Tre domande a…. Intervista a don Lorenzo Dall’Olmo nuovo direttore dell’Ufficio di pastorale giovanile

I giovani hanno bisogno di un ascolto paziente e rispettoso

 
Don Lorenzo Dall’Olmo, 33 anni, prete dal 2009, dopo l’esperienza di vice parroco a Torri di Quartesolo è il nuovo direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale giovanile.

Don Lorenzo, alla luce di questi primi anni di servizio pastorale in parrocchia, cosa significa per te essere prete oggi?

Credo che il prete oggi sia chiamato ad essere soprattutto uomo di ascolto e di comunione. Anche se a volte è difficile, dobbiamo cercare di essere sempre accoglienti verso tutti. E’ questo soprattutto che ho sperimentato in questi anni in parrocchia. Se apri la porta della canonica o dell’oratorio nel modo giusto, la gente poi ti apre il cuore ed è solo così che il Vangelo di Gesù può essere annunciato efficacemente, con la sua forza e la sua tenerezza. Ogni persona che avvicini, ogni gruppo con cui condividi una parte di cammino, hanno una storia che chiede di essere ascoltata e capita. Oltre all’ascolto, il prete è chiamato poi a costruire comunione, cioè a creare rete, a facilitare le relazioni, a intessere legami e collaborazioni. Ciò che conta alla fine è aiutare le persone a incontrarsi con il Signore, con la sua parola e a intessere relazioni significative con gli altri.

Quale ricchezza intravedi affacciandoti a questo nuovo incarico nella pastorale giovanile diocesana?

Viviamo in un mondo complesso, segnato da cambiamenti rapidi e continui. La Diocesi di Vicenza in tutto questo non è rimasta indietro. La pastorale giovanile è una realtà viva e vivace, che ha fatto molto strada e ha le risorse e l’entusiasmo per affrontare le sfide di oggi. Chi ha lavorato prima di me, penso in particolare a don Andrea Guglielmi, ha saputo creare tanti contatti e forme di collaborazione e soprattutto ha sviluppato un laicato che si sente davvero corresponsabile e con cui è facile e bello condividere l’impegno per l’annuncio del Vangelo ai giovani. Già in queste prime settimane ho incontrato tanti giovani che hanno fatto un significativo cammino di vita e di fede.

Ma di cosa hanno bisogno oggi maggiormente i giovani secondo te?

Io credo che fondamentalmente chiedano di essere ascoltati, con pazienza e rispetto. Per questo è importante che la Chiesa sappia farsi loro vicina, senza giudicarli. Un’altra esperienza bella poi che possiamo offrire loro resta quella del gruppo. Un gruppo in cui vivere relazioni autentiche e gratuite, in cui ci si possa sentire accolti e riconosciuti per quello che si è, senza paura. In fondo è quello che faceva Gesù con tutte le persone che incontrava.
 
Alessio Graziani