Ai presbiteri, diaconi,
religiosi, religiose
e fedeli tutti
della Chiesa di Dio che è in Vicenza
Carissimi fratelli e sorelle,
Sono trascorsi alcuni anni da quando sono stato inviato tra voi come Pastore e Vescovo della Chiesa di Vicenza.
In questo tempo ho imparato a conoscere i vostri volti e ho cercato di mettermi in ascolto di quanto di più profondo attraversa il vostro cuore.
Ho scoperto una Chiesa ricca di fede, abitata da una carità operosa, profondamente radicata nella vita di questo popolo vicentino, testimone della speranza in tempi non sempre facili.
Di questo voglio rendere grazie al Signore, perché noi siamo «il campo di Dio, l’edificio di Dio» (1Cor 3,9), e «solo lui fa crescere» (1Cor 3,7).
Ora desidero continuare e approfondire questa conoscenza attraverso
Già il mio predecessore, mons. Cesare Nosiglia, aveva intrapreso
E mentre mi accingo ad iniziare questa gioiosa fatica voglio fare mie le parole dell’apostolo Paolo ai cristiani di Roma: «Mi è testimone Dio, al quale rendo culto nel mio spirito annunciando il vangelo del Figlio suo, come io continuamente faccia memoria di voi, chiedendo sempre nelle mie preghiere che, in qualche modo, un giorno, per volontà di Dio, io abbia l’opportunità di venire da voi. Desidero infatti ardentemente vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale, perché ne siate fortificati, o meglio, per essere in mezzo a voi confortato mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io» (Rm 1, 9-12).
Vengo infatti tra voi desideroso di incontrarvi, conoscervi, condividere la gioia dell’essere insieme discepoli del Signore. Vengo per testimoniarvi la fede che abbiamo ricevuto dagli Apostoli e della quale sono stato fatto servitore. Ma vengo anche per «rinfrancarmi con voi», per essere a mia volta confortato e sostenuto nella fede che abbiamo in comune.
Busso con delicatezza alla porta del vostro cuore chiedendo di essere accolto come un fratello, che non intende «fare da padrone sulla vostra fede ma il collaboratore della vostra gioia» (2Cor 1,24).
Per questo desidero che al cuore della mia visita ci sia questo fraterno intrecciare di relazioni e di incontri, evitando tutto ciò che può avere sapore di esteriorità o formalità.
E se qualche segno vorrete fare, sia per i più poveri e per quanti in questo tempo soffrono a causa della crisi e delle difficoltà economiche.
Attendo con gioia di vedervi, anche se per alcune comunità passerà qualche anno prima di incontrarci.
Vi chiedo di ricordarmi nelle vostre preghiere, affinché «mi sia data la parola, per far conoscere con franchezza il mistero del Vangelo» (Ef 6,19), e vi prometto di portarvi tutti davanti alla Vergine di Monte Berico, alla quale affido questa tappa della nostra vita diocesana.
Vi saluto tutti e vi benedico di cuore.
+ Beniamino Pizziol
Vescovo di Vicenza