Avvicendamenti del clero: inedito lo scambio di parroci tra Rosà e Noventa.

 
È proprio una staffetta quella che vedrà avvicendarsi don Giorgio Balbo e don Angelo Corradin, il prossimo settembre. Il primo, da parroco dell’unità pastorale di Rosà-Cusinati diventerà parroco di Noventa Vicentina. Per il secondo, invece, la strada avrà direzione opposta: da Noventa a Rosà. Si tratta di uno scambio “inedito” nella nostra Diocesi. «Eravamo abituati a pensare ai trasferimenti come al gioco degli scacchi, dove una mossa poteva condizionare tutte le altre. Invece stavolta è tutto più semplice», afferma don Giorgio Balbo.

 I due preti sono quasi coetanei. Don Angelo, originario di Mason, è nato nel 1957 ed è stato ordinato prete nel 1982. «L’anno dei mondiali di Spagna, vinti dall’Italia. Mi fa sentire un po’ una “vecchia gloria”», commenta don Angelo. Da Vicenza, parrocchia di San Marco, viene invece don Giorgio, nato nel 1955 e ordinato nel 1983.
 
 
Per entrambe le unità pastorali si tratterà di un passaggio importante, specialmente per Rosà, dove don Giorgio è parroco da ben 13 anni. «Una volta eravamo abituati all’idea che il cambio avveniva dopo nove anni – dice don Giorgio -. Quattro anni fa, però, è partita l’unità pastorale, pertanto mi è stato chiesto di rimanere altri quattro anni. in ogni caso le parrocchie grandi richiedono tempo, soprattutto per conoscere le persone, altrimenti uno si ritrova a fare il funzionario, non il prete». Per don Giorgio, Noventa, sarà una realtà completamente nuova. «Una volta si diceva che appena si arriva in una parrocchia occorre prendersi un anno, un mese e un giorno per ascoltare e guardare – commenta don Balbo -. Sono convinto infatti che il mio modo di essere prete cambierà a Noventa: perché è la realtà locale che ti plasma». Rispetto alla parrocchia che lascerà in consegna a don Angelo, don Giorgio individua soprattutto un tema importante: l’unità pastorale. «Questo nuovo cammino con Cusinati è iniziato improvvisamente, a causa dei problemi di salute del parroco, don Flavio Chiomento. Per questo la popolazione ha fatto fatica ad accettare una novità così repentina. Però bisogna accogliere questa nuova realtà e sforzarsi di unificare sempre di più i percorsi delle parrocchie. Nel caso di Rosà e Cusinati la strada è ancora lunga, ma dei passi si stanno facendo».
 
A Noventa l’esperienza dell’unità pastorale è più assodata. Ad avviarla con il suo arrivo, dieci anni fa quasi esatti, è stato proprio don Angelo Corradin che ha condiviso il suo ministero con don Alfredo Grossi. «Non è facile lavorare insieme ad altri quando si è abituati ad avere il prete in casa – racconta don Angelo -. Però dei passi avanti sono stati fatti e la volontà di camminare insieme c’è».
 
«Cambiare parrocchia significa ricominciare – continua don Angelo -. Fortunatamente siamo in un’età in cui non è “pesante” il trasloco. Ci tocca cominciare daccapo, è vero, però mi sono sempre trovato bene in tutte le parrocchie in cui sono stato. A Noventa, in particolare, l’accoglienza verso i parroci è sempre stata cordiale».
«Credo che il cambio faccia bene, sia ai preti che ai laici – è il parere di don Giorgio -. Rimanere per tanto tempo in una parrocchia ti fa diventare sempre meno consapevole delle critiche e delle cose da migliorare. Nessuno è inamovibile, anzi, credo che come preti e come laici dovremmo assumere sempre di più la logica del servizio in ciò che facciamo».
 
Ora per don Angelo e don Giorgio si tratta di dedicare tempo alle loro ultime attività, nelle rispettive parrocchie. L’ordinaria amministrazione non si ferma, finché saranno in carica. Di “straordinario”, ci saranno certamente tante famiglie da visitare per gli ultimi saluti. E molti scatoloni da impacchettare.

Andrea Frison
 
 Articolo da La Voce dei Berici di questa settimana