SANTA MESSA DEL MERCOLEDÌ DELLE CENERI(Vicenza, Chiesa Cattedrale, 10 febbraio 2016)

Carissimi fratelli e sorelle,
         carissimi canonici, sacerdoti, diaconi, seminaristi,
         amici di Radio Oreb.
 
         Iniziamo con questa liturgia eucaristica, il tempo dei Quaranta Giorni, tempo di Quaresima, da vivere tutti insieme, come popolo di Dio in cammino verso la Pasqua di Passione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo.
         È un tempo di conversione e di rinnovamento spirituale, è un tempo favorevole per accogliere la grazia e la misericordia del Signore. Ascoltiamo l’accorato invito del profeta Gioele: «Ritornate a me con tutto il cuore» (Gl 2,12), e quello dell’Apostolo Paolo: «Vi supplichiamo in nome di Cristo, lasciatevi riconciliare con Dio» (2Cor 5,20b).
 
         La Chiesa – nella sua sapiente pedagogia – conosce la nostra fragilità e la nostra incapacità a vivere con forte tensione e in coerenza di vita il cammino di fedeltà al Vangelo di Cristo, per questo ci propone un tempo preciso, un tempo diverso dallo scorrere affannato dei nostri giorni, un tempo in cui dedicare un maggior ascolto alla Parola di Dio, un tempo per conoscere per sperimentare la misericordia infinita del Signore, un tempo di conversione. Sappiamo bene che la conversione non è un evento che avviene una volta per tutte, ma è un processo dinamico che deve essere continuamente rinnovato, nei diversi momenti della nostra esistenza, nelle diverse fasi della nostra vita, soprattutto quando il passare dei mesi e degli anni può generare in noi stanchezza, rassegnazione, perdita di vigore e di entusiasmo e può addirittura farci smarrire od oscurare il senso e il fine della nostra vocazione battesimale, della consacrazione al Signore o del ministero ordinato. E allora la Quaresima deve diventare il luogo spirituale per ritrovare la verità del proprio essere, della propria vocazione, per trovare la profonda unità tra fede e vita, senza sdoppiamenti mentali, senza false ipocrisie.
 
         Nel Vangelo che abbiamo ascoltato, Gesù afferma che anche gli ipocriti fanno l’elemosina, pregano e digiunano, ma lo fanno per essere visti e lodati dalla gente. In questo modo, si scambiano i mezzi della vita cristiana – come il digiuno, la preghiera e l’elemosina – con il fine ultimo di essi, l’amore a Dio e ai fratelli. E quando confondiamo i mezzi con il fine cadiamo nell’idolatria.
         Come Cristo ha combattuto per quaranta giorni e vinto il Tentatore grazie alla Parola di Dio con la quale risponde a ogni tentazione, così il cristiano è chiamato ad ascoltare, leggere, pregare più intensamente e più assiduamente la Parola di Dio contenuta nelle Scritture. Una Parola accolta, meditata e pregata a livello personale, comunitario, liturgico. Questa fedeltà quotidiana alla Parola di Dio ci consente di smascherare gli idoli che rischiano di dominare e determinare la nostra esistenza.
 
         Il Mercoledì delle Ceneri segna l’inizio di questo tempo propizio della Quaresima ed è caratterizzato, come dice il nome, dall’imposizione delle ceneri sul capo di ogni cristiano. È un gesto che parla meglio delle parole, è un’azione profetica che parla attraverso un simbolo concreto e visibile: la cenere. La cenere è il frutto del fuoco che arde, racchiude in sé il simbolo della purificazione, costituisce un rimando alla condizione del nostro corpo dopo la morte, che si decompone e diventa polvere. Un tempo nel rito dell’imposizione delle ceneri si ricordava al cristiano, innanzitutto, la sua condizione di uomo tratto dalla terra e destinato a tornare alla terra: “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai”. Oggi il rito si è arricchito di un significato nuovo, infatti le parole che accompagnano il gesto dell’imposizione delle ceneri riportano l’invito fatto da Gesù all’inizio della sua predicazione: “Convertitevi e credete al Vangelo”.
         Nel vivere questa liturgia e questo rito delle ceneri siamo chiamati a sperimentare la gioia di essere riconciliati con Dio in Cristo, rigenerati dall’infinita misericordia di Dio, destinati a partecipare alla risurrezione di Cristo per la vita eterna. Il giorno delle ceneri, allora, diventa annuncio della Pasqua di Cristo e della Pasqua di ciascuno di noi. Accogliamo anche l’invito di papa Francesco «a vivere la Quaresima di quest’anno giubilare più intensamente come momento forte per celebrare esperimentare la misericordia di Dio» (MV, 17).
 
         Nel messaggio per la Quaresima di quest’anno il Santo Padre scrive che «la misericordia di Dio trasforma il cuore dell’uomo e gli fa sperimentare un amore fedele e così lo rende a sua volta capace di misericordia. La misericordia divina motiva all’amore del prossimo e ci ricorda che la nostra fede si traduce in atti concreti, quotidiani, destinati ad aiutare il nostro prossimo ferito nel corpo e nello spirito».
         La nostra diocesi, accogliendo l’invito dei vescovi italiani, della Fondazione “Missio” e della Caritas Italiana aderisce alla campagna “Il diritto di rimanere nella propria terra”. Per favorire il diritto di ognuno a rimanere nella propria terra occorre anche intervenire sulle cause della grande fuga perché anzitutto nei paesi di partenza sia garantito il più possibile l’accesso ai beni e ai servizi essenziali, quali la terra, l’acqua, il lavoro, la salute e l’educazione. Lo strumento concreto suggerito dalla campagna “Il diritto di rimanere nella propria terra” è quello delle micro realizzazioni giubilari, con le quali aiutare le comunità locali più bisognose a migliorare le condizioni di vita sociali ed economiche. Un’attenzione prioritaria dovrà essere data ai principali paesi di provenienza e di origine dei migranti che giungono in Italia e più in particolare ai paesi dell’Africa sud sahariana e del Medio Oriente.
         Noi metteremo a disposizione dell’iniziativa la nostra “Quaresima di fraternità 2016”, riconoscendoci pienamente negli obiettivi, nel metodo e nelle priorità della campagna stessa.
 
         Non perdiamo questo tempo favorevole alla conversione e invochiamo l’intercessione materna della Vergine Maria, che prima, di fronte alla grandezza della misericordia divina, ha riconosciuto la propria piccolezza (cfr. Lc 1,48) come umile serva del Signore (cfr. Lc 1,38). Amen.
† Beniamino Pizziol

Vescovo di Vicenza