Tre domande a… Francesca Comacchio presidente del Centro Aiuto alla Vita di Vicenza.

La vita è più che un diritto, è un dono da custodire con amore

 
 In prossimità della Giornata per la Vita che si celebrerà domenica prossima 1° febbraio, abbiamo rivolto tre domande a Francesca Comacchio, dal 2010 presidente del Centro Aiuto alla Vita di Vicenza.

Come ha iniziato a svolgere questo servizio con il Movimento per la Vita?

 E’ iniziato tutto molti anni orsono. Mi trovavo ad una cena per la festa della donna e sentii una volontaria del Movimento per la vita presentare l’associazione all’allora sindaco di Vicenza Antonio Corazzin. Questa persona lamentava il fatto che i volontari erano pochi e così al termine della cena mi avvicinai e le diedi la mia disponibilità a collaborare. Per alcuni anni dovetti poi allontanarmi dall’associazione a causa di alcuni problemi familiari, ma nel 2010 mi venne offerta addirittura la responsabilità di diventare presidente del Centro Aiuto alla Vita di Vicenza. Con una certa trepidazione ho accettato. Io non ho figli miei, ma amo infinitamente i bambini e tutti quelli che ho visto nascere in questi anni li considero un po’ anche figli miei.

Chi sono le donne che si rivolgono al Centro Aiuto alla Vita?

Sono donne, in genere molto giovani, italiane o straniere che attendono un bambino e sono spaventate e provate da carichi notevoli di problemi e sofferenze. Per ciascuna di loro il CAV studia un progetto di aiuto mirato, perché scegliendo di tenere la vita che portano in grembo si sentano aiutate e rassicurate. C’è un aiuto economico, materiale (una sorta di adozione della mamma e del suo bambino che si concretizza attraverso il progetto Gemma) e attraverso la distribuzione di abbigliamento e generi alimentari per bambini. Ma poi c’è soprattutto la vicinanza umana, affettiva perché ciò che dobbiamo sconfiggere è molte volte soprattutto il senso di abbandono e solitudine in cui queste mamme si trovano.

Quale messaggio desidera rivolgere a tutti in occasione della Giornata per la Vita?

Vorrei che tutti comprendessero che la vita non è un diritto, ma è un dono e come tale deve essere trattata e custodita. Un grazie a tutte le parrocchie e ai singoli che ci sostengono e ci incoraggiano. Nel 2014 la generosità di tanti ci ha permesso di aiutare la nascita di 160 bambini. Questo è meraviglioso.

Alessio Graziani