OMELIA NELLA SOLENNITA’ DI MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO(Cattedrale di Vicenza, 1 gennaio 2014)


Desidero porgere l’augurio per un nuovo anno, ricco di fede, di fraternità e di pace, a ciascuno di voi e a tutti voi, fratelli e sorelle, consacrate e consacrati, canonici, sacerdoti e diacono.


Un caro augurio a tutti gli amici, ascoltatori di Radio Oreb.


Il nuovo anno civile si apre con la solennità di Maria Santissima, Madre di Dio. La preghiera del popolo cristiano, che nell’ ‘Ave Maria‘ invoca la Madonna ‘Madre di Dio‘ è professione di una verità di fede della nostra Chiesa. Questo titolo fu accolto, sancito e definito sin dai primi secoli della vita della Chiesa e nel Concilio di Efeso del 431 fu unanimemente approvata questa verità di fede.


Otto giorni fa abbiamo celebrato il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio e oggi celebriamo il mistero di Maria, ‘Madre di Dio‘.


Il vangelo di Luca ci parla dei pastori, che vanno ‘senza indugio e trovano Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia‘ (Lc 2,16).  Solo un bambino con la mamma e il papà, eppure i pastori riconoscono in quel bambino il Salvatore: ‘E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro‘ (Lc 2,17).


Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore‘ (Lc 2,19). Maria, pur essendo molto giovane, trattiene nel suo cuore tutti questi avvenimenti e ne fa oggetto di meditazione. Ella non capisce, osserva, ascolta, medita, riflette e solo dopo la morte e la risurrezione di suo figlio capirà pienamente.


E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto‘ (Lc 1,45). La Chiesa ci invita a guardare a Maria come modello e riferimento per dare speranza e senso ai giorni del nuovo anno che è appena iniziato.


All’inizio del nuovo anno la liturgia ci propone la benedizione che Dio, per mezzo di Mosè, ordina ad Aronne di rivolgere al popolo di Israele: ‘Ti benedica il Signore e ti custodisca, faccia risplendere per te il suo volto, rivolga a te il suo volto e ti conceda pace‘ (Nm 6,23-26). Questa benedizione e questo augurio invochiamolo oggi sulla Chiesa e sul mondo intero, ricordandoci che in Cristo, fatto uomo per noi, Dio Padre ci ha colmati di ogni benedizione e ci ha aperto un futuro di speranza e di pace. E’ iniziato un nuovo anno con il suo carico di attese, ma anche di timori. Il futuro è sempre un’incognita: come sarà? Che cosa mi aspetta? Questo può portare a due atteggiamenti: all’ansia e all’apprensione per chi fa affidamento solo su se stesso, oppure alla fiducia e alla speranza per chi, pur impegnandosi fino in fondo, sa che può contare sulla fedeltà e sull’amore di Dio. Il tempo che ci sta di fronte non deve perciò metterci ansia; affidiamo a Dio il nostro tempo e su di lui fondiamo la nostra vita, il nostro futuro e le nostre speranze.


In questo primo giorno dell’anno civile la Chiesa invoca la benedizione e la pace sul mondo intero, perché il tempo e la storia siano secondo il progetto di Dio, che vuole gli uomini tutti fratelli, perché suoi figli.


Oggi è la Giornata mondiale della pace. In tutti i Paesi del mondo crescono le aspettative in campo sociale, politico ed economico verso la realizzazione di una pace autentica e duratura, che solo la giustizia può garantire. Il Messaggio di Papa Francesco ci indica ‘la fraternità come fondamento e via per la pace‘. Afferma il Pontefice: ‘Nel cuore di ogni uomo e di ogni donna alberga un anelito insopprimibile alla fraternità, che sospinge verso la comunione con gli altri, nei quali troviamo non nemici o concorrenti, ma fratelli da accogliere e da abbracciare. La fraternità è una dimensione essenziale dell’uomo, il quale è un essere relazionale. Senza questa consapevolezza diventa impossibile la costruzione di una società giusta, di una pace solida e duratura. Dobbiamo contrastare la globalizzazione dell’indifferenza, la cultura dello scarto, che induce al disprezzo e all’abbandono dei più deboli, e promuovere, invece, la cultura della solidarietà. Ma una fraternità priva del riferimento a un Padre comune, quale suo fondamento ultimo, non riesce a sussistere. Una vera fraternità tra gli uomini suppone ed esige una paternità trascendente‘.


Nella seconda parte del Messaggio, Papa Francesco chiede ai responsabili delle nazioni, alle istituzioni pubbliche e private di sconfiggere la povertà con politiche efficaci, di riscoprire la fraternità nell’economia modificando modelli di sviluppo e stili di vita. Invita a spegnere le guerre promuovendo l’effettiva applicazione del diritto internazionale alla pace, quale diritto umano fondamentale.


Affidiamo a Maria il nuovo anno. Preghiamo affinché ci aiuti a vivere e a comprendere gli avvenimenti di quest’anno con i suoi occhi e il suo cuore. Poniamoci sotto la protezione della sua maternità. Possa Maria aiutarci a trovare nella ordinarietà del quotidiano i segni della presenza di Dio nella nostra storia. Amen.


‘ Beniamino Pizziol


Vescovo di Vicenza