ORDINAZIONE DEI DIACONI(Cattedrale di Vicenza, domenica 11 maggio 2014)


Carissimi fratelli e sorelle,


reverendi canonici, presbiteri e diaconi,


consacrate e consacrati,


cari seminaristi e candidati al Diaconato,


 


oggi siamo riuniti nella chiesa Cattedrale per partecipare all’ordinazione diaconale di quattro giovani formatisi nel nostro Seminario.


 


Anzitutto vogliamo ringraziare il Signore per il dono del Diaconato che accresce e rafforza la diaconìa, il servizio reso al Vangelo di Cristo, nella Chiesa e nel mondo. Vogliamo esprimere la nostra gratitudine ai genitori e ai familiari di questi ordinandi, che li hanno introdotti ed accompagnati nel cammino di fede e così vogliamo manifestare tutta la nostra riconoscenza ai sacerdoti e alle comunità parrocchiali che li hanno generati nella fede e sostenuti con la preghiera e la testimonianza cristiana. Doverose parole di ringraziamento rivolgo – a nome di tutti voi – alla comunità del Seminario, agli educatori e a tutti gli insegnanti.


 


L’ordinazione diaconale di questi nostri fratelli viene illuminata dalla Parola di Dio della IV Domenica di Pasqua, chiamata ‘Domenica del Buon Pastore’, giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.


Un giorno Gesù – guardando probabilmente la scena di un pastore che precedeva lentamente il proprio gregge, e conoscendo bene la tradizione del suo popolo che nel salmo ventiduesimo prega dicendo ‘Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla‘ – applica a se stesso questa bella immagine e ci dà una luce per farci capire il mistero della sua parola. Dice infatti Gesù: ‘Il pastore chiama le sue pecore, ciascuna per nome e le conduce fuori, cammina davanti ad esse e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce‘ (Gv 10,3-4).


Oggi non è facile riconoscere la voce del Buon Pastore che chiama le sue pecore e le guida per vie sicure, verso la verità. La Sua voce, nel marasma dei suoni e dei rumori del mondo, rischia di confondersi e di perdersi. Capita così che, spesso, anche noi cristiani – più che la voce di Cristo – seguiamo ben altre voci che ci conducono verso strade tortuose ed impervie, senza via d’uscita.


 


Voi, cari candidati al Diaconato, e noi tutti siamo chiamati a metterci in religioso ascolto della voce del Signore, della Sua Parola. La Chiesa non sta sopra la Parola di Dio, quasi a dominarLa: la Chiesa è serva della Parola di Dio e intende servire questa stessa Parola annunciandoLa e testimoniandoLa a tutte le genti nei modi e nei tempi che le varie circostanze richiedono. Questa Parola deve essere luce al vostro e al nostro cammino, lampada per i vostri ed i nostri passi.


 


Nel brano del Vangelo che abbiamo ascoltato, Gesù si presenta anche come la porta che ci fa entrare in quella profonda relazione d’amore con il Padre: ‘Allora Gesù disse di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore, se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo»‘ (Gv 10,7.9).


Con questa similitudine, Gesù ci vuol far comprendere che solo in Lui noi possiamo trovare la salvezza. Il pastore fa uscire le sue pecore, non le tiene chiuse nell’ovile, le immette in un cammino di libertà, apre a loro la strada dell’esodo, perché compito del pastore è di educare alla libertà. Spetta a tutti noi, anche a voi carissimi candidati al Diaconato, aprire cammini di vera libertà alle persone affidate alla vostra cura pastorale, alla nostra ‘carità pastorale’. Persone che vanno cercate lungo le strade di questo mondo, percorse – spesso – con tante lentezze, delusioni, fatiche; portando nel cuore interrogativi profondi che attendono risposte nuove e liberanti. Siete chiamati anche voi ad accogliere l’invito dell’angelo al diacono Filippo, come si legge negli Atti degli Apostoli: ‘Alzati, va’ verso mezzogiorno, sulla strada che discende da Gerusalemme a Gaza, essa è deserta‘ (At 8,26). In ogni luogo – anche il più lontano e sconosciuto – è possibile incontrare una domanda e una inquietudine cui dare una risposta liberatrice.


 


Nel Vangelo, Gesù parla anche di ‘ladri e briganti‘ (Gv 10,8). Si tratta di falsi messia che si presentano agli uomini avanzando la pretesa di essere dei salvatori, oppure di coloro che si sentono padroni del gregge, considerando come proprietà le persone che appartengono a Cristo. Ricordiamo sempre quanto ci dice il salmo: ‘Riconosciamo che il Signore è Dio, è lui che ci ha fatti e non noi, noi siamo suo popolo e gregge del suo pascolo‘ (Sal 100,3).


 


Se la nostra Chiesa si chiudesse nel suo recinto e fosse estranea ai problemi degli uomini e delle donne, sarebbe traditrice del mandato di Gesù Cristo. La Chiesa esiste per servire e il diacono è l’icona stessa di Cristo Gesù che rivela il primato dell’amore nel servizio, un servizio rivolto prima di tutto agli ultimi e che non riguarda soltanto i bisogni materiali delle persone, che oggi sono comunque sempre più gravi, ma è un servizio reso ai bisogni dello spirito, perché la gente ha fame e sete del senso della vita, di felicità vera, quella che nessuno potrà mai togliere e che non illude. La gente ha sete della Parola di Dio.


Il Diaconato non è un gradino per arrivare al sacerdozio, anche se nel vostro caso è in vista del sacerdozio. Il Diaconato è una dimensione permanente dell’esistenza cristiana. Si è diaconi per tutta la vita: il Diaconato ci configura a Cristo Servo e non basta svolgere bene dei servizi nella Chiesa, bisogna piuttosto acquisire la coscienza di essere servitori del Signore.


 


Oggi celebriamo la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Vogliamo elevare la nostra supplica a Gesù, Buon Pastore, perché doni alla Sua Chiesa il dono di vocazioni sacerdotali e religiose. Ma ogni comunità cristiana, ogni fedele, hanno l’impegno di promuovere le vocazioni. ‘La capacità di coltivare le vocazioni è il segno caratteristico della vitalità di una chiesa locale‘ (Benedetto XVI).


 


Carissimi candidati al Diaconato,


nel vostro ministero diaconale vi sia Madre e modello di vita Maria di Nazaret – la nostra Madonna di Monte Berico – la Serva del Signore, custode della Parola e degli accadimenti della storia, affinché anche voi, con Lei, possiate vivere sempre in sintonia con la volontà del Signore. Amen!


 


Beniamino Pizziol


Vescovo di Vicenza