“Chiamati al perdono e alla conversione del cuore”

I quattro propositi del Vescovo all'inizio dell'Avvento

“Davanti agli atti terroristici che hanno sconvolto l’Europa non dobbiamo restare fermi alla cronaca, ma dobbiamo cercare ciò che anche in tali eventi drammatici Dio vuole comunicarci, e credo si tratti di un pressante invito alla conversione del cuore“. Non poteva iniziare che con un riferimento ai fatti Parigi la meditazione offerta dal vescovo Beniamino ai suoi preti riuniti nel santuario di Monte Berico giovedì 26 novembre per l’inizio del tempo santo dell’Avvento. Meditazione che, a pochi giorni dall’inizio dell’Anno Santo della Misericordia, il presule ha voluto dedicare al valore del perdono nella vita comunitaria.

“Anche tra preti e all’interno delle nostre comunità – ha esordito mons. Pizziol con il sano realismo del buon pastore – possono nascere tensioni e divisioni a causa di ruoli non rispettati, incoerenze morali, conflitti, mormorazioni…, ma attorno a Cristo possiamo costruire comunità di fratelli riconciliati e perdonati“. Il perdono cristiano, ha spiegato poi il Vescovo commentando la parabola del padrone misericordioso e del servo spietato (Matteo 18, 21 – 35), è un perdono incondizionato e che non conosce alcuna limitazione. Tale perdono trova la sua possibilità solo nell’esperienza consapevole di essere a nostra volta sempre destinatari del perdono illimitato di Dio. “Dio – ha continuato mons. Pizziol – si rivela nella Bibbia e in particolare in Gesù come grande nell’amore e ricco di misericordia. Chi segue Lui non può che diventare misericordioso e compassionevole nei confronti degli altri esseri umani”.

Da tale meditazione il Vescovo ha infine ricavato quattro propositi non solo per il tempo di Avvento, ma per tutto l’anno giubilare che si apre:

– Impegniamoci a perdonare i nostri fratelli con cui possiamo avere qualche rancore per il passato, partendo dall’esperienza del perdono di Dio per ciascuno di noi

Recuperiamo il senso del peccato, non solo come offesa al prossimo, ma anche come offesa a Dio. Il male può essere evitato partendo dal desiderio di non ferire il cuore di Chi ci ama per primo

– Le nostre comunità cristiane, spesso giudicanti verso chi non vi appartiene, crescano in un atteggiamento di simpatia e accoglienza verso tutti gli uomini e le donne che incontrano

– Soprattutto davanti al male di ideologie farneticanti che seminano violenza e morte, chiediamo al Signore che l’odio non entri nei nostri cuori. Sarebbe proprio la vittoria del terrorismo che mira a creare paura e fomentare divisioni e guerre. Cristianamente rispondiamo con un di più di amore e fratellanza.

don Alessio Graziani