MERCOLEDI’ DELLE CENERI (Vicenza, Cattedrale, 22 febbraio 2012)


MERCOLEDI’ DELLE CENERI


(Vicenza, Cattedrale, 22 febbraio 2012)


 


 


Carissimi fratelli e sorelle,


Venerato Capitolo Diocesano,


sacerdoti, diaconi,


consacrati e consacrate,


a tutti voi buon inizio di Quaresima.


 


I testi di questa liturgia delle Ceneri tratteggiano, sia pure sommariamente, l’intera fisionomia del tempo quaresimale.


 


La Chiesa si preoccupa di mostrarci quale debba essere l’orientamento del nostro spirito e ci fornisce i mezzi per percorrere con decisione e coraggio l’itinerario quaresimale.


 


L’appello alla conversione risuona come tema dominante in tutte le componenti dell’odierna liturgia: ‘Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti‘.


 


Queste espressioni tratte dal Libro del profeta Gioele vengono pronunciate dopo il racconto dell’invasione delle locuste, che si sono abbattute sulle campagne dei contadini di Israele. Così Gioele descrive questo evento drammatico: ‘Ha fatto delle mie viti una desolazione e tronconi delle piante di fico; ha tutto scortecciato e abbandonato; i loro rami appaiono bianchi; devastata è la campagna; affliggetevi, contadini, perché il raccolto dei campi è perduto‘ (1,7-11).


 


Il profeta aiuta il popolo a leggere la sciagura che lo ha colpito come un invito alla conversione: ‘Ritornate al Signore vostro Dio, perché egli è misericordioso e benigno, tardo all’ira e ricco di benevolenza‘ (2,13).


 


La terra, egli afferma, è stata invasa dalle cavallette, perché vi siete ripiegati sui beni di questo mondo.


 


Il benessere, la prosperità, l’abbondanza, la ricchezza hanno teso un’insidia fatale alla vostra fede.


 


Anche Mosè aveva messo in guardia gli israeliti contro questa pericolosa tentazione: ‘Quando ti sarai saziato, quando avrai costruito belle case e vi avrai abitato, quando avrai visto il tuo bestiame moltiplicarsi, accrescersi il tuo argento e il tuo oro e abbondare ogni cosa, il tuo cuore non si inorgoglisca in modo da dimenticare il Signore tuo Dio‘ (Dt. 8,12-14).


 


La calamità delle locuste ha mostrato al popolo di Israele quanto fosse effimera la ricchezza in cui confidavano e come potesse essere loro tolta da un momento all’altro.


 


L’esperienza fatta da Israele è una lezione anche per noi, spesso attaccati troppo ai beni di questo mondo: il denaro, il potere, il successo, il piacere.


 


Questo attaccamento ossessivo ai beni di questo mondo indebolisce e oscura la fiducia in Dio, anche se continuiamo a compiere riti e liturgie.


 


E allora la prima conversione quaresimale è ‘ritornare a Dio con tutto il cuore‘. Dobbiamo avere il coraggio di deciderci di intraprendere il santo viaggio, che ci porta, attraverso il cammino quaresimale, all’incontro personale e comunitario con il Risorto, che imprime alla nostra vita un nuovo stile ed un nuovo atteggiamento verso le persone e verso i beni di questo mondo.


 


Il cammino quaresimale richiede fatica e sacrificio, sarà un tempo di austerità e di sobrietà, ma anche un tempo in cui sperimentiamo la gioia e la libertà dello Spirito nell’amore a Dio e ai fratelli.


 


Il vangelo di Matteo ci indica tre pratiche ascetiche, che costituiscono i pilastri della spiritualità giudaica, che Gesù accoglie, e ce le offre in una prospettiva nuova, la prospettiva evangelica.


 


Desidero soffermarmi sulla prima pratica che ci viene proposta: l’elemosina. Il termine ‘elemosina’ suona un po’ arcaico, ma va conservato, perché il suo significato etimologico è molto bello, deriva da una radice verbale greca, che vuol dire commuoversi, intervenire in favore di chi è nel bisogno, perché ci si sente pienamente coinvolti nel suo problema.


 


Fare l’elemosina significa quindi essere solidali, condividere, prendersi cura dei bisogni degli altri. Inoltre, significa ristabilire la giustizia, riconoscere che i beni di questo mondo appartengono a Dio e a noi sono dati in amministrazione, della quale dovremo rendere conto a Lui. Così recita il salmo 24 al primo versetto: ‘Del Signore è la terra e quanto contiene, l’universo e i suoi abitanti‘.


 


Ciascuno di noi, a livello personale, è chiamato a ‘commuoversi’ di fronte alle tante situazioni di povertà e di precarietà che l’attuale crisi sociale ed economica ha provocato nei nostri fratelli. Ma a livello comunitario siamo chiamati a prendere in considerazione la proposta che la Diocesi, attraverso l’ufficio missionario, rivolge ai singoli, alle comunità parrocchiali e alle aggregazioni laicali: la colletta ‘Un pane per amor di Dio‘.


Il Vescovo invita tutti a ritirare il piccolo salvadanaio di cartone, come strumento umile e semplice, per ricordarci quotidianamente il nostro impegno alla solidarietà e alla condivisione, soprattutto sostenendo le proposte che ci provengono dall’Ufficio Missionario Diocesano.


 


Invito, in modo speciale, i giovani a valorizzare il sussidio, preparato da alcuni di voi, che fanno parte della Commissione diocesana Caritas, che s’intitola ‘Giovani, percorsi di condivisione e stili di vita‘.


 


Giorno dopo giorno accompagna il vostro percorso di preparazione alla Pasqua con riflessioni e spunti, che, partendo dai testi del Vangelo, entrano nella quotidianità della vita di tutti. Per ogni settimana viene proposto un impegno preciso ed una testimonianza di vita.


 


Ho voluto, in questo Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima, focalizzare l’attenzione sulla solidarietà e la condivisione, ma la Quaresima ci ricorda sempre che l’esistenza cristiana è un combattimento senza sosta, nel quale vengono utilizzate le ‘armi’ della preghiera, del digiuno e della penitenza.


 


Lottare contro il male, contro ogni forma di egoismo e di indifferenza e morire a se stessi per vivere in Dio, è l’itinerario ascetico che ogni discepolo di Gesù è chiamato a percorrere con umiltà e pazienza, con generosità e perseveranza.


 


Animati quindi da un forte impegno di preghiera, decisi ad uno sforzo più intenso di penitenza, di digiuno e di attenzione ai fratelli, incamminiamoci verso la Pasqua, accompagnati dalla Vergine Maria, Madre della Chiesa e modello di ogni autentico discepolo di Cristo.


Amen.