Povertà del nostro tempo – Terzo incontro

sabato 21 Marzo

Patronato Leone XIII – via Vittorio Veneto1, Vicenza –

 
MEIC
Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale
Federazione Universitari Cattolici – Movimento Studenti di Azione Cattolica
Associazione Italiana Maestri Cattolici – Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi – Unione Cattolica Dirigenti Imprenditori
Unione Cattolica Artisti Italiani – Unione Giuristi Cattolici
Associazione ex Allievi Patronato Leone XIII  
                                                                                                                                   
 

         Povertà del nostro tempo – Terzo incontro

 

Sabato 21 marzo – ore 10.00 
‘Patronato Leone XIII’, via V. Veneto1
 

“Condanna e riabilitazione”
 

ne parliamo con    don Agostino Zenere    
                 direttore Ufficio Pastorale Diocesana, già Cappellano delle Carceri di Vicenza
 
 
Ingresso libero                                                      
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Dopo i Sinti-Rom e gli Immigrati, ora il Carcere. Il MEIC propone – alle 10 di sabato 21 marzo al Patronato Leone XIII – un’altra occasione di riflessione un po’ scomoda e controcorrente, anche questa, attorno al tema “Condanna e riabilitazione”: il Pianeta Carcere, quello forse tra i più sconosciuti nel firmamento dell’umana esistenza.
Si fa un bel dire, quando con la memoria si rivà alle antiche ma sempre attuali formule del catechismo sulla strada che il buon cristiano dovrebbe percorrere per praticare la ‘misericordia’, la virtù riportata alla sua rivoluzionaria valenza da papa Francesco: “visitare i carcerati”.


Quando mai se non incappi nella disgrazia di avervi dentro un parente stretto? O se non sei intimo di una mamma e di un papà che ne vivono la tragedia?
Chiaro che il Carcere non è struttura alberghiera, ma certamente è quasi sempre una struttura che non è neanche sfiorata dalla possibilità di essere avvicinata, come funzione e come finalità, a quella di una ‘casa di cura’.

Infatti la prigione è generalmente sentita come prigione. E basta. Del suo compito, sancito in tutte le salse giuridico-accademiche, di essere anche luogo di vera e propria cura attraverso la pena, il castigo meritato e decretato, di essere anche luogo deputato alla riabilitazione sociale, non si fa generalmente parola. Viene lasciato nel silenzio più assoluto, se non fosse per qualche episodio utile per fare cronaca o per qualche iniziativa di volontariato.

Certo, non è facile, né è consuetudine ‘visitare i carcerati’ come avviene invece per i ricoverati in un ospedale. Ma è possibile che non esista una via di mezzo?  Una forma per essere in qualche modo partecipi dei drammi che all’interno delle celle e delle singole coscienze delle persone che le abitano vi sono consumati?
Anche qui la tentazione ad un pernicioso quanto odioso ‘buonismo’ è in agguato, come pure l’altro  e altrettanto odioso ‘se l’è meritata’. Ma almeno porsi il problema per crearsi e creare una mentalità, una disponibilità alla ricerca di possibili forme di umana e concreta sin-patia e di chiari e realistici programmi di riabilitazione per chi ha sbagliato, non presenta aspetti di solo e puro solidarismo, ma anche di convenienza, anche economica è stato dimostrato, a far sì che per davvero, una volta scontata la pena, chi ne esce possa ricominciare daccapo: come la giustizia, anzi, la Giustizia, prevede.
 
21/03/2015 10:00
21/03/2015 10:00
Vescovo