Stemma vescovile

D’argento alla stella di otto raggi, di rosso, accompagnata in punta da tre ancore (poste 2,1), la prima d’azzurro, la seconda di verde, la terza di rosso; al capo di San Marco: di rosso al leone passante, alato e nimbato, movente dalla partizione, tenente con la zampa anteriore destra il libro aperto recante le parole nella prima facciata, in quattro righe, Pax tibi Marce, nella seconda facciata, similmente in quattro righe, Evangelista meus, il tutto d’oro, con la scritta in lettere maiuscole romane di nero.
Lo scudo, accollato a una croce astile d’oro, è timbrato da un cappello di verde, con cordoni e nappe dello stesso, in numero di dodici, disposte sei per parte (in tre ordini di 1,2,3): sono le insegne araldiche convenzionali per indicare che si tratta di un Vescovo.
Sotto lo scudo, nella lista bifida e svolazzante d’argento, il motto in lettere maiuscole di nero “Deus Caritas est”, “Dio è amore” tratto dalla Prima Lettera di S. Giovanni Apostolo (1Gv 4,8).
L’arme del Vescovo Beniamino Pizziol è composta dai metalli d’oro e d’argento e dai colori di rosso, d’azzurro e di verde e carica le figure del leone marciano, della stella a otto punte e dell’ancora.
I vescovi originari di Venezia caricano nei loro stemmi il capo di San Marco: “di rosso al leone marciano passante col libro, il tutto d’oro”.
Le tre ancore caricate nello scudo episcopale simboleggiano la Fede, (l’ancora d’azzurro) la Speranza (l’ancora di verde) e la Carità, (l’ancora di rosso), le tre virtù teologali, oltre a ricordare la località natia del presule, Treporti (Venezia).
La stella è generalmente considerata un segno mariano (Stella matutina, invochiamo nelle litanie): quella a otto punte è un riferimento diretto alla “Madonna della Salute” particolarmente cara a Venezia.
Lo stemma araldico è stato ideato da Giorgio Aldrighetti; il disegno è di Enzo Parrino.