LITURGIA FUNEBRE PER MONSIGNOR SERGIO FRACASSO(chiesa parrocchiale di Montorso, 9 novembre 2016)

         Non avremmo mai pensato di doverci trovare qui, oggi, per celebrare il congedo cristiano da monsignor Sergio Fracasso, che il Signore ha chiamato a Sé, dopo qualche giorno di ricovero in ospedale per un’infezione alle vie respiratorie.
La sua morte così improvvisa e così inaspettata ha provocato in tutti noi un grande dolore.
 
         Don Sergio fu ordinato presbitero dal vescovo Carlo Zinato il 7 giugno 1970, insieme ad altri 25 compagni di classe. Venne subito assegnato, come vicario parrocchiale, a Santa Bertilla in Vicenza e quindi, sempre come vicario parrocchiale, a Cologna Veneta. Per sette anni svolse il compito di assistente ecclesiastico dell’Agesci, insieme all’insegnamento nelle Scuole Medie e Superiori.  Per 30 anni svolse il ministero di parroco in più parrocchie: al Sacro Cuore di Gesù in Schio, ad Arsiero e Forni a cui si aggiunsero le parrocchie di Val Posina (Castana, Fusine, Laghi e Posina), quindi a Bertesina, Bertesinella e Settecà, e infine nell’Unità Pastorale di Montorso e Zermeghedo, incarico che ricoprì per un solo anno, fino al giorno della sua morte.
 
         In questi anni ho avuto modo di incontrarlo più volte sia per una condivisione fraterna di alcune sue preoccupazioni pastorali e anche per preparare la dedicazione dell’Altare della chiesa di Bertesinella, in seguito a una importante e ben riuscita opera di restauro che ha reso la chiesa bella, luminosa e funzionale.
 
         Don Sergio era un sacerdote dal carattere gioviale, di buona compagnia, sempre impegnato in tante incombenze, ma anche sempre disposto al dialogo e all’ascolto. Ultimamente mi aveva confidato di avvertire segni preoccupanti di stanchezza e di affaticamento.
 
         La parabola del Signore e dei servi – che abbiamo ascoltato dal Vangelo di Luca – è come scandita da tre momenti. Tutto prende l’avvio per l’assenza del Signore, che se ne va lontano per partecipare a una festa di nozze, e affida la casa ai suoi servi. Così Dio ci ha affidato la grande casa che è il mondo, affinché ne siamo fedeli custodi; a ciascuno di noi inoltre ha affidato un compito, una responsabilità. Il “siate pronti” del Vangelo è quindi un richiamo alla responsabilità inderogabile dell’impegno della vita cristiana.
         A don Sergio la Chiesa ha affidato tante responsabilità, come vicario parrocchiale, come assistente provinciale dell’Agesci, come insegnante di religione nelle Scuole Medie e nelle Scuole Superiori, come parroco in diverse comunità per 30 anni.
 
         La seconda scena ci parla dei servi che vegliano durante la notte e attendono il padrone; hanno le vesti strette ai fianchi, come chi è pronto per un lungo viaggio, e le lampade accese, vale a dire che sono pronti ad accoglierlo e ad essere interamente con lui.
         Don Sergio ha corrisposto con fedeltà e generosità a tutti i compiti che gli sono stati chiesti. Nelle molteplici comunità che ha servito si è preoccupato di formarle e di radicarle sulla Parola di Dio, che gli piaceva approfondire e presentare con ordine, competenza e semplicità, in modo che venisse compresa da tutti, anche dai bambini, per i quali usava qualche piccolo racconto per renderli più attenti e partecipi.
         Comunità radicate nella Parola di Dio e unite nella celebrazione dei Sacramenti e nella testimonianza della carità, egli ha sempre preparato con cura i funerali, “perché – diceva – si deve portare con decisione il messaggio di gioia e di fede nella Risurrezione”.
 
         Nel terzo momento si descrive il ritorno del padrone. Se tornando il padrone li troverà svegli, i servi saranno “beati” perché il padrone stesso li metterà a tavola e passerà a servirli. Il Signore si mette a fare il servo! Dio viene e si pone a servizio della nostra felicità.
 
         In questi primi giorni del mese di novembre, la Liturgia della Chiesa ci ha riproposto la meditazione sulla vita terrena, la morte, la risurrezione e la vita eterna, a partire dalla solennità di Tutti i Santi, la Commemorazione dei Defunti, fino alle letture di Domenica scorsa.                                         Il brano della Lettera di Paolo ai cristiani di Roma, che abbiamo ascoltato, ci dà degli insegnamenti sulla vita terrena, la morte e la vita nuova in Cristo.
         L’Apostolo ci ricorda il nesso profondo tra la morte di Cristo e il nostro Battesimo. Con il sacramento del Battesimo partecipiamo anche noi al mistero di morte e risurrezione di Cristo. San Paolo infatti afferma: «Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?» (Rm 6,3). Il Battesimo – con la sua immersione nell’acqua – simboleggia lo sprofondare nella morte e – nel suo riemergere – indica la risurrezione. La nostra morte corporale segnerà il passaggio dalla vita terrena alla vita nuova, alla vita senza fine, che noi speriamo nella piena comunione con Dio e con i fratelli che ci hanno preceduto nel segno della fede. E allora possiamo fare nostre le parole di Paolo: «Ma se siamo morti con Cristo crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui» (Rm 6,9).
         Il nostro confratello sacerdote don Sergio ha condiviso questa fede nella Risurrezione, testimoniandola con fedeltà e limpidezza nei tanti funerali che ha celebrato. Scrisse a questo proposito: “la liturgia dei funerali non celebra la morte ma la vita, essa si nutre principalmente di fede e di speranza, facendo propri i sentimenti umani del dolore e del pianto”.
 
         Ora è giunto il momento di congedarci da don Sergio, consegnando il suo corpo alla sepoltura nella ferma speranza che risorgerà alla fine dei tempi. Lo affidiamo all’intercessione della Beata Vergine Maria, la nostra Madonna di Monte Berico, da lui tanto amata. Lo affidiamo ai Santi e ai Beati della nostra Chiesa diocesana perché gli vengano incontro e lo conducano a Dio, Padre Buono e Misericordioso. E insieme chiediamo al Signore la grazia di Sante Vocazioni al Ministero Sacerdotale, alla Vita Consacrata e al Sacramento del Matrimonio. Amen!
 
† Beniamino Pizziol
Vescovo di Vicenza