LITURGIA ESEQUIALE PER MONS. DAVIDE DISCONZI(Chiesa di Santissima Trinità di Schio, martedì 4 luglio 2017)

         Mons. Davide Disconzi è morto durante la notte di venerdì scorso (30 giugno) a Villa S. Carlo, dove si trovava per partecipare ad un corso di Esercizi Spirituali, centrati sul mistero della Santissima Trinità, mistero a lui caro, poiché gli ricordava questa Parrocchia di Schio che aveva guidato e servito per 23 anni.
Due giorni prima, il 28 giugno, nel 58° anniversario della sua ordinazione presbiterale, seguendo una consuetudine condivisa da molti preti, durante gli esercizi spirituali, aveva scritto il suo testamento.
        
         Don Davide fu ordinato presbitero dal Vescovo Carlo Zinato il 28 giugno 1959.
Svolse il suo ministero pastorale come vicario cooperatore a Santa Croce Bigolina di Cittadella; come amministratore parrocchiale a Isola Mantegna; come vicario cooperatore a Campedello e ad Ognissanti di Arzignano; come Direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale del Lavoro per 13 anni; come Parroco di Santissima Trinità di Schio per 23 anni, durante i quali gli venne affidata anche la Parrocchia di Piane.
Dopo aver rinunciato all’Ufficio di Parroco continuò ad amministrare la Parrocchia di Piane e divenne Cappellano di “Casa Annunziata”, sempre qui a Schio.
Dal 1995 era Canonico onorario della nostra Cattedrale e nel 2007 fu insignito del titolo di Cappellano d’onore della Grotta di Lourdes.
 
         Don Davide è stato un prete dall’animo grande, una persona mite, serena e concreta.
Rifuggiva dai discorsi difficili, dialettici: in lui trasparivano una sapienza ed una saggezza acquisite come dono di Dio nel corso degli anni del suo intenso e generoso ministero.
Possono essere applicate a lui le parole che abbiamo ascoltato dal Libro della Sapienza:
 
         “Pregai e mi fu elargita la prudenza,
         implorai e venne in me lo spirito di sapienza…
         tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia…
         l’ho amata più della salute e della bellezza…”(cfr. Sap 7,7-10)
 
Queste parole rappresentano il cuore del libro biblico della Sapienza.
L’autore ci dice che il dono della Sapienza non è una conquista umana, ma essa viene da Dio e la si ottiene con la preghiera.
La sapienza è la rivelazione stessa di Dio, è l’incontro con lui… è il senso della vita… è la fonte delle virtù e procura ogni bene…!
Scrive don Davide nel suo Testamento spirituale:
               
         “Quanto sei stato buono, o Signore!
         Perché hai chiamato proprio me?
         Che meriti avevo?
         Grazie per avermi scelto e accompagnato nella mia vita
         e nel mio ministero!”
Voglio ricordare gli anni in cui fu responsabile dell’Ufficio diocesano della pastorale del lavoro, gli  anni caldi della contestazione, degli scioperi e della lotta operaia.
Egli si prodigò, in prima persona, per diffondere a tutti i livelli il rispetto reciproco tra i gruppi contrapposti e il superamento dei conflitti.
Con queste parole ricorda quel periodo nel suo testamento:” Ho trascorso 13 anni tra i lavoratori, responsabile della Pastorale del lavoro. Quanto ho imparato e come è maturata la mia fede”!
Un fedele di questa Parrocchia della Santissima Trinità così si è espresso dando il saluto a don Davide a conclusione del suo servizio pastorale, durato 23 anni:
         “Se si potesse racchiudere in una formula, quasi in uno slogan, la     sostanza della pastorale di don Davide, credo che la più significativa   e completa sarebbe:                                                                         <<Dio è Padre buono, che ama tutti i suoi figli, uno per uno!>>.
         Questo è stato il concetto ricorrente delle sue omelie, dei suoi interventi, dei suoi incoraggiamenti”.
 
Nel Vangelo secondo Giovanni, che abbiamo ascoltato, Gesù ci parla del Padre suo e dichiara di “essere disceso dal cielo per fare la volontà del Padre” e ci dice anche in cosa consiste la volontà di Dio Padre: “che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; ed Egli lo risusciterà nell’ultimo giorno” (Gv 6,40).
Con questa fede e con questo spirito don Davide ha servito la nostra Chiesa diocesana.
Il prete, secondo lui, doveva essere il segno, l’espressione e lo strumento dell’amore di Dio.
Un amore che è per tutti e per ciascuno, senza distinzioni di età, di posizione sociale; ma che ha una tenerezza speciale per chi è nel bisogno, nella solitudine, nel dolore.
Il Padre ama ciascuno di noi in questa vita e oltre questa vita, perché ci fa partecipare alla morte e alla risurrezione di suo Figlio Gesù.
 
Don Davide è stato testimone di un’autentica carità pastorale, è stato segno visibile di Gesù, buon pastore, come abbiamo pregato nel salmo responsoriale:
         “Il Signore è il mio Pastore,
         non manco di nulla!”
Gesù è il vero buon Pastore, colui che ci fa riposare su pascoli erbosi, che rinfranca la nostra anima e ci guida per il giusto cammino.
E anche se attraversiamo le valli oscure della vita, come l’esperienza del dolore e della morte, la sua vicinanza ci dà sicurezza.
Egli versa sulle nostre ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza, per questo anche la notte del dolore si apre alla luce pasquale di Gesù, crocifisso e risorto.
 
Il servizio alle persone e alla Chiesa è stata una caratteristica che ha contrassegnato i lunghi anni del sacerdozio di don Davide.
Lo spirito evangelico e la gioia sacerdotale, la vita di preghiera, la dolcezza del carattere e la capacità di porsi in ascolto delle persone, sono stati un esempio e una bella testimonianza per tutti noi.
 
 
         Ora è giunto il momento di congedarci da don Davide, consegnando il suo corpo alla sepoltura – che avverrà significativamente nel paese natìo, Altissimo – nella ferma speranza che risorgerà alla fine dei tempi.
         Il Vangelo aperto sulla bara contiene promesse di vita che non saranno smentite, poiché sono Parola di Dio!
Il Cero acceso accanto al suo corpo mortale è simbolo di Cristo risorto: la sua luce non conosce tramonto.
         Tra poco aspergeremo la sua bara con l’acqua battesimale e la avvolgeremo con i profumi dell’incenso: sono i segni della dignità di una persona destinata a partecipare ad una vita senza fine, alla vita piena nel Signore.
 
        
         Affidiamo don Davide all’infinita misericordia di Dio e chiediamo alla Vergine Maria, la nostra Madonna di Monte Berico, ai Santi e ai Beati della Chiesa vicentina di accoglierlo e di accompagnarlo a Dio Padre, nel quale ha creduto e per il quale ha donato tutta la sua vita.
         Preghiamo insieme il Signore della vita affinchè doni alla nostra Diocesi numerose e sante vocazioni al Sacramento del Matrimonio, alla Vita Consacrata e al Ministero ordinato. Amen!

 

† Beniamino Pizziol
Vescovo di Vicenza