Anche noi parte di quell’umanità seria e impegnata che ogni giorno costruisce cieli nuovi e terra nuova senza stancarsi

 
All’inizio della celebrazione del Te Deum di fine anno nel Tempio cittadino di San Lorenzo giovedì 31 dicembre, sono stati ricordati 10 eventi che in modo particolare hanno segnato il 2015:

– La crisi dei migranti in Europa, con oltre un milione di arrivi nel nostro continente e una strage silenziosa di vittime in mare.
– La crisi politica ed economica in Grecia e le sue conseguenze sull’Unione Europea
– L’accordo sul nucleare in Iran e la conseguente distensione di rapporti internazionali
– L’accordo di natura commerciale denominato Trans Pacific Partnership (TPP)
– L’intervento militare russo in Siria
– L’accordo per il clima denominato Cop21
– L’intervento militare nello Yemen e le migliaia di morti da esso causate
– Gli attacchi terroristici dell’Isis in Europa, Asia e Africa
– L’elezione del presidente Sergio Mattarella (12° della Repubblica Italiana)
– Il premio Nobel per la letteratura alla scrittrice Svetlana Alexievich, “cantrice della sofferenza e del coraggio del nostro tempo”.

Alla luce della Parola di Dio poi ascoltata (in particolare di alcuni passi tratti dal libro dell’Apocalisse) il Vescovo Beniamino ha quindi rivolto un messaggio di incoraggiamento e di speranza ai numerosi fedeli presenti e a quanti hanno seguito la celebrazione attraverso Radio Oreb.

 “La storia è guidata da Dio – ha ricordato il Vescovo – e a Lui oggi innalziamo il nostro grazie per i doni ricevuti nell’anno passato e le nostre preghiere per le diverse situazioni di fatica e di sofferenza che viviamo personalmente o come appartenenti all’unica umanità nella quale tutti ci riconosciamo fratelli”.
 
 Il Vescovo ha quindi citato il passo della costituzione Gaudium et Spes in cui il Concilio Vaticano II afferma: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore”.

“Davanti ai fatti che accadono nel mondo e a partire da tale senso di personale coinvolgimento in tutto ciò che accade sulla Terra che è la nostra casa comune non dobbiamo cedere alla tentazione dello scoraggiamento e della rassegnazione” – ha esortato mons. Pizziol. “Anche se i fatti negativi sembrano di più di quelli positivi, siamo convinti che con Gesù, vivo e presente accanto ad ognuno di noi, possiamo contribuire a costruire quei cieli nuovi e quella terra nuova di cui ci parla la Scrittura”.

“Non solo parole vagamente consolatorie. Di questa nuova umanità – ha continuato il Vescovo – già vediamo tanti segni. C’è un’umanità seria e impegnata, di persone di fedi diverse, che rifiuta ogni fondamentalismo; che si oppone al commercio e al traffico di armi; che vive in modo solidale verso il prossimo; che si apre all’accoglienza e alla riconciliazione; che ha maturato una nuova coscienza ecologica. Di questa umanità anche noi vogliamo far parte e per questo rinnoviamo all’inizio di un nuovo anno il nostro impegno a vivere, pensare e agire con cuore misericordioso”.

Mons. Pizziol ha infine concluso la propria riflessione affidando al Signore il nostro Paese, il nostro territorio, la nostra Diocesi e rivolgendo un pensiero grato a Papa Francesco per aver manifestato ancora una volta la stima e la fiducia verso il clero vicentino con la scelta di mons. Pierantonio Pavanello (presente alla funzione) come nuovo vescovo di Adria e Rovigo.

Don Alessio Graziani