OMELIA PER LA SANTA MESSA NEL GIORNO DI NATALE(Cattedrale di Vicenza, 25 dicembre 2013)


Porgo l’augurio di un santo Natale a ciascuno di voi e a tutti voi, fratelli e sorelle, canonici, sacerdoti, diacono, consacrati e consacrate, e a voi carissimi ascoltatori di Radio Oreb.


In questa celebrazione vorrei ripercorrere con voi lo stesso cammino compiuto dai pastori per incontrare il bambino Gesù adagiato nella mangiatoia. I pastori erano gente semplice, provata da una vita dura, fatta di privazioni e sacrifici, ma anche di gioie e di consolazioni.


Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere‘ (Lc 2,15b) si dissero i pastori l’un l’altro dopo aver ascoltato l’annuncio dell’angelo. E partirono senza indugio, senza lentezze e ritardi. Sono essi i destinatari del grande annuncio, a loro è concesso di vedere per primi, dopo Maria e Giuseppe, il mistero del Dio fatto uomo. I pastori, che in quel lontano tempo non avevano alcun peso nella società, nel progetto di Dio diventano tra i primi testimoni della rivelazione. Essi, poveri, sanno riconoscere Dio in un segno povero: ‘Un bambino avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia‘.


La meraviglia del Natale sta qui. Questa mattina siamo chiamati a imitare i pastori, ad andare verso la grotta per vedere Gesù e adorarlo. Per fare questo, dobbiamo rivestirci di sentimenti di umiltà e di bontà, dobbiamo sentirci bisognosi di salvezza, di tenerezza e di amore autentico. Se rimaniamo chiusi nella nostra autosufficienza e nella nostra presunzione, non riusciamo ad incontrare il Salvatore Gesù. Il  Natale è l’incontro con il bambino Gesù per accoglierlo nella nostra vita e lasciarci guidare da lui. In lui possiamo trovare la forza interiore per affrontare le fatiche e le difficoltà senza cedere allo sconforto e alla disperazione. Penso, soprattutto, a chi sta attraversando sofferenze fisiche o morali, a causa di malattie, difficoltà economiche, mancanza di lavoro o di una casa. Penso, con una certa apprensione, ad alcuni piccoli imprenditori, agli artigiani, commercianti, agricoltori, ai tanti disoccupati, ai giovani senza lavoro che, a partire dal 9 dicembre, hanno deciso di manifestare pubblicamente il loro disagio e il loro sdegno per una situazione che sentono ormai insostenibile. Nelle mie visite alle comunità parrocchiali ed ecclesiali ho avuto modo di ascoltarli, di condividere le loro sofferenze e mi rivolgo a loro con le stesse parole di Papa Francesco: ‘Vi auguro di dare un contributo costruttivo, respingendo le tentazioni dello scontro e della violenza, seguendo sempre la via del dialogo, difendendo i giusti diritti‘. Ma l’incontro dei pastori con il bambino Gesù si apre alla testimonianza: ‘E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro‘ (Lc 2,17). I pastori diventano i primi evangelizzatori e anche ciascuno di noi, che ha sperimentato la gioia dell’incontro personale con Gesù dentro la comunità cristiana, dentro la Chiesa che è madre, è chiamato ad essere un evangelizzatore e testimone gioioso. Così ci ammonisce Papa Francesco: ‘Un evangelizzatore non dovrebbe avere costantemente una faccia da funerale. Recuperiamo la dolce e confortante gioia di evangelizzare, anche quando occorre seminare nelle lacrime’..Possa il mondo del nostro tempo ricevere la Buona Novella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi, ma da ministri del Vangelo la cui vita irradi quel fervore, perché hanno per primi ricevuto la gioia di Cristo‘.


Carissimi, la nostra Chiesa diocesana, in tutte le sue parrocchie, con tutte le comunità di religiosi e religiose, insieme a tutti i movimenti e gruppi ecclesiali, è impegnata nel compito di generare alla vita di fede i nuovi cristiani, i nostri piccoli, i giovani, coloro che non hanno ancora sentito parlare di Gesù. Lo vogliamo fare tutti insieme attraverso l’ascolto attento e continuo della Parola di Dio, la partecipazione alla vita sacramentale, la testimonianza della carità e l’impegno concreto nei diversi ambiti della vita sociale.


Da parte mia, ringrazio ogni giorno il Signore per il bene che vedo fiorire nelle persone e nelle comunità cristiane della nostra Diocesi, in modo particolare in questo tempo di Natale, che si dedicano con generosità e intelligenza ai fratelli e sorelle disagiati.


Penso ai moltissimi gesti di solidarietà tra famiglie, resi possibili dai sostegni di vicinanza della Caritas, alle parrocchie che hanno concesso la loro canonica o altre abitazioni a coppie di sposi o a piccole comunità di accoglienza.


Penso agli istituti religiosi che hanno aperto una porzione delle loro case per accogliere persone sole, mamme in difficoltà, bambini bisognosi di una famiglia.


La luce di Gesù possa illuminare il cuore di ciascuno di noi, possa donarci pace e gioia per un impegno concreto di vita.


Il mio augurio di buon Natale va a tutti voi e, in modo particolare, a chi sta attraversando momenti di buio e di sconforto.


Su ciascuno brilli la luce del Salvatore.


 


Beniamino Pizziol


Vescovo di Vicenza