Che ne è della nostra casa?

Lettera Pastorale alla diocesi di Vicenza di mons. Beniamino Pizziol

MESSAGGIO DEL VESCOVO BENIAMINO ALLA DIOCESI DI VICENZA

“Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tene-bre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e cit-tà… ci siamo ritrovati impauriti e smarriti” come i di-scepoli nel bel mezzo della tempesta (Mc 4,35). Al di là di ogni previ-sione e immaginazione, la pandemia da covid-19 ha travolto il mondo intero come un vero e proprio “tsunami”: “siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa”. Questa “onda d’ur-to che ha sommerso l’intera umanità”, ha messo in crisi il modello di società da noi costruito: una società fondata sul consumismo, sul pro-fitto, sull’individualismo è realmente una società solida o una società fragile costruita sulla sabbia?

“Dentro a questa situazione, che ne è stato della Chiesa?». In particolare, che ne è stato della nostra chiesa diocesana? Che immagi-ne di Chiesa abbiamo trasmesso con le nostre parole e gesti, o con i nostri silenzi?

Come pastore di questa chiesa, ho cercato, anche nel tempo della pandemia, di offrire la mia vicinanza attraverso la celebrazione quoti-diana della Messa dal Santuario di Monte Berico, insieme alla comu-nità dei Frati Servi di Maria e delle Suore Mantellate, in comunione spirituale con tutti coloro che vi hanno partecipato mediante le Televi-sioni locali e Radio Oreb. Commovente e corale è stato l’Atto di Affi-damento alla Madonna di Monte Berico (24 marzo), e così pure la ce-lebrazione della Settimana Santa e del Triduo Pasquale, la santa Messa del Crisma alla vigilia di Pentecoste (30 maggio), la Benedizione dei Defunti nel Cimitero Maggiore di Vicenza e la Veglia di preghiera preparata dalla Pastorale Vocazionale e Pastorale Giovanile. Ho espresso la mia vicinanza con l’invio di alcuni video e lettere a tutta la Diocesi, alle famiglie, al mondo della scuola, ai ragazzi della Iniziazio-ne Cristiana, oltre che attraverso i molteplici contatti individuali, tele-fonate, messaggi ed email. In questo modo ho avuto la possibilità di “entrare” nelle case di moltissime persone: vi ringrazio di cuore per la vostra ‘ospitalità spirituale’.

Durante i mesi acuti della pandemia, con l’aiuto di tanti colla-boratori, ho cercato di accogliere, sostenere e soccorrere le persone più in difficoltà, più sole e più esposte alla povertà, così pure ho cercato di rendermi vicino alle comunità parrocchiali, anche attraverso numerose indicazioni e disposizioni che via via arrivavano dalle autorità compe-tenti.

Alla fine di giugno, abbiamo iniziato a incontrarci in presenza e subito, dal cuore mi sono sorte parole di ringraziamento e di gratitudi-ne verso i preti, i diaconi, i laici, gli operatori pastorali, i volontari del-la Caritas e tutti coloro che si sono generosamente prodigati in atti di splendida e talora eroica generosità. [….]

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08/09/2019