Tre domande a…. Diego Peron Docente di Religione Cattolica al Liceo Quadri di Vicenza

 
Diego Peron, 54 anni, di Schiavon, sposato, due figli (Hassan e Alida) è insegnante di religione al Liceo “G.B. Quadri”di Vicenza (nei suoi banchi è passato anche il redattore di questa intervista, n.d.r)
 
Da quanti anni insegni religione cattolica?  

Sono ben trent’anni che insegno religione nella scuola, dal 1985. Ho iniziato a Valdagno, poi sono passato a Vicenza, dapprima all’Istituto Piovene e poi al Quadri dove attualmente sono anche vice preside. Nel tempo ho visto i ragazzi cambiare certo, ma le dinamiche adolescenziali che pure si possono manifestare diversamente, sono in realtà sempre le medesime. Quello che è molto cambiato è sicuramente la famiglia di riferimento. Anche tra i liceali, sono cresciute moltissimo le famiglie disgregate, con le innegabili conseguenze di instabilità psicoaffettiva e valoriale che tale esperienza comporta per i ragazzi.

In questi anni  sono cresciuti anche i  ragazzi di altre religioni nelle nostre scuole.  Ce ne sono che si avvalgono di questo insegnamento? E quale apporto dà la loro presenza? 

Sono davvero parecchi i ragazzi e le ragazze di altre religioni che si avvalgono di questo insegnamento, pur potendo fare altro. In genere trovano significativi gli argomenti che affrontiamo e diventa interessante per tutti il confronto con le loro culture e la loro storia. Conoscere le loro vicende familiari, spesso segnate da diversi disagi, ma anche molto ricche di umanità, diventa motivo di crescita per tutti.
 
E’ tempo di iscrizioni alla scuola superiore. Che cosa rappresenta  a scuola l’ora di religione ? Perché consiglia di sceglierla?

Sicuramente è un’ora di riflessione a partire dalla propria persona, dal contesto relazionale, dal vissuto religioso e valoriale di ciascuno. Negli ultimi anni è cresciuta la sinergia tra questo insegnamento e le altre discipline in una interazione che si offre come momento di unità e di approfondimento globale delle diverse dimensioni della vita. Consiglio ai ragazzi di sceglierla perché è completamento di un cammino di ricerca che appartiene ad ogni essere umano. E’ la possibilità di fare un viaggio dentro se stessi; di vivere una ricerca di significato in modo critico e in dialogo con altri contesti culturali e religiosi.
 
Alessio Graziani