OMELIA NELLA CELEBRAZIONE PER L’ISTITUZIONE DEI LETTORI(Chiesa parrocchiale di San Marco in Vicenza, mercoledì 23 ottobre 2013)


Un caro saluto a tutti voi, fratelli e sorelle nel Signore, e in particolare ai fedeli della Comunità parrocchiale di San Marco in Vicenza, che ci ospitano questa sera, insieme al parroco, mons. Giuseppe Ruaro, e ai suoi collaboratori.

Un saluto cordiale alla Comunità del Seminario, qui riunita con il Rettore, mons. Carlo Guidolin, e con gli educatori.

Un saluto affettuoso ai candidati al lettorato: Carlo, Christian, Davide, Enrico, Enrico, Giulio, Luigi, Manuel, Marco, Michele, Roberto.

Questi candidati a ricevere il ministero istituito del lettorato sono giovani del Seminario diocesano, che, dopo alcuni anni di formazione e con il parere favorevole dei loro educatori e dei sacerdoti che li conoscono, compiono un altro passo verso il diaconato e il presbiterato.

Il rito di istituzione dei lettori, seppur semplice nella sua struttura, è impegnativo per coloro che lo ricevono e per tutti coloro che vi partecipano. Farò sui candidati una preghiera di benedizione per invocare la grazia di cui hanno bisogno per esercitare il ministero nella Chiesa. Alla preghiera seguirà il gesto di consegna ad ogni candidato del libro della Bibbia dicendo: ‘Ricevi il libro delle sante Scritture e trasmetti fedelmente la Parola di Dio, perché germogli e fruttifichi nel cuore degli uomini‘. Sono segni semplici e poveri, che non si impongono a noi per la loro straordinarietà e potenza. Ma questi segni vanno compresi nella logica dell’incarnazione del Figlio di Dio che ha scelto ciò che per il mondo è debole per rivelare la sua sapienza e la sua potenza. Cerchiamo ora di comprendere questo gesto ecclesiale alla luce della Parola di Dio che la liturgia ci ha consegnato questa sera.

Abbiamo ascoltato, come prima lettura, un brano della Lettera di Paolo apostolo ai cristiani di Roma, lettera che ci sta accompagnando in queste settimane del tempo feriale. Per Paolo, l’essere stati battezzati in Cristo ha come conseguenza una triplice liberazione: dal peccato, dalla morte e dalla legge.
L’Apostolo paragona il peccato ad un padrone tirannico, che ci domina. Prima di convertirci a Cristo, eravamo schiavi del peccato, ora invece dobbiamo sentirci liberi da questo padrone e servire Dio solo, offrendo le nostre membra come strumenti di giustizia per Dio. Leggendo queste parole, avvertiamo il grande dono che ci è stato dato nel Battesimo: la liberazione dal peccato e la nuova condizione di uomini e donne liberi. Però, sperimentiamo, anche drammaticamente, che tutto questo lo stiamo conseguendo con tanta fatica.
L’amore che Dio ha per noi è grande, infinito, però continuiamo a sentire in noi l’attrazione del male. Il Battesimo è sicuramente la nascita, ma poi tutta la vita del cristiano battezzato deve diventare un processo di crescita in questa grazia ricevuta. i Padri della Chiesa usavano questa espressione: “Diventa quello che sei‘.

Nel Vangelo, il Signore Gesù ci invita a tenerci pronti e preparati per accogliere la sua venuta, come siamo soliti stare in guardia, perché non entri un ladro in casa nostra. Il paragone non sta, evidentemente, nel ladro, ma ‘nell’ora in cui viene il ladro‘ (Lc 12,39). Pietro vuol sapere se questa chiamata alla vigilanza si riferisce a tutti o soltanto agli apostoli. Gesù, allora, riprende la parola e racconta un’altra parabola, nella quale i protagonisti sono gli amministratori, i responsabili degli altri servi. Gli apostoli dovranno essere vigilanti e operosi, perché ‘a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più‘ (Lc 12, 48b).
I paragoni del ladro, che può venire in qualsiasi momento, o del padrone, che può presentarsi improvvisamente, ci invitano a un atteggiamento di costante vigilanza. Dobbiamo vivere la quotidianità della vita con senso di responsabilità e in una continua tensione verso le realtà ultime, verso l’incontro pieno e definitivo con il Signore. La venuta del Figlio dell’uomo può significare tanto il giorno del giudizio finale come la morte di ognuno di noi, ma anche quelle piccole e semplici circostanze quotidiane nelle quali Dio ci manifesta la sua presenza e la sua vicinanza. Il Signore ci visita ogni giorno, durante il cammino della nostra esistenza, a patto che noi siamo vigilanti, vale a dire capaci di scorgere la sua presenza, come ci ammonisce il Libro dell’Apocalisse: ‘Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me‘ (Ap 3,20).

Oggi il Signore bussa alla nostra porta ed entra nella nostra casa per cenare con noi, attraverso la memoria sacramentale, il memoriale, dell’ultima cena prima della sua morte e risurrezione.

Carissimi candidati al Lettorato, il Signore Gesù vi chiama, attraverso un particolare ufficio, a proclamare la Parola di Dio nell’assemblea liturgica, a educare alla fede i fanciulli e gli adulti, a portare l’annuncio missionario del Vangelo di salvezza agli uomini che ancora non lo conoscono. E’ perciò necessario che, mentre annunziate agli altri la  Parola di Dio, sappiate accoglierla in voi stessi con piena docilità allo Spirito Santo; meditandola ogni giorno per acquisire una conoscenza sempre più viva e penetrante, ma soprattutto testimoniando con la vita la parola che annunciate con la voce.

E ora, affidiamo a Maria l’esercizio del vostro ministero di lettori:

O Vergine Santissima, madre di Cristo e madre della Chiesa, Madonna di Monte
Berico, Tu che sei stata ‘la serva del Signore’, dona a questi giovani la tua
stessa disponibilità al servizio di Dio per la salvezza del mondo. Apri i cuori
di tutti noi alle immense prospettive del Regno di Dio e dell’annuncio
missionario del Vangelo ad ogni creatura. Amen
‘.