“Vinti dall’amore di Dio, poniamo le nostre diversità a servizio gli uni degli altri per il bene di tutti”. La riflessione del Vescovo alla Veglia di pentecoste

 
La pioggia battente non era certo tra i simboli della prima Pentecoste (caratterizzata invece da vento e fuoco) eppure non ha fermato i numerosissimi fedeli che sabato sera si sono riuniti in Cattedrale per la Veglia di Pentecoste con il Vescovo. Una veglia caratterizzata soprattutto dal riconoscimento dei diversi carismi e vocazioni che lo Spirito continua a suscitare nella Chiesa per il bene di tutti: presenti infatti i giovani del gruppo Sichem, i seminaristi che hanno vissuto il Rito dell’ammissione, i nuovi membri dei gruppi ministeriali di alcune parrocchie e unità pastorali della diocesi. Sono partiti da diverse chiese del Centro Storico, portando ciascuno una lampada spenta, quasi a dire che perché la luce dello Spirito brilli è necessario stare insieme, uniti, in una diversità riconciliata e capace di comprendersi.

“Tutti noi – ha detto mons. Pizziol – siamo qui questa sera con le nostre storie, le nostre appartenenze, i nostri impegni e compiti, eppure insieme, come la prima comunità dei discepoli, e udiamo raccontare nelle nostre diverse sensibilità, nelle nostre lingue, le grandi opere di Dio. Se siamo qui – ha continuato il Vescovo – è perché siamo stati vinti dall’amore di Dio, dalla sua tenerezza e dalla sua misericordia”.  Il riferimento al versetto della 1^ Lettera ai Corinti (“Grati e vinti. Per grazia di Dio sono quello che sono”) ha percorso tutta la veglia, sottolineando come i diversi carismi nella chiesa siano frutto innanzitutto di un sono di Dio che non può che suscitare gratitudine. “San Paolo – ha spiegato il Vescovo Beniamino – parla dei diversi servizi, ministeri e attività che contribuiscono alla crescita spirituale della comunità e li presenta come doni originati dall’Amore gratuito di Dio, che non solo risponde, ma addirittura precede e nostri bisogni e le necessità della Chiesa. Tutti hanno come fonte Dio Padre, il Figlio Gesù, lo Spirito Consolatore e tutti sono rivolti al bene comune” “È il mistero Trinitario di Dio – ha concluso mons. Pizziol – che pone il suo sigillo nelle nostre diversità e le porta a superare l’individualismo (da cui scaturiscono purtroppo spesso divisioni, violenze e corruzione) per mettersi gioiosamente e generosamente a servizio le une delle altre per edificare la Chiesa”.

Don Alessio Graziani