Ai fratelli e alle sorelle della Chiesa di Dio che è in Vicenza ai giovani e alle giovani ai consacrati e alle consacrate ai diaconi e ai preti che la servono.
“Rendo grazie a Dio ogni volta che mi ricordo di voi. Sempre quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia, a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo”
(Fil 1,3-5).
Carissimi, carissime
il cammino della nostra Chiesa diocesana, proteso a realizzare una nuova presenza nel territorio, con un nuovo volto e un nuovo stile, esige in ciascuno di noi e in ogni nostra comunità cristiana, un’autentica conversione pastorale. Si tratta di dare una prospettiva missionaria – di incarnazione nel nostro territorio – alle scelte operate in questi anni: unità pastorali, fraternità presbiterali, diaconato, presenza femminile, ascolto e partecipazione dei giovani.
Condividiamo il sogno di papa Francesco: “Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie, che la pastorale ordinaria in tutte le sue istanze sia più espansiva e aperta, che ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di “uscita” e favorisca così la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia. Come diceva Giovanni Paolo II ai Vescovi dell’Oceania, «ogni rinnovamento nella Chiesa deve avere la missione come suo scopo per non cadere preda di una specie d’introversione ecclesiale» (EG 27). Secondo EG 27, ogni comunità cristiana è invitata a rivedere, a cambiare il suo stile, il suo modo di fare, perché sia realmente più sinodale, e a cambiare il suo linguaggio, perché sia più essenziale, ma anche più ospitale e inclusivo. Ormai, la fede non può più essere data per scontata.