SANTA MESSA NELLA SOLENNITÀ DEL CORPUS DOMINI(Chiesa Cattedrale di Vicenza, giovedì 19 giugno 2014)

Ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato, non lo terremo nascosto ai nostri figli, perché ripongono in Dio la loro fiducia  e non dimentichino le opere di Dio‘ (dal Salmo 77).

Carissimi fratelli e sorelle,
carissimi canonici, sacerdoti, diaconi, consacrati e consacrate,
ministri straordinari della Comunione
e voi ragazzi che avete ricevuto per la prima volta l’Eucaristia,
carissimi ascoltatori di Radio Oreb.

Questa sera vogliamo meditare ancora una volta su quello che abbiamo udito e conosciuto; vogliamo trasmettere alle giovani generazioni – anche attraverso una processione pubblica – la nostra fede in Dio e nella presenza di Gesù nell’Eucaristia.

Nella narrazione tratta dal libro dell’Esodo (16, 2-4.12-15) ci viene presentato l’episodio della ribellione e della mormorazione del popolo ebreo nel deserto, dopo la liberazione della schiavitù in Egitto. Il popolo è stato liberato grazie all’intervento di Dio per mezzo di Mosé, ma il cammino di liberazione è difficile a causa di tre problemi: la mancanza di acqua potabile, la mancanza di cibo (pane e carne), la presenza di popolazioni nemiche. Nel momento di maggior difficoltà il popolo sembra dare la colpa a Mosé e ad Aronne, ma in realtà dubitano di Dio e si chiedono: ‘Il Signore è in mezzo a noi, sì o no?‘. Ritorna la nostalgia dell’Egitto: ‘Fossimo morti per mano del Signore, nel paese d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà‘ (Es 16,3). Ma – nonostante tutto – il Signore non si stanca di amare questo popolo che si è scelto e provvede con l’acqua scaturita dalla roccia, con le quaglie e con la manna che arriva dall’alto. La manna è una sostanza naturale, ha l’aspetto di bianchi granelli dolci, che cadono dai rami di una specie di tamerisco.

Come non intravedere nel cammino del popolo ebraico nel deserto, il nostro cammino di liberazione dentro le vicende liete e tristi del nostro mondo? L’immagine della persona seduta presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà, si presta molto bene a descrivere la nostra società occidentale, apparentemente sazia di tutto, nonostante la crisi in corso. Eppure anche leggendo le vicende di questi ultimi mesi, ci accorgiamo che l’uomo non può vivere del solo pane materiale: ‘I vostri padri hanno mangiato la manna e sono morti‘. L’Uomo ha bisogno di un pane nuovo, che gli dia la Vita: ha bisogno del pane della giustizia, della pace, della fratellanza universale. Ma chi può donarci questo pane?

Il Vangelo di Giovanni (6, 41-52) offre alla nostra libertà e al nostro cuore la risposta. Gli ascoltatori di Gesù – in modo particolare i Giudei – non riescono ad andare oltre l’origine umana, terrena di Gesù e dicono: ‘Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può costui dire ‘sono disceso dal cielo’?‘.

Gesù, allora, li invita a non mormorare inutilmente e annuncia le condizioni necessarie per credere in Lui: essere attratti dal Padre (che sta a dire il primato di Dio nella vita di ciascuno, la grazia preveniente di Dio, perché nessuno può andare a Gesù se non è attratto da Dio), l’ascolto della Parola di Dio (‘tutti saranno ammaestrati da Dio‘), affidarsi e confidare in Gesù, credere in Lui (‘chi crede in lui ha la vita eterna‘).

Gesù è il pane vivo disceso dal cielo: ‘se uno mangia di questo pane vivrà in eterno‘. La solennità del Corpo e del Sangue del Signore Gesù ci chiede di affidarci a Lui, di trovare in Lui – corpo donato e sangue versato – il fondamento ed il senso della nostra vita. L’Eucaristia è il memoriale dell’evento della Morte e Risurrezione del Signore, è l’evento più grande della storia: niente è più grande dell’Eucaristia. Nel sacramento dell’Eucaristia – in quanto Pasqua di Cristo – c’è veramente tutto: l’opera mirabile della Santissima Trinità, il vertice della creazione e della redenzione, la sorgente di ogni grazia e della nostra speranza. Nell’Eucaristia, possiamo dire, c’è in germe la vita futura, la vita eterna. Gesù, infatti, afferma: ‘chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno‘ (Gv 6, 54).

Illumina, Signore, la nostra mente, perché possiamo comprendere che l’Eucaristia è il memoriale della tua Morte e Risurrezione, sei Tu il pane vivo disceso dal cielo che ci sostiene e ci dà forza nel cammino di questo mondo che geme sotto il peso di guerre spietate che distruggono popoli e paesi, della fame che affligge intere popolazioni, della violenza che mette a repentaglio milioni di persone. Signore, Tu vuoi ricordarci con quel pane tutto il tuo amore per me, per noi, amore che è giunto al vertice insuperabile della tua morte e risurrezione. Signore, rafforza il nostro cuore, illuminalo sui costi dell’amore, perché non si scoraggi, ma si rianimi e riprenda il cammino verso la piena comunione con Te, con il Padre, nell’amore dello Spirito Santo. Amen!

 ‘ Beniamino Pizziol
Vescovo di Vicenza