LITURGIA FUNEBRE PER MONSIGNOR LUIGI SECCO(chiesa di San Francesco in Bassano del Grappa, venerdì 7 aprile 2017)

         Monsignor Luigi Secco ha concluso la sua esistenza terrena, ricca di anni e interamente spesa a servizio della Chiesa e della società civile, soprattutto come ordinario di Pedagogia nelle università di Padova e di Verona.
 
         Fu ordinato sacerdote da monsignor Carlo Zinato il giorno 8 gennaio 1950 a Presina, sua parrocchia di origine. Inviato a Roma, conseguì il dottorato in Diritto Canonico nel 1953 presso la Pontificia Università Gregoriana.
         Svolse il suo ministero pastorale come vice rettore e insegnante nel nostro Seminario e in altri Seminari, assistente di Azione Cattolica, rettore del Collegio vescovile “Antonio Graziani” di Bassano del Grappa e docente nelle università di Padova e di Verona. Don Luigi ha fatto ricerche in diversi campi della Pedagogia, approfondendo particolarmente i problemi relativi all’educazione dei giovani e all’intercultura. Le sue pubblicazioni scientifiche — tra libri, articoli e saggi — ammontano a 150.
 
         Vogliamo ora comprendere la vita e il ministero di questo nostro presbitero alla luce della Parola di Dio che è stata proclamata.
 
         Il brano tratto dal Libro del Siracide afferma che la persona saggia ottiene la Sapienza non solo con lo studio, la tradizione e l’esperienza personale, ma la ottiene principalmente con la supplica e la preghiera: «Egli sarà ricolmato di spirito di intelligenza, come pioggia effonderà le parole della sua Sapienza e nella preghiera renderà lode al Signore» (Sir 39,8-9).
Il saggio sarà colmato gratuitamente e abbondantemente del dono dell’intelligenza, così che egli stesso si trasformerà in una fonte di sapienza per gli altri. E questo lo porterà a ringraziare Dio. Grazie a questa sapienza ricevuta da Dio, il saggio saprà comportarsi rettamente e potrà approfondire, con la meditazione, i misteri divini.
Come ricompensa del suo ministero il saggio riceverà l’elogio dei suoi contemporanei e delle generazioni successive, e il suo ricordo si trasmetterà di generazione in generazione: «Molti loderanno la sua intelligenza, egli non sarà mai dimenticato; non scomparirà il suo ricordo, il suo nome vivrà di generazione in generazione» (Sir 39,12), afferma l’autore sacro.
 
         Don Luigi è stato un uomo dotato di una bella e profonda intelligenza, maturata nel silenzio e nella meditazione, ma soprattutto nella preghiera, anche in quella semplice e popolare come la recita del Rosario, a cui era quotidianamente fedele. Sarà ricordato, in modo speciale, per le sue appassionate ricerche e per i suoi approfonditi studi nell’ambito della Pedagogia, in particolare la pedagogia interculturale.
Il ricordo più gradito e più commovente per questo sacerdote, docente universitario, studioso ed educatore, viene dall’affetto e dalla riconoscenza dei suoi ex alunni e dei tanti genitori che hanno partecipato ai suoi corsi di formazione.
 
         Il brano del Vangelo secondo Matteo definisce la missione dei discepoli di Gesù, e quindi anche di don Luigi e di tutti noi, con due immagini: sale e luce.
I discepoli di Gesù, come fermento, sono chiamati a influire sul mondo, stando dentro il mondo, aiutandolo a scoprire il vero senso della vita, dell’amore e della giustizia. Essi devono preservare il mondo dalla possibile corruzione dei valori fondamentali come il rispetto della dignità di ogni persona e la convivenza pacifica tra tutti i popoli.
Per essere sale della terra, i cristiani fanno continuo riferimento al Vangelo, alla Parola di Dio. Anche la metafora della luce viene applicata alla comunità di discepoli di Gesù: «voi siete la luce del mondo» (Mt 5,14). Essi possono essere luce del mondo nella misura in cui sono legati a Cristo — che è la vera luce del mondo — alla sua opera e alle sue parole, e in modo pieno alla sua Passione, Morte e Risurrezione.
 
         Don Luigi, con la grazia di Dio, attraverso la preghiera, la frequentazione assidua delle Scritture, lo studio, l’insegnamento e la testimonianza della vita, è stato sale della terra e luce del mondo nei molteplici ambiti in cui ha lavorato, sia ecclesiali che civili, ricevendo numerosi attestati e riconoscimenti pubblici. C’è sempre stato in lui un legame costante tra vita, studio e relazioni personali.
 
         La santa Liturgia di questi giorni ci guida verso la celebrazione dei divini misteri della Pasqua, ormai vicina. In questo cammino quaresimale verso la Pasqua oggi siamo chiamati a consegnare nelle mani di Dio, Padre buono e misericordioso, il nostro fratello sacerdote don Luigi. Lo studio serio e l’insegnamento appassionato furono il suo modo speciale di amare il Signore, di servire la Chiesa e le persone. Nello studio era rigoroso perché voleva aiutare i giovani a crescere nella capacità di un giudizio culturalmente illuminato, in vista di scelte coerenti e coraggiose.
 
         Don Luigi per 67 anni ha celebrato quotidianamente l’Eucarestia, si è nutrito del Corpo e del Sangue del Signore, che sono il seme reale della Risurrezione. Gesù, infatti, dice: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Gv 6,54). Noi crediamo che anche la morte di questo nostro fratello sacerdote sia un passaggio da questo mondo alla casa del Padre, dove Gesù ci ha preceduti per prepararci un posto.
 
         Ora affidiamo don Luigi all’intercessione della Vergine Maria, la nostra Madonna di Monte Berico. Lo affidiamo ai Santi e ai Beati della nostra Chiesa diocesana perché gli vadano incontro e lo conducano a Dio, Padre buono e misericordioso. E tutti insieme chiediamo al Signore la grazia di sante vocazioni al Sacramento del Matrimonio, alla Vita Consacrata e al Ministero Ordinato. Amen.
 

† Beniamino Pizziol
Vescovo di Vicenza