VISITA PASTORALE
Il Vescovo ai fedeli dell’U.P. Montebello

«Siete un bel pugno di lievito nella grande pasta della vita quotidiana»

 
Tre visite pastorali in pochi anni. E’ quasi un record – un record di grazia – quello dell’Unità Pastorale Montebello, che ha accolto monsignor Pietro Giacomo Nonis nel 1998, monsignor Cesare Nosiglia nel 2010 e monsignor Beniamino Pizziol a partire dagli ultimi giorni di febbraio.

Costituita nel 1998, l’Unità Pastorale riunisce le parrocchie di Agugliana, Montebello Vicentino e Selva di Montebello. Conta in tutto 6.546 abitanti, di cui 1.047 immigrati, e guidata dal parroco don Lidovino Tessari affiancato dal giovane cappellano don Paolo Busato.

«Le nostre comunità vivono una fede convinta e una religiosità profonda, come testimonia la significativa partecipazione alle messe festive e alle processioni devozionali – spiega don Tessari -. C’è un forte senso di appartenenza, che si esprime nel generoso impegno di molti laici negli ambiti della catechesi, della liturgia e della prossimità».

«Ma – aggiunge – avvertiamo anche tutti i problemi di questo momento storico: il distacco dalla vita parrocchiale di molti giovani e adulti; la tendenza a vivere la fede in modo soggettivo o distratto; la crisi della famiglia; l’attenzione superficiale ai veri valori della vita che porta a trascurare l’apertura solidale per concentrarsi sugli aspetti materiali».

Il pomeriggio di sabato 1 marzo 2014, rivolgendosi ai componenti del Consiglio Pastorale Unitario e dei Consigli per gli Affari economici delle tre parrocchie riuniti a Montebello Vicentino, mons. Beniamino Pizziol ha innanzitutto ricordato i compiti e lo stile del loro servizio: «Spetta a voi – ha detto – coordinare la pluriformità della vita cristiana. Per questo dovete operare a stretto contatto con il vostro parroco e gli altri sacerdoti. Ma fatelo da corresponsabili, non da collaboratori del clero».

Ricordando poi che «il Consiglio Pastorale è luogo di testimonianza di persone che hanno incontrato Cristo», il Vescovo di Vicenza ha invitato a metter da parte la preoccupazione organizzativa per andare incontro agli altri da cristiani.

«Oggi – ha evidenziato – molti battezzati abbandonano, molti migranti che vivono tra noi non sono cattolici e sempre più genitori non si curano più dell’educazione alla fede dei figli, ma li rinviano a noi».

Che fare? «Dobbiamo partire da questa realtà ed essere lievito, che significa aprirci missionariamente agli altri».

Come? «Muoviamoci, usciamo, andiamo lungo le strade della vita, nelle case, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e lì diamo la nostra testimonianza di fede».

«Se viviamo belle relazioni umane – ha spiegato il Vescovo -, allora possiamo anche porre domande di salutare inquietudine».

A conclusione della Visita Pastorale, attraverso la quale ha voluto dare ai fedeli dell’Unità Pastorale Montebello «coraggio e fiducia di esprimere la gioia di seguire Gesù Cristo», monsignor Beniamino Pizziol ha scandito una triplice raccomandazione: «Voi siete un bel pugno di lievito nella pasta della vita quotidiana che è grande. Allora: fate ciò che potete per testimoniare il Signore Gesù; aiutate le persone a sperare e, soprattutto, siate missionari!».

 
Luca de Marzi