Catechisti in piazza con Papa Francesco: il racconto dei vicentini a Roma per il Giubileo

"Una gioia immensa che dà forza e speranza"

 
Nilla, Anna, Giuliana, Gianfranco, Stefania, Riccardo, Beatrice… e tutti gli altri che sorridono, commentano divertiti, fanno memoria mentre tornano alle loro case nella diocesi di Vicenza. Sono stati loro i veri protagonisti del Giubileo dei catechisti che si è svolto a Roma dal 24 al 25 settembre 2016. Sono rientrati domenica in tarda serata, ma il clima era tutt’altro che di stanchezza: il sottofondo era un insieme di battute, risate, commenti, quasi una gara a chi ravviva la memoria di un evento definito da tutti “meraviglioso”! Nilla spiega che dei circa 80 catechisti di Lonigo, ben una ventina ha partecipato al Giubileo romano. Molti sono stati accompagnati anche da figli e coniugi. “E’ l’anno giusto per vivere il Giubileo dei catechisti” – continua la signora Nilla – “e poi credo sia proprio il Giubileo dei catechisti perché ogni cristiano dovrebbe essere catechista, se ha davvero incontrato Gesù”. Nilla racconta con gioia grande di aver gustato l’arrivo di Papa Francesco e poi ricorda le parole dell’omelia: “Ci ha ribadito che siamo i testimoni, quindi dobbiamo offrire testimonianza della nostra fede, dare ascolto e pregare, ma essere anche la gioia dei nostri ragazzi. E’ una cosa che abbiamo sentito molto: un compito che il Papa ci ha affidati”. Anna di Araceli, in città, aggiunge che “è stato importante partecipare per conoscere persone che mi hanno arricchita dal punto di vista umano oltre che spirituale… Mi sono divertita e vivere le esperienze con gioia è la cosa migliore”. “E’ stato importante vedere il Papa” – spiega Giuliana di Lonigo. “E’ bastato uno sguardo, ma era importante vederlo. Abbiamo aspettato tanto e il suo sorriso ci ha riempito il cuore”. Gianfranco ha accompagnato la moglie catechista. E’ stato per la prima volta a Roma ed è partito con un gruppo che non aveva mai frequentato, ma sottolinea il clima positivo di questa esperienza che ha permesso di viverla intensamente. “Vedere il Papa è molto toccante. Ha un carisma che coinvolge e fa venire voglia di continuare nel cammino della nostra fede. Basta poco per risvegliare la nostra fede”, aggiunge, mentre spiega che sta valutando se può riprendere un servizio in parrocchia. “E’ stata un’esperienza toccante e cosmopolita, che muove le corde dentro”, racconta Stefania. “Sento nel cuore una gioia immensa che dà forza e speranza”, conclude entusiasta. La parte più giovane dei partecipanti, adolescenti e preadolescenti, racconta con altrettanto stupore che “è stata un’esperienza bellissima: vale la pena farla una volta in vita”, dice Riccardo, quindicenne di Lonigo. Beatrice, compaesana della stessa età, dice che aiuta la mamma nella catechesi in parrocchia. Sottolinea che sì, l’esperienza è stata bellissima, ma che è stata un’esperienza significativa perché “bisogna saper stare con gli altri: quando ci sono tante persone si tende ad innervosirsi e a litigare, invece qui si sente proprio l’esperienza della gioia condivisa tra persone di ogni età, lingua, razza…”. Con grande semplicità ammette che ai suoi amici, anche a chi non crede, spiegherà che “mentre si vive un pellegrinaggio si sente una gioia indescrivibile. Bisogna provarla una volta. E’ un’esperienza da fare”. L’immagine stereotipata dei catechisti ci fa pensare a signore piuttosto anziane, invece la catechesi ha ancora un volto giovane, anche nella diocesi di Vicenza: con questi catechisti hanno partecipato al Giubileo anche Ginevra, Martina e Michele che frequentano le superiori, Alessandro, impegnato come animatore Acr, Benedetta di 11 anni… perché la catechesi è un compito affidatoci con gioia da Gesù e che ci invita a ricordarsi reciprocamente che Gesù è risorto per ciascuno, così come ama ognuno personalmente e singolarmente.   sr Naike Borgo