Chi sono i tre fidei donum che andranno in Mozambico?

Il ritorno della Diocesi in Africa con fede e braccia

 
Sarà tutto da costruire, con fede, cuore e braccia: una chiesa, gli alloggi dei sacerdoti, le strutture pastorali; un’intera parrocchia. In un Paese tra i più poveri del Continente nero, dolorante dalla guerra civile, dove il 60% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno: il Mozambico, diocesi di Beira. Una grande sfida che, da febbraio 2017, vedrà protagonisti due preti della nostra diocesi più un sacerdote della diocesi di Adria-Rovigo.

Tra sette mesi l’impegno della diocesi di Vicenza in terra africana tornerà a brillare. Questa volta di una luce ancora più forte e viva, perché accompagnati dalla diocesi gemella di Adria-Rovigo, guidata da monsignor Pierantonio Pavanello, ex nostro Cancelliere. L’inizio dell’avventura missionaria di don Davide Vivian, don Maurizio Bolzon, entrambi vicentini, con don Giuseppe Mazzocco, polesano, coincide con l’inizio dell’anno pastorale nel Paese africano. «Pur di fronte a una diminuzione del numero di preti e dei religiosi – spiega il vescovo Pizziol -, la nostra Diocesi ha deciso di continuare la presenza e l’invio di missionari “fidei donum” nel mondo. Dopo il Brasile, diocesi di Roraima, e la Thailandia, diocesi di Chiang Mai, si aggiunge il Mozambico, diocesi di Beira». Una scelta pensata e valutata, dopo il drammatico sequestro di due nostri missionari e di una suora, avvenuto nel mese di aprile 2014 in Cameroun. «Abbiamo lasciato il Cameroun e ci siamo subito attivati dopo aver avuto l’unanime consenso della nostra Chiesa vicentina – continua Pizziol -. Siamo convinti che l’apertura alla dimensione della Chiesa universale può far scaturire nuove vocazioni al ministero presbiterale e alla vita consacrata. Il nostro impegno deve muoversi nella logica del “segno”: non è importante solo la dimensione numerica delle nostre presenze in nuovi Paesi, ma la qualità ecclesiale in termini di comunione e cooperazione tra le Chiese. Nella missione “fidei donum” è necessario coinvolgere tutto il popolo di Dio