OMELIA PER LA SANTA MESSA NEL GIORNO DI NATALE(Cattedrale di Vicenza, 25 dicembre 2014)

Porgo l’augurio di un Santo Natale a tutti voi e a ciascuno di voi, fratelli e sorelle, canonici, sacerdoti, diacono, consacrati e consacrate e a voi carissimi ascoltatori di Radio Oreb.
In questo giorno di Natale, contemplando l’amore immenso di Dio che si è fatto Bambino nella grotta di Betlemme, il nostro cuore è pieno di gioia. Il Natale risveglia in noi le emozioni più belle, ma c’è il rischio di fermarsi solo all’emozione. Il Natale è una festa grande, ma c’è il pericolo di fermarsi solo all’esteriorità. La nostra fede è credere all’Amore di Dio che si è fatto visibile in Gesù.
Il profeta Isaia, nella prima lettura, annuncia la prossima liberazione al popolo in esilio ed insiste nell’annunciare una salvezza che tutti i confini della terra vedranno. Gli stessi piedi di coloro che portano questo annuncio di salvezza e di pace sono belli: “Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di buone notizie che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie, che annunzia la salvezza” (Is 52,7).
La seconda lettura ci dice che “molte volte in diversi modi Dio aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio suo” (Eb 1,1).
Gesù è riflesso perfetto della luce divina, è il Figlio di Dio che risplende della luce del Padre. La luce splende nelle tenebre, che non riescono a vincerla anche quando non la vogliono accogliere, ci dice Giovanni nel Vangelo che abbiamo ascoltato. Abbiamo sentito in questo brano che tutta la realtà del Natale ruota attorno a un fatto incredibile: il Verbo di Dio si è fatto carne nel Bambino Gesù. Ma chi è questo Verbo?
Verbo, in latino, significa “parola”, logos, in greco. È come se nel Vangelo secondo Giovanni fosse stato scritto: “La Parola che era presso Dio, la Parola che era Dio, si è fatta carne in Gesù”. È da Gesù che sappiamo che Dio è Parola. Dio non è solitudine, isolamento, deserto. Dio è comunione, dialogo, relazione, incontro. Perché Dio è amore. Per mezzo di questa parola eterna, che è in Dio, che è Dio, tutto è stato creato. Non c’è niente di bello e di buono che non venga dalla Parola creatrice di Dio.
Non è stato facile, per Dio, farsi capire. Perché molte volte l’uomo è distratto, è confuso, addormentato, spesso è arrabbiato e non vuole sentire. Ma con pazienza sempre nuova, Dio ha continuato a parlargli. Ecco come il profeta Osea descrive i sentimenti di Dio per l’umanità: “Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore” (Os 2,16.21).
Certo, la Parola di Dio è stata anche severa. “La Parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio, essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture delle midolla e scruta i sentimenti e pensieri del cuore” (Eb 4,12).
Questa Parola eterna di Dio che ha creato il mondo, che ci ha svelato il volto di Dio, che continuamente ci pungola nella nostra mediocrità, “in questi giorni”, anzi “in questo giorno” è entrata nella storia dell’uomo e ha dato la vita al Bambino Gesù.
Ed ecco allora il significato del mio augurio di Santo Natale: accogliamo la Parola di Dio, il Verbo fatto carne nella nostra vita, nel nostro cuore, perché possa nascere e crescere in noi il Figlio di Dio, Gesù. Ricordandoci che tutti noi siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio, che è comunione, che è dialogo, che è Parola efficace, impegniamoci a stabilire relazioni buone con tutte le persone che il Signore mette sulla nostra strada, nella fraternità, nel perdono reciproco e nella pace.
Il Natale è anche l’annunzio di uno sconvolgente scambio fra l’uomo e Dio: Dio si fa uomo, perché, in Gesù, ogni uomo diventi figlio di Dio e fratello di tutti gli uomini. Il presepio è un’immagine bella e carica di dolcezza, ma la realtà del Natale è immensamente più grande, eppure vicina ad ogni cuore, perché Dio, a Natale, si è mosso dal cielo per avvicinarsi ed abitare nel cuore di ogni uomo e di ogni donna.
A partire dal Natale Dio, in Gesù, si dà un nome nuovo: “Emmanuele”, che vuol dire Dio-con-noi, colui che unisce tutti gli uomini. La solidarietà, la condivisione, il rifiuto di ogni discriminazione e l’accoglienza trovano qui la loro sorgente e la loro motivazione più profonda.
Nel mistero del Santo Natale, che oggi celebriamo, anche i poveri e  i senza dimora, che la società spesso rifiuta, ritrovano in Gesù la loro dignità; gli ammalati e gli anziani sono consolati; le famiglie gravate da pesanti situazioni di disabilità fisica o mentale ritrovano la speranza; i popoli più poveri capiscono di non essere abbandonati; tutti gli uomini e le donne perseguitati a causa della loro fede o della loro appartenenza religiosa si sentono meno soli perché Gesù si è preso cura di loro, attraverso la vicinanza e la solidarietà di tanti cristiani e di tanti uomini e donne di buona volontà.
In questo santo giorno, poi, vogliamo pregare insistentemente Gesù, principe di pace. All’inizio di questa solenne liturgia abbiamo cantato: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini che egli ama” (Lc 2,14). Questo canto esprime l’anelito perenne ed insopprimibile del cuore umano: l’amore a Dio e l’impegno per la promozione della pace dentro di noi e fuori di noi. Una pace che è da costruire, giorno dopo giorno, con coscienza, serietà e fantasia.
Quest’anno la nostra comunità diocesana, e tanta parte della società civile, è stata chiamata a preparare in questi mesi e a partecipare nell’ultimo giorno dell’anno civile, il 31 dicembre, alla 47ª Marcia Nazionale della Pace proposta dei vescovi italiani, Pax Christi, dalla Caritas e dall’Azione Cattolica. Si svolgerà partendo dal Piazzale della Vittoria, davanti la Basilica di Monteberico, alle ore 16.30, concludendosi in cattedrale alle ore 22.30 con la messa presieduta dal vescovo.
La certezza che Dio ci ama e ci vuol salvare, che Dio non rifiuta la nostra storia, spesso confusa e tormentata, ma che è già presente in essa, ci accompagni ogni giorno della nostra vita: sia la nostra forza e la luce di speranza che illumina la nostra strada.
A tutti: buon Natale!

 

† Beniamino Pizziol
Vescovo di Vicenza