezza della fede».

La solenne celebrazione eucaristica in Cattedrale è anche occasione per ricordare i vari giubilei della Vita Consacrata. Sono molte, infatti, le suore della diocesi di Vicenza che nel 2014 festeggiano i 25, i 50, i 60 e i 70 anni di professione religiosa. Tra queste, è impossibile non citare la dorotea Teodoretta Feltre, suora da 80 anni!

«Anche questo è un modo per esprimere la gioia che viene dall’essere consacrati a Dio», commenta la delegata dell’U.S.M.I. E aggiunge: «Solo se la gioia della fede traspare nella nostra vita, possiamo essere convincenti e attrarre nuove vocazioni al Signore. Dobbiamo essere testimoni credibili e lo siamo a partire da come viviamo l’amore fraterno tra noi consacrati».

Suor Mariangela Bassani, poi, ricorda che alle suore è affidata una missione specifica dell’animo femminile: «Manifestare il volto materno di Dio». 
  
Festa, dunque, ma anche condivisione. «In una Giornata dedicata alla fede – sottolinea -, non possiamo dimenticare i fratelli e le sorelle che, in altre parti del mondo, patiscono grandi sofferenza proprio a motivo della loro fede. Le offerte raccolte nella Santa Messa saranno perciò devolute ai cristiani di Siria, ai quali le faremo pervenire attraverso i Frati Francescani della Terra Santa».

Dopo la ricorrenza del 2 febbraio, lo sguardo è rivolto al 2015, che Papa Francesco ha indetto  “Anno della Vita Consacrata”. E proprio riferendosi ai consacrati e alle consacrate, il Santo Padre ha detto: «Sono uomini e donne che possono svegliare il mondo. La vita consacrata è profezia. Dio ci chiede di uscire dal nido che ci contiene ed essere inviati nelle frontiere del mondo, evitando la tentazione di addomesticarle. Questo è il modo più concreto di imitare il Signore».
 

Luca de Marzi